Viviamo in un paese di killer legalizzati

La vita di un operaio per l’Inail (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) vale solo 1.900 euro.

“Chissà,” scrive il cronista del giornale comunista online Contropiano.org, “se mentre firmava la proposta di risarcimento gli sarà salito un moto di vergogna in faccia al funzionario che ha stabilito in 1.900 euro il “prezzo giusto” per un operaio morto in fabbrica la notte del terremoto in Emilia. Probabilmente no. Non si sarà vergognato perché esistono delle tabelle fissate dalla legge (del 1898), scritta da gente che non ha mai corso il rischio di morire se non di eccessi goderecci (ci scorrono davanti agli occhi, mentre scriviamo, le immagini dei festini del Pdl laziale; ma nel parlamento dei “nominati” lo spettacolo non è stato dei migliori, negli ultimi 20 anni). E quindi si sarà detto “sto solo obbedendo agli ordini”. O peggio ancor “in fondo io sono solo uno che qui ci lavora, che cosa posso mai fare?”.
Qui sta la differenza tra uomini e no. Un uomo, di fronte alla mostruosità che doveva portare la sua firma, si sarebbe fermato, avrebbe interrogato criticamente i suoi superiori; e infine si sarebbe rifiutato di mettere il proprio nome in calce a un’infamia. Non gli sarebbe successo nulla di grave, nessuno l’avrebbe licenziato per questo gesto. Non l’ha fatto. 
L’episodio è di una gravità incommensurabile, al di fuori di ogni immaginazione. Persino Il Sole 24 Ore, organo di Confindustria, ha avuto un moto di orrore. Almeno questo…
”

Se non facciamo qualcosa in questo paese senza cuore, senza anima e senza testa, governato solo dal suo egoismo becero e bestiale, ognuno di noi lavoratori finirà i suoi giorni col suo culetto pieno di merda. Detto diversamente, schiatterà affogherà morirà tirerà le cuoia nella sua stessa puzza.

 

 

Immortalità plurime

L’uomo, da quando è diventato uomo, ha sempre dato la caccia all’immortalità. Le sue fughe dalla realtà sono infinite e continuano ad esserlo. La paura della morte lo porta ad inventarsi ogni genere di espedienti pur di alleviare il pungolo finale. Nessun’altra specie al mondo può competere con lui quando si tratta di escogitare nuove idee e nuovi idoli al fine di esorcizzare la realtà. Investe il meglio di sé nell’avventura mentale dell’aldilà. Niente da dire, l’uomo è una creatura eccezionale.

Io, in questi incontri sull’ “Immortalità plurime” del martedì sera, parlerò di conoscenza, di credenza, di verità coerenti e di verità fattuali, dello spirituale religioso e dello spirituale fisico, dell’uomo e dell’universo, di vita e di immortalità, ma soprattutto parlerò di quest’ultima: l’immortalità.

Non voglio, e poi non sarei neppure all’altezza d’inventarmi altri mondi, altre fughe, altri ozi mentali, voglio solo confrontarmi col mondo in cui vivo e per com’è. Dimostrerò, dunque, nei miei “incontri culturali”, che ci sono diversi tipi di immortalità e queste immortalità non sono favole nate e create dall’immaginario, ma sono fenomeni reali, tanto reali quanto lo sono le pietre e l’universo in cui viviamo.

La conoscenza, non l’ignoranza ma la conoscenza, ha sapore d’immortalità. Allora, per chi vuole amoreggiare e baciare l’eterno, a presto!

 

Una bella vecchiaia va conquistata

Non necessariamente come si conquista la cima d’una montagna o la vittoria d’un giro ciclistico, ma va conquistata col sudore del cervello e non solo con quello dei muscoli. Non sto dicendo che l’alpinista e il ciclista non abbiano cervello, per nulla, ma si deduce che chi investe molto tempo per raggiungere certi scopi poi gliene rimane molto meno per altri.

La vecchiaia va conquistata con l’intelligenza, con lo studio, con il rispetto della vita, con l’organizzazione del proprio tempo, con la sensibilità, con la lettura, in breve, con l’arte di vivere.

Scrive riguardo alla lettura Ursula Le Guin ne “Il linguaggio della notte”: “Leggiamo i libri per scoprire chi siamo. Che cosa fanno, pensano e sentono altre persone, reali o immaginarie, o che cosa hanno fatto, pensato e sentito, o che cosa potrebbero fare, pensare e sentire, è una guida fondamentale per poter comprendere che cosa siamo e potremmo diventare noi stessi… E la persona che non avesse mai sentito raccontare e letto un racconto, un mito, una parabola, o una storia, rimarrebbe ignara delle altezze e degli abissi dei suoi stessi sentimenti e del suo spirito.”

