Orazio Guglielmini dà una lezione di geografia cosmica a Rossi

Iniziamo così, con una domanda: Com’è l’Universo oggi? Ora, per rispondere a questa domanda, bisogna partire dalle cose più vicine a noi e, gradualmente, espanderci negli spazi immensi dell’Universo.

Tanto per cominciare, vediamo se possiamo osservare, quasi sentire, la curvatura della Terra. Questa ha un diametro di quasi 13mila chilometri. Immaginiamoci adesso su un terreno piatto e senza ostruzioni. In lontananza possiamo vedere la cima d’un grattacielo, di una montagna. A questo punto, abbiamo la sensazione della curvatura della Terra. Si può allungare quest’immagine a 70/80 chilometri, proprio sotto i 400/500 metri dall’orizzonte. Poi, se alziamo gli occhi, a cento chilometri dalla Terra, un batuffolo di cotone e una sfera di cristallo, si muovono nello spazio, leggiadri e tranquilli, alla stessa velocità: siamo fuori dalla gravità terrestre. A questo punto basta un’altra alzatina degli occhi ed ecco qua la Luna, a

un secondo luce da noi ossia 300mila chilometri. Poi, a 150 milioni di chilometri oppure a 8 minuti-luce, c’è il Sole. Il suo diametro è di un milione e più chilometri e consuma intorno ai 4 milioni di tonnellate al secondo del suo carburante energetico. Nel suo ventre gli elementi bollono a 15 milioni di gradi centigradi. Anche sul Sole ci sono dei fiumi, non d’acqua, ma di plasma incandescente. Sono lunghissimi, oltre 30mila chilometri, sono larghi e profondi 40mila, e scivolano sui suoi caldi fianchi a circa 140 chilometri all’ora.

Questa enorme palla di fuoco, scortata da almeno una decina di pianeti, orbita intorno alla Via Lattea alla velocità di 240 km al secondo e impiega tra i 200 e i 250 milioni di anni per compiere una sola rivoluzione.

La stella più vicina al Sole è Proxima Centauri, 4 anni luce; un’altra stella vicino alla Terra, è la stella di Barnard, 6 anni luce ossia 56mila766miliardi di chilometri, chilometro più, chilometro meno.

Poi c’è la Via Lattea, la nostra galassia, la nostra patria nel Cosmo, col suo diametro di 100 mila anni luce. Noi ci troviamo a 30mila anni luce dal suo centro. Nella Via Lattea ci sono un’infinità di stelle e, tra di esse, c’è anche il nostro Sole, in uno dei bracci a spirale della galassia, il braccio del Sagittario. Forse in questo stesso momento la Via Lattea sta partorendo un bambino, un altro Sole. Intorno a questo nuovo astro ci potrebbe essere un’altra Terra, un’altra Specie, un’altra Vita!

La galassia più vicina alla nostra è la nebulosa di Andromeda, distante due milioni di anni luce. La luce di Andromeda impiega 2 milioni di anni per raggiungerci, 2 milioni di anni indietro nel tempo. Se avessimo un potente telescopio, Rossi, potremmo vedere fino a 15 miliardi di anni luce, quasi fino al big bang, fino all’origine del nostro Universo, quindi alla nostra nascita. È stato, infatti, in quella singolarità che si decise il nostro destino, il nostro arrivo nel mondo: noi, lì, in quell’esplosione primordiale!

E così, amico mio, quando la sera, prima di andare a letto, esci sul balcone e dai un’occhiata in su, verso il cielo, verso questa grande cupola illuminata da infiniti lampadari, lì, vicino ad uno di quei lontani puntini scintillanti in cui i tuoi occhi s’imbattono, qualcuno, forse, proprio come te, ma non necessariamente somigliante a te, in quel medesimo istante, anche lui, lì, prima di andare a letto, pensieroso e incantato, guarda il cielo e, guardando il cielo, ti guarda, e così tutti guardiamo quest’immenso Universo gravido di vita e di cose meravigliose e sorprendenti.

In questa fucina cosmica, in cui veniamo elaborati e modellati fisicamente ed elaboriamo e modelliamo a nostra volta concetti e cose, niente ci è estraneo e possiamo allungarci o accorciarci nelle infinità e finità che ci circondano. Ovunque ci siano pianeti stelle galassie universi, lì ci siamo anche noi, poiché siamo fatti della stessa materia degli astri e, come dicono gli indù, le pietre e le stelle sono nostre sorelle.

Vedere Ha un senso la vita?

 

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