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Le tappe della vita

Lo psicologo svizzero, Carl Gustav Jung, e dopo di lui tanti altri studiosi, ci parlano delle tappe della vita. Jung ne ha elencate 4, altri di più, noi ne elenchiamo 6: 1) l’infanzia, 2) la giovinezza, 3) la maturità, 4) la mezza età, 5) il crepuscolo, 6) la vecchiaia, e ci fermiamo qui. Lasciamo perdere ora le prime 3 e le ultime 2 e diciamo qualche parola, solo qualche parola, sulla mezza età che si situa tra i 35 e i 45 anni. Cosa vuol dire, dunque, la mezza età? Intanto c’è, in questo periodo della vita, la crisi della mezza età che è una specie di terremoto esistenziale, cioè prendiamo coscienza che abbiamo già vissuto “la bella metà” della nostra vita e che ci resta ancora da vivere, se tutto va bene, la seconda metà con tutti i suoi problemi di salute e di impotenza ecc. Fermiamoci qui anche con “la crisi della mezza età” e diciamo ancora due parole, solo due parole, sulla mezza età storica, politica, economica. (altro…)

Alla scoperta di noi stessi

Stai cercando, lettore, tra la ricca scelta di corsi che offre l’Università Popolare Biellese, il tuo? Non dovrebbe essere difficile trovarlo. Comunque, se cerchi un corso di lingua, di informatica, di tecnologia, di didattica, il problema non esiste, ma se cerchi un corso, per esempio, sullo sviluppo spirituale (che in realtà non è un “corso”, ma un “incontro culturale”, c’è una bella differenza tra i due: il primo si limita ad una conoscenza tecnica, il secondo ad una conoscenza filosofica), allora dovrai fare un piccolo sforzo, dovrai scavare dentro di te, ascoltare i richiami del tuo cuore, le tue motivazioni e i tuoi interessi più profondi, e poi, solo poi, potrai scegliere, nella ricca gamma che ti offre l’Università, quello che più si addice alla tua anima. È importante, anzi è capitale scoprire veramente quello che ci interessa nella vita e poi cercare di coltivare questa fonte, questa nostra ricchezza interiore. Good luck!

 

 

Il problema economico italiano

È presto detto: il problema economico italiano non è il popolo, il popolo lavoratore. Per nulla. Neppure minimamente. E come potrebbe esserlo? È lui e solo lui che lavora veramente. Senza il popolo lavoratore nulla nasce cresce o fiorisce, allora, allora, come potrebbe essere lui il problema economico in cui ci troviamo? Il problema economico italiano sono i politici, quindi la classe dirigente, capitalista, parassitaria, incapace, insomma la classe che ci governa. E con quale diritto, ci chiediamo noi, con quale diritto, visto il risultato?

 

Marchionne alla corsa di formula 1 a Monza

“Lasciatemi lavorare” disse il dirigente dell’azienda automobilistica Fiat ad un cronista. È nuova questa, tutta nuova. Non sapevo che se uno va a vedere una competizione sportiva di domenica pomeriggio lavorasse. E se è così, che tipo di lavoro è questo? Ma insomma, questi signori se le inventano tutte pur di giustificare il loro ozio e il loro parassitismo.

 

 

What are you talking about Mr Monti?

Uno si chiede, e giustamente, come si permette il primo ministro italiano, mister Mario Monti, di parlare di “comune destino” tra lui e il popolo, tra lui i lavoratori? E cosa c’è poi di tanto comune tra lui, un capitalista politico e l’uomo comune che fa fatica solo a restare in vita? Siamo sempre lì e lì resteremo fino a quando uomini che non hanno la minima cognizione della realtà che divide i ricchi dai poveri ci governano.

 

Curiosity si posa su Marte

Questa mattina mi sono alzato a fare pipì alle 7 e 25. Mi sono ricordato, mentre la facevo, che Curiosity, la sonda della Nasa, stava per atterrare su Marte. Bene. Non appena ho soddisfatto la richiesta della natura, sono andato in cucina, ho acceso il televisore e mi sono visto l’atterraggio alle 7 e 31.

Sicuramente, mi è venuto spontaneo pensare, che quest’evento aggiungerà un altro tassello alla storia evolutiva dell’uomo che, giustamente, non smette mai di cercare altri indizi, fenomeni, particelle, reperti, pianeti, forme di vita, affinché possano aiutarlo a capire le sue origini e la sua presenza in questo mondo. (altro…)

Le cose, nel Paese delle meraviglie, succedono solo alla grande!

Il signor Gianfranco Fini aumenta, giustamente e alla grande, gli infimi stipendi dei poveretti della Camera che lavorano a più non posso, mentre il popolo ricchissimo e parassitario se ne va in vacanza alla grande; il comandante della Concordia, il grande capitano Francesco Schettino, il grande pollo dei mari, dopo solo sette mesi dall’annegamento di 32 infelici che si trovavano sul grande bastimento della Costa Crociera, se la spassa alla grande su un grande motoscafo, così ha scritto il grande quotidiano inglese, the sun; i grandi carceri del Paese delle meraviglie non smettono di sfornare suicidi alla grande: i carcerati si suicidano con gusto e lo fanno alla grande; Emanuela Orlandi è morta felicemente in un festino pedofilo svoltosi alla grande e consumato in ambienti vaticani alla grande, dice padre Gabriele Amorth, il più grande esorcista del Vaticano, cioè il più grande esorcista della Santa Santissima Sede, stimato addirittura dal grande santone in persona, il Papa; anche papa Borgia, ed è giusto ricordarlo in un paese che soffre alla grande di amnesia, anche papa Borgia, Lucrezia Borgia, Valentino Borgia festeggiavano alla grande ai loro tempi;

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Per una Rivoluzione Planetaria

Siamo tutti ormai, e penso che lo sei anche tu, lettore, chi più chi meno, siamo tutti esasperati, coi nervi a fior di pelle, pronti a esplodere per un nonnulla; tutti, infine, disgustati fino alla nausea, arrabbiati a più non posso contro un imbarbarimento statale che non ha precedenti, un imbarbarimento che se non lo si annega al più presto in una pozza di sangue bastardo e indegno, finirà per fare scorrere un oceano di sangue innocente e puro.

L’essere umano, quello che noi chiamiamo romanticamente e stupidamente un “essere umano”, in realtà non ha nulla di “umano”, è solo un mostro in camicia e cravatta. L’essenza di quest’essere non affonda le sue radici nell’amore e nella giustizia, ma nell’indifferenza e nella bestialità da cui proviene. (altro…)

L’Indifferenza divina (17)

La passione umana (VIII)

E così, amico mio, quand’anche l’Essere che non c’è venisse confermato da tutti i credenti del mondo, tolto da ogni cervello, rimarrebbe pur sempre la passione umana. Ah, che gran bella cosa è la passione umana!

Mi capita, e te lo dico in tutta sincerità, mi capita di rimpiangere di non avere un po’ più d’intelligenza e un po’ più di tempo a disposizione, giusto quel tanto che mi permetterebbe di scoprire le ragioni che si nascondono dietro la Ragione, ovvero le vere cause che spingono gli esseri umani, tipo Karol Wojtyla, a credere in quello in cui credono e a fare quello che fanno.

Non sono tanto le culture che bisognerebbe capire, quanto l’uomo. Solo conoscendo l’uomo, si possono capire le culture e le invenzioni che ne sono derivate e derivano.

Ah sì, la passione umana, che meraviglia!

 

Nel prossimo capitolo, Rossi, ti presenterò Bogududù. Te ne ho già accennato. Adesso lo conoscerai meglio. Spero che ti piaccia. Io, per dirti la verità, lo trovo straordinario, grandioso, fantastico. Comunque, per fartelo apprezzare, ti farò un paragone tra Lui e Geova.

 

Se sei d’accordo con il contenuto di questo articolo, lettore, fallo girare e spargi la voce. Grazie.

 

 

Il Paese delle meraviglie (8)

Il paese dei monologhi (VI)

Gli inglesi, i francesi, i tedeschi, gli scandinavi del diciottesimo secolo leggevano molto di più di quanto leggano oggi i meravigliosi. “L’Italia è all’ultimo posto in Europa, e nelle posizioni di coda anche nel resto del mondo, fra le nazioni che comprano libri. E al primo posto fra i popoli che sfogliano rotocalchi e giornalini e fumetti”, Giorgio Maremmi, “L’Agenda dello Scrittore”, p. 4.

Girala come vuoi, Rossi, il senso è sempre quello, i meravigliosi non sono cresciuti, sono rimasti bambini: leggono i fumetti, le riviste illustrate. Io abito in una piccola città di provincia e, tutte le volte che prendo il treno, trovo raramente qualcuno che legge. Incontro gente che dorme, che chiacchiera e sguardi inebetiti. Ci sono, a volte, studenti che leggono, ma sono muniti di un evidenziatore e del solito libro scolastico: ecco cosa leggono! Nel Paese delle meraviglie non si studia per conoscere, si studia, semmai, per prendersi un diploma, una laurea, sperando che, poi, una volta laureati o diplomati, una volta muniti di questo pezzo di carta rilasciato dalle fabbriche scolastiche, si possa trovare un buon lavoro e fare molti soldi. Ecco lo scopo dello studio! (altro…)

L’Indifferenza divina (17)

Il paradiso (VII)

Ma supponiamo per un momento che il paradiso, come sostiene il papa, esista, ergo anche Dio, Lucifero, i santi, i demoni. Perciò, quando tiri le cuoia, Rossi, vai in paradiso. Bello, bello, bello! E non solo tu. Ah, ah, ah! Ci andranno anche, of course, tutte le altre creature della terra, perché tutte sono figliole di Dio. Prima del Diluvio, Dio ha preso una coppia di ogni specie e l’ha messa in salvo nell’Arca. Tutti gli animali sono creature di Dio, quindi, quando crepano, vanno anche loro in paradiso. Inoltre, gli animali non peccano, non sono peccatori come noi. E quale peccato hanno commesso? Pecca il leone quando ammazza e mangia uno gnu? E come potrebbe? Dio in persona ha creato lo gnu per nutrire il leone. Pecca lo gnu quando strappa l’erba dal prato e se la mangia? E come potrebbe? Dio in persona ha creato l’erba per nutrire lo gnu. Tutte le creature del Signore, e tutte senza eccezione, quando tirano le cuoia, vanno dritte in paradiso, perché muoiono innocenti. (altro…)

Il Paese delle meraviglie (8)

Crescita biologica sì, crescita culturale no    (V)

Crescere, dunque, nel Pdm è dura, Rossi. Non sto parlando qui di crescita biologica, ovviamente, sto parlando di crescita culturale. Per quello che riguarda la crescita biologica, la natura, in un modo o in un altro, si prende cura di noi come fa con qualsiasi altro animale della terra. La crescita culturale, invece, è difficile ed è difficile per parecchie ragioni. Prima di tutto perché bisogna vedere in che luogo uno nasce. Questo è importante, importante e determinante, direi. Se uno nasce, ad esempio, nel Pdm, la sua crescita culturale, come abbiamo visto e vedremo, è problematica se non impossibile. Nel Pdm c’è crescita biologica, almeno fino ad oggi, grazie a Bogududù, ma non crescita culturale.

Questa, la crescita culturale, è possibile solo in paesi altamenti democratici, dove esiste una buona istruzione e la libertà di parola e non in paesi bigotti e teocratici.

 

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God save the Queen!

What a nonsense! Che bestialità! C’è qualcosa in tutto questo business del pensiero umano più grottesca di questa invocazione che il popolo fa: Dio salvi la regina! Vuole, lui, proprio lui, il popolo, che Dio salvi proprio colei che più lo sfrutta, lo umilia e lo annulla?!

Come puoi tu, io mi chiedo, come puoi tu schiavo (il suddito è uno schiavo del monarca) augurare al tuo peggior nemico, a colei che rende la tua vita un inferno e la sua un paradiso, che Dio la salvi? Con quale criterio, con quale principio etico, umano, morale, democratico puoi tu invocare che God save the queen quando questa non fa altro che tenerti ai suoi servizi e succhiarti il sangue? Inaudito, la vittima che implora Dio di salvare il suo boia!

E comunque, se Dio eistesse per davvero e fosse un Dio giusto, sicuramente non permetterebbe l’esistensa di monarchi arraffa tutto, monarchi che vivono solo per sublimare il loro egoismo. Questo dimostra che la favola di Dio è una balla, un nonsenso e nulla più.

Siamo messi proprio male!

 

 

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L’Indifferenza divina (17)

Il papa è un’autorità irrazionale    (VI)

Che cos’è, al nocciolo, il papa? Te lo dico io, Rossi, io Orazio Guglielmini, che cos’è: una chiusura mentale, un’autorità assurda, irrazionale. Ogni mattina, durante l’Angelus, oppure quando si mette alla sua finestrella e inizia a parlare al gregge, a quelli che non sanno da che parte sta il culo e da che parte sta la vagina, impartisce loro una lezione di irrazionalità, di nonsenso. Poi, questi signori, vanno a casa e, a loro volta, impartiscono una lezione di irrazionalità e di nonsenso ai loro figli genitori parenti amici conoscenti. In seguito, questi ultimi, a loro turno, fanno altrettanto: impartiscono la lezione di irrazionalità e di nonsenso ricevuta ad altri, e così via. La nostra società si nutre di irrazionalità, di nonsenso grazie al portavoce dell’Onnipotente. L’irrazionalità e il nonsenso sono ovunque nei paesi occidentali, ma l’Italia li batte tutti. (altro…)

Il Paese delle meraviglie (8)

Una nazione di analfabeti e illetterati (IV)

“Un check-up inedito. Ma andiamo con ordine, dice il giornalista della Stampa, Raffaello Masci. L’Ocse, l’0rganizzazione dei Paesi più sviluppati, compie ogni quattro anni una rivelazione dei livelli di apprendimento della lingua madre, della matematica e delle scienze fisiche e lo fa su un campione di quindicenni di tutti i 29 Paesi dell’organizzazione. Gli ultimi dati, relativi al 2003, ci vedevano (a noi meravigliosi) oscillare tra la penultima e l’ultima posizione a seconda delle tre aree disciplinari”, La Stampa, sabato 12 novembre 2005.

Il disastro italiano, continua Masci, (è che il) 20-25% della popolazione che esce dalle scuole medie inferiori non sa leggere e non sa scrivere. 6.000.000 circa gli italiani completamente analfabeti. 36.000.000 sono complessivamente gli italiani illetterati (con il solo titolo della media inferiore), il 66% della popolazione dai 6 anni in su. (altro…)

Gli Eurocrati: i nuovi faraoni

Ecco un brano (il resto lo si trova su Nocensura.com) dell’articolo di Magdi Cristiano Allam:

“Se tutti i giorni i Merkel, Monti, Barroso, Draghi scendono in campo per rassicurarci che «l’euro è irreversibile», vuol dire che stiamo assistendo a un rito scaramantico per allungare il più possibile la vita del moribondo. Tutti gli indicatori dell’economia reale attestano in modo inequivocabile che giorno dopo giorno siamo prossimi al funerale. Il nostro funerale. La recessione sempre più profonda, l’indebitamento pubblico che cresce, il Pil che si riduce, la produzione, le esportazioni e i consumi in calo, le tasse più alte al mondo, le imprese strangolate che chiudono, i disoccupati e i poveri che aumentano, i giovani senza prospettive…”

Condivido al cento per cento il contenuto di questo articolo e aggiungerei:

tutto quello che Magdi ha scritto qui, lo conosciamo fino alla nausea. Non ci insegna nulla. Sappiamo ogni cosa, conosciamo per filo e per segno tutto ciò che è necessario conoscere, e cioè che siamo nelle mani d’un barbarismo illuminato, che stiamo cadendo giorno dopo giorno in un burrone sempre più profondo, che non c’è più miracolo che tenga. (altro…)

La Bestia delle bestie

Ci dimeniamo tutti, consapevoli o no, su una fornace; lo sappiamo tutti, nessuno escluso, che prima o poi le fiamme ci raggiungeranno; conosciamo tutti il risultato e, nonostante ciò, nonostante questo implacabile destino, così crudele e ingrato, invece di amarci, coccolarci, solidarizzare fra di noi, sentir pietà per l’un l’altro, come direbbe Shopenhauer; insomma, invece di consolarci a vicenda, che comunque sarebbe un aiuto psicologico e sociale non indifferente, un regalo sentito e umano che ci trasmetteremmo reciprocamente e, invece di fare questo, cosa facciamo?

Ci sputiamo in faccia, ci sfruttiamo, ci derubiamo a vicenda, ci detestiamo, ci odiamo, ci tradiamo, ci vendiamo, ci facciamo guerra, ci insultiamo, ci ammazziamo, sempre pronti a dimostrare che siamo superiori a quelli che ci stanno attorno; insomma, ci rendiamo la vita un inferno. (altro…)

L’Indifferenza divina (17)

È solo un nome    (V)

Ma, poi, in fin dei conti, cosa vuol dire “papa”? Diamogli un’occhiata in termini linguistici; non semantici, linguistici. Papa è solo un nome inventato, un simbolo, un rumore acustico, come lo sono inglese, Satana, Dio, albero, re, cane. Papa = inglese = cane = italiano = cocomero = francese o quel che vuoi. Ciò che cambia in queste parole è il senso che la cultura ha dato loro lungo la storia. “Papa” è solo un’esternazione acustica. Se lo mettessi nudo in una gabbia in un giardino zoologico, Rossi, ti accorgeresti subito che fa parte del regno animale, né più né meno come l’orangutan nella gabbia a fianco. “Papa” è un segno come tanti altri segni e nulla più, solo un nome, flatus vocis, come sosteneva il filosofo medioevale Roscellino, però, nella giungla sociale che si sono creati i bipedi, è tutt’altra cosa. Essere riconosciuto come papa, nel groviglio dei simboli, vuol dire distinguersi tra i quasi sette miliardi di altri bipedi. Questo il papa lo sa e sa anche che c’è gente che è pronta a morire per lui, pronta a mangiarsi i suoi escrementi, pronta ad urlare in giro per il mondo il suo nome, il suo fanatismo, il suo fondamentalismo. (altro…)

Il Paese delle meraviglie (8)

Muoiono corpi vecchi con cervelli di bambini III

Eppure, ironicamente, i meravigliosi si riempiono sempre la bocca di arte, di cultura e adorano parlare. Parlano, non di libri, non di film d’essai, non delle cose su cui riflettere, ma parlano di cose che li fanno blablaare. Come conseguenza, i telefonini nei negozi vanno a ruba. Le statistiche dicono che i meravigliosi sono i più loquaci d’Europa; il popolo che più è armato di sputasentenze. Li si sente parlare sempre e ovunque: sui treni, sui bus, nelle sale di attesa, al mercato, nei cinema, al ristorante, sugli aerei. Insomma, i meravigliosi non possono stare zitti un secondo. Se vai in un ristorante all’estero, lasciamo perdere quelli locali, e trovi i nostrani, stai pur tranquillo che non rimarrai deluso. Mentre tutti gli altri appena appena aprono bocca, il mandolino meraviglioso sarà musica, dolce musica per tutti i presenti. (altro…)

L’Indifferenza divina (17)

King Kong e il papa (IV)

Infatti, per molta gente, sono la stessa e medesima cosa: spettacolo. Gli americani, ad esempio, vanno a vedere il papa come vanno a vedere King Kong che si arrampica sull’Empire State Building. Per loro il papa, King Kong, superman, sono solo show, un’attrazione come un’altra. Il mondo è diventato un’attrazione, solo attrazione e nulla più.

Il contenuto divino?

Aria fritta.

 

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Il Paese delle meraviglie (8)

Il dono della fede

Il nostro paese, Rossi, è pieno di quelli che si vantano di avere il “dono della fede”. Fortunatamente, per quello che ho potuto capire dalla nostra esperienza epistolare, tu non mi sembri uno di questi, altrimenti scriverti questa Lettera sarebbe stato inutile.

Ebbene, quando sento gente che dice di avere il “dono della fede”, mi viene subito in mente un quadro di Goya, di cui adesso non ricordo il titolo. L’artista si è sicuramente divertito a dipingere, in un posto vicino al mare, una di quelle fiere contadine dove la gente va per vendere o scambiare quel che produce. La giornata è bella e gli scambi sembrano andare bene. Poi, improvvisamente, succede qualcosa; c’è un trambusto, un panico generale e tutti, animali e umani, corrono a destra e a sinistra a rotta di collo. Solo una bestia, tra tutti, non si muove, non si fa neppure prendere dal panico all’avvicinarsi del mostro che arriva dal mare. (altro…)

L’Indifferenza divina (17)

Portrait del boss del vaticano (III) *

A volte, viene da chiedersi, perché il papa attuale, Giovanni Paolo II, ormai ridotto ad un rudere, si ostini così ossessivamente ad andare in giro per il mondo. Di risposte, of course, ce ne sarebbero tante: megalomania, viaggi dell’ego, non paga il ticket, lo pagano quei contribuenti che gli versano l’8 per mille ecc., ma la risposta che più lo tocca da vicino è, secondo me, che lui non sopporta la sua solitudine, solitudine umana e solitudine celeste. Sono convinto che, nel suo intimo, papa Karol Wojtyla è divorato dal dubbio e, infine, dal suo stesso nonsense. Crede, e su questo non c’è dubbio, per el particulare suo. Non c’è altra ragione. Di più: è posseduto da un fanatismo d’immortalità. Vuole riempire tutti i libri di storia religiosa con il suo nome; vuole santificare cani e porci. Quando si va al sodo, però, papa Karol Wojtyla è un uomo solo, atrocemente solo. Lui non porta la parola di Dio quando va in giro per il mondo e tanto meno la solidarietà umana, porta invece la sua spettrale solitudine terrestre e celeste. Non è un uomo spirituale, è solo un uomo di potere e l’uomo di potere è solo, come lo è lui. (altro…)

Il Paese delle meraviglie (8)

I superacculturati del Pdm (I)

“Fra tutti i visitatori dei musei i giapponesi sono i più attenti insieme agli inglesi e agli americani, ma quelli ricchi. I francesi invece, come in tutte le cose, mantengono un’aria distaccata; i tedeschi non danno confidenza a nessuno; spagnoli e argentini sono i più rumorosi e guai a dirgli qualcosa: sono permalosi. L’unico vizietto dei britannici è quello di accertarsi che la guida sia ben preparata. E quando meno se l’aspetta, le fanno una domandina imbarazzante… Ma per le cento guide fiorentine, abituate ad accompagnare milioni di visitatori, i clienti più difficili sono gli italiani. Credono di conoscere tutto e vogliono la spiegazione di tutto”, scrive Giovanni Morandi ne “Quel David è mio”.

Ecco, Rossi, uno spizzico di realtà riportata da chi ha fatto esperienza per trentadue anni, riguardo ai superacculturati del Pdm, il resto, come sempre, è retorica. (altro…)

L’Indifferenza Divina (17)

Oggi sarò davanti a Dio! (II)

Pensa, Rossi, quanto è arrogante che un papa dica prima di morire: Oggi sarò davanti a Dio! Dice questo nel senso che oggi morirà e che, dopo la morte, la sua anima si presenterà davanti a Lui. Lo so, il vicario dell’Onnipotente ha il permesso di dire tutto ciò che vuole, il “Sistema” glielo permette. Ma non è giusto che dica questo nonsense di fronte a migliaia di persone: non tutti sono imbecilli, non tutti shit head! (altro…)

L’Indifferenza Divina (17)

Meaculpa! (I)

Ecco come funziona questo “Meaculpa!” di questo signore: io prima ti ammazzo e poi grido “Meaculpa!” Io prima ti arrostisco e poi grido “Meaculpa!” Io prima ti rubo tutto quello che hai: corpo, anima, proprietà, e poi grido “Meaculpa!” Io prima riduco il mondo in poltiglia e poi grido “Meaculpa!” Facile, non ti pare, Rossi? Anche i nazisti, seguendo questa logica, potrebbero andare in giro per le strade gridando “Meaculpa!” Anche Hitler in persona potrebbe andare in giro per le strade gridando “Meaculpa!” Anche i fascisti potrebbero andare in giro per le strade gridando “Meaculpa!” Anche Mussolini in persona potrebbe andare in giro per le strade gridando “Meaculpa!” Anche tutti i criminali del mondo, dopo averlo insanguinato, potrebbero mettersi a gridare per le strade “Meaculpa! Meaculpa! Meaculpa!” (altro…)

Viva lo spread! Viva il terrorismo psicologico!

E poi si sapeva, si sapeva fin troppo bene. I miracoli non esistono perché né dio, né cristo, né la madonna, né i santi esistono. Siamo solo nelle mani d’un animale chiamato homo che tutto ciò che fa, lo fa in onore del suo egoismo.

E così ci troviamo, da una parte nelle mani di pazzi, incapaci, arrivisti, arroganti, megalomani, avidi, criminali, quaquaraqua;

dall’altra parte abbiamo il gregge, il popolo, la mandria di gnu pronta a parare tutti i problemi sociali, non con un bastone nodoso e pronto in mano, ma con il culo.

L’assolutismo, il machiavellismo, il fascismo, il nazismo, il franchismo, lo stalinismo, il maccartismo, il polpotismo, il barbarismo illuminato ci inseguono, sono nell’aria, si respirono ovunque perché, al nocciolo, in modo sottile e poco apparente, è di questi che la nostra bestiale società è fatta.

Viva l’Argentina, viva la Grecia, viva la Spagna, viva la Repubblica delle banane, viva gli speculatori, viva la combriccola scimmiesca, viva i così chiamati “babbuini umani” (personalmente preferisco quelli della giungla), viva l’avidità legalizzata e, last but not least, viva i figli di puttana che ci governano!

Cosa?

What a marvellous world!

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Evviva, il presidente della Repubblica delle banane, Cisibibi, scende di nuovo in campo! (3)

“Io denuncio questo schifo. Nel nuovo dizionario etimologico Zanichelli, schifo, nel caso non lo sapessi, vuol dire senso di ripugnanza, di nausea, di disgusto, detto di persona che si comporta in modo contrario al pudore e alla decenza, proprio come fai tu, e tu fai schifo! Io denuncio questo potersi riempire le tasche apertamente e in modo ignobile col sudore dei lavoratori, col sudore dei Rossi, col sudore di quelli che lavorano per davvero.

“Il tuo non è un lavoro. Tu non hai mai lavorato. Non conosci neppure cosa vuol dire questa parola: “lavoro”. Tu gestisci un bene che non sei degno di gestire, un bene che non è tuo ed è per questo che ti comporti da brigante e da menefreghista. (altro…)

Evviva, il presidente della Repubblica delle banane, Cisibibi, scende di nuovo in campo! (2)

“Non funziona nulla, perché tutto ciò che lei dice è falso, tutto ciò che lei guarda appassisce, tutto ciò che lei tocca muore. Ovunque c’è lei, lì c’è il suo cancro, un cancro incurabile e non c’è medicina che lo curi. Ecco perché non funziona niente. Presidente Cisibibi, lei è un tumore sociale!”

A queste parole, Cisibibi si morde le labbra.

“È vero che ha perso la parola, però scatta quando dico certe cose. Bene, bene, vuol dire che ci capiamo anche se lei non parla.

“Sa che in prigione c’è gente innocente che aspetta il processo da anni? Sa che nel Palazzo dell’Eldorado, dove lei rumoreggia coi suoi compari, ci sono decine e decine di politiconi che sono stati condannati per crimini vari e, nonostante ciò, sono ancora lì? Sa che ci sono altri suoi camerati che sono sotto processo da anni ma che non hanno ancora assaggiato un solo giorno di prigione? Sa che è il Popolo che paga per i mega processi dei suoi degni compagni? Sa che ci sono centinaia di delitti irrisolti nella Repubblica delle banane? Sa, sa, sa? E tutto questo a lei non dice niente? Le pare normale? Le pare roba dappoco? Giusto? Democratico? (altro…)

Da “Lo Stato predatore”: Nuova società, nuovi insegnamenti (6)

È tutto vecchio ormai il nostro mondo. Vecchissimo, un dinosauro che barcolla a destra e a manca per le strade di New York. Le vecchie idee non reggono più, proprio come le vecchie e stravecchie strutture, iniziate all’alba della nostra civiltà, non reggono più. È giunta la loro ora. Fanno già parte dei “furono” della storia: c’erano una volta i Kennedy.

Per quello che riguarda le fabbriche scolastiche (collegi, università, istituti), queste sono da riformare sistematicamente. Dopo tutto, non sono mai state degne fino in fondo della loro funzione. Al loro posto propongo la mia scuola. (altro…)

Evviva, il presidente della Repubblica delle banane, Cisibibi, scende di nuovo in campo! (1)

Intervista al presidente Cisibibi, padrone assoluto della Repubblica delle banane.

“Signor presidente, so che lei è sempre superoberato di impegni. Le farò solo qualche domanda. Sappia che sono un portavoce del Popolo e che cercherò di porle quel tipo di domande che il Popolo avrebbe voluto porle, se gli fosse stata offerta questa possibilità. Detto questo, possiamo iniziare”.

“Inizi, allora”.

“Se un poveretto le chiedesse l’elemosina per strada, gliela farebbe?”

“Altroché!”. (altro…)

Da “Lo Stato predatore”: quinto abbozzo, un Governo di Uomini Interi (5)

Nel caso queste quattro proposte di rinnovo sociale, quella dei “Computer”, quella de “I 4 Io Della Salvezza”, quella del “Nuovo Contratto Sociale” e quella della “Democrazia Umana”, non soddisfacessero, eccone un’altra.

Se non si può proprio fare a meno dei politici, allora il mezzo-uomo attuale (il politico) dovrà essere sostituito da un “Uomo-Intero”. Cosa s’intende con questo? S’intende che chiunque voglia fare politica, dovrà assumersi la responsabilità del suo compito. Questo significa che se il politico sbaglia, paga. (altro…)

La Repubblica delle banane

Quando il capo della chiesa bogududiana e il capo della Repubblica delle banane si stringono insieme e si scambiano complimenti e reciproci attestati di stima e si rinnova l’indegno patto già combinato fra di loro, a me viene da ridere, da ridere smodatamente. E poi? E poi penso a quanto sia grande e gloriosa la Repubblica delle banane in cui vivo, allora divento euforico, allora, e non posso farci niente, è più forte di me, tutto, da un momento all’altro si trasforma, diventa cacca, merda, schifo e mi pare di annegare gioiosamente nel più grande paese di merda al mondo.

Scusami, lettore, per tutta questa shit, per tutto questo turpiloquio, linguaggio volgare, abominevole ma, dimmi tu, se noi, noi nessuno, noi incatenati e impotenti spettatori – a meno che non spegniamo la tivù, non leggiamo più i giornali, le riviste, non ascoltiamo più la radio, insomma ci teniamo a distanza da ogni contatto col mondo – a meno che non facciamo questo, come altrimenti possiamo sfuggire alla merda che ci viene buttata in faccia giorno dopo giorno? (altro…)

Da “Lo Stato predatore”: quarto abbozzo, Per Una Democrazia Umana (4)

Nel caso le tre proposte, quella dei “Computer”, quella de “I 4 Vuovi Io Della Salvezza” e quella del “Nuovo Contratto Sociale”, non soddisfacessero ancora, eccone una quarta: dalla “democrazia lupesca” alla “Democrazia Umana”.

Ti sei mai chiesto, Rossi, come si è arrivati alla così chiamata “democrazia”?

“No!”

È quello che pensavo. La cosa è andata più o meno così. Un giorno, i lupi a due zampe (gli animali homo di oggigiorno al potere), stanchi di squartare pecore (il popolo lavoratore), in un momento di particolare sentimentalità, credendo di fare opera buona, hanno deciso di creare un “contratto democratico” tra loro e le pecore. Ecco, grosso modo, com’è stato stipulato questo contratto. I lupi dissero alle pecore: (altro…)

Da “Lo Stato predatore”: terzo abbozzo, Un Nuovo Contratto Sociale (3)


Nel caso le due suddette proposte, quella dei “Computer” e quella de “I 4 Nuovi Io Della Salvezza”, non fossero accettabili, abbozzo una terza proposta. Proporrei, allora, quest’altro tipo di “Contratto Sociale”.

Si prendano in ogni paese del mondo, dal più grande al più piccolo, due persone, un filosofo e uno scienziato, che non abbiano subito un’influenza ideologica, (devono essere un uomo e una donna, poco importa se lo scienziato sia la donna e il filosofo l’uomo o viceversa, quello che importa è che siano, appunto, di ambedue i sessi), li si riunisce, come per i computer, e li si fa lavorare su un “Nuovo Contratto Sociale”. Il contratto sociale in vigore oggi è un contratto fatto dai lupi a due zampe per servire altri lupi a due zampe, e non vi è nulla di più barbaro e indegno di un contratto sociale per pecore e lupi. Noi vogliamo, Rossi, eliminare questo abominio e creare un nuovo “Contratto Sociale” e vogliamo che sia creato, come abbiamo appena detto, da un filosofo e da uno scienziato, presi da ogni paese della Terra. (altro…)

Da “Lo Stato predatore”: Secondo abbozzo, I 4 Io Della Salvezza (2)

Nel caso che il primo abbozzo come modo di governare gli animali homo fosse troppo drastico, proporrei questa seconda option: sostituire “i 4 io del disastro” ora dominanti sul pianeta Terra con altri: “I 4 Io Della Salvezza”.

I 4 “io” del disastro sono: il primo: la religione. La religione, nel suo insieme, rappresenta un “io”. Che cos’è l’ “io” religioso? Menzogna, impostura, volgarità, regresso. Il secondo: i mezzi-uomini (i politici). I mezzi-uomini, nel loro insieme, rappresentano un “io”. Cosa rappresenta questo io? Il crimine istituzionalizzato, l’ingiustizia legalizzata, il dispotismo gerarchico come visione del mondo. Il terzo: il capitalismo. Il capitalismo, nel suo insieme, rappresenta un “io”. Che cos’è l’ “io” capitalista? È sfruttamento, è depauperamento, è inumanità. Il quarto: i monarchi. I monarchi, nel loro insieme, rappresentano un “io”. Che cos’è l’ “io” dei monarchi? È il protocrimine, il crimine sociale iniziale, e tale è rimasto, della nostra civiltà bipede. (altro…)

Da “Lo Stato predatore”: primo abbozzo per un “Nuovo Contratto Sociale” (1)

Per me c’è una sola via di salvezza oggi nel mondo: occorre cambiare politica, abitudini, rotta. Le istituzioni che ci governano non si possono più guarire, sono corrotte dalle fondamenta alla sommità. Tutto l’apparato istituzionale è cancerogeno. Non regge più, fa acqua da tutte le parti, è giunta la sua fine. Dobbiamo crearne uno nuovo. Non abbiamo scelta. 2 + 2 questa volta fa 4 e non 5.

Ovvio, prima di poter applicare un “Nuovo Contratto Sociale”, qualcuno dovrà fare il lavoro sporco, il lavoro di pulizia. I miei abbozzi entreranno in gioco solo a lavoro compiuto. (altro…)

Viviamo in una barbarie illuminata

La mia tesi è sempre stata che noi lavoratori, noi popolo, noi sfruttati, noi nulla (vedere su questo blog l’articolo “il 90% degli esseri umani funge da combustibile per il rimanente 10%”), viviamo in una barbarie illuminata. Tra il primo faraone d’Egitto (Menes) e l’attuale presidente degli Stati Uniti non c’è differenza di contenuto, ma solo di forma. Il primo decideva sulla sorte d’un essere umano come meglio credeva, anche con le sue proprie mani se così desiderava; per il secondo decidono le leggi che egli stesso ha approvato e votato e vanno sotto il nome di democrazia, il risultato però è lo stesso: ambedue despoti dominano sul popolo col pugno di ferro!

Noam Chomsky ha elaborato 10 strategie, portate avanti dai mass media al servizio dei potenti, per smascherare la manipolazione machiavellica e fascista che si nasconde dietro la facciata democratica. Eccole: (altro…)