Perché un prete si fa prete

Sgombriamo subito il campo da alcune idee di base facendoci qualche domanda. Ad esempio, chi è il prete? Risposta: biologicamente parlando è un animale umano, economicamente, 99 su cento, uno proveniente da una famiglia povera. Chi lo spinge a farsi prete? Il 99,9 per cento la chiesa. Qual è il motivo fondamentale per cui si fa prete? I motivi per cui si fa prete sono tanti. Qui ne vedremo solo alcuni.

1 ignoranza in generale ma soprattutto storica

2 debolezza mentale, detto diversamente, incapacità di connettere logicamente e razionalmente le idee giuste dalle idee sbagliate

3 sentirsi incline fin da una giovane età alla pedofilia, all’omosessualità, al sadismo, alla concupiscenza, lussuria, quindi l’abito talare

4 per disperazione esistenziale

5 voler vivere sulle spalle degli altri (altro…)

Ha un senso la vita? (5)

La legge di causalità

Qualcosa di determinante nella nostra struttura biologica ci inchioda a nascere come nasciamo: con due ali, con quattro zampe, con centopiedi. Kant chiama questo la legge di causalità. Cosa intende con ciò? Intende che nella mia cellula uovo c’ero già io con i miei occhi, gambe, braccia, testa, cuore, dita; io, quindi, non potevo nascere albero, cavallo, con tre gambe (prescindiamo da mutazioni e da malformazioni genetiche), ero obbligato da una legge di natura, la legge di causalità, appunto, a nascere come sono nato: un mammifero bipede con le caratteristiche di homo. Questa è la nostra struttura biologica, Rossi.

L’homo è un favoloso intreccio di neuro-trasmettitori che, di volta in volta, a seconda della pulsione biologica, si mettono in azione e realizzano la chiamata. La pulsione risponde ad un bisogno istintivo, a qualcosa di questo genere: “Tocchi questo bottone, viene fuori questo colore; scatta questa pulsione, viene fuori questo bisogno”. Tutto viene messo in scena automaticamente per la propria sopravvivenza. L’insegnamento biologico è un insegnamento privo di professori, ma funziona perfettamente. È un automatismo molecolare: senti sete, devi cercare acqua; senti questo, devi cercare quest’altro. Questo è il nostro repertorio d’insegnamento istintivo, Rossi. (altro…)

Seconda definizione dello Stato predatore (5)

Scrive Agostino di Ippona “Una volta che si è rinunciato alla giustizia, che cosa sono gli Stati, se non una grossa accozzaglia di malfattori? Anche i malfattori, del resto, non formano dei piccoli Stati? Si tratta infatti di un gruppo di uomini comandati da un capo, tenuti assieme da un patto comune e che si spartiscono un bottino secondo una legge tacita. Se questo male si allarga sempre più a uomini scellerati, se occupa una regione, fissa una sede, conquista città e soggioga popoli, assume più apertamente il nome di regno, che non gli viene dalla rinuncia alla cupidigia, ma dal conseguimento dell’impunità”, La città di Dio, pp. 221-222.

Scrive Nietzsche in “Così parlò Zarathustra”:“Stato si chiama il più freddo di tutti i gelidi mostri. Mentisce anche a freddo: e questa menzogna esce strisciando dalla sua bocca: “Io sono lo stato, sono il popolo … Ma lo stato mente in tutte le lingue del bene e del male; e qualsiasi cosa esso dica, mente; e qualsiasi cosa esso possieda, l’ha rubata. Tutto è falso  in  lui: esso morde con denti rubati ad altri, quel mordace. Anche le sue viscere sono false”, p. 87. (altro…)

Terremoto-Dio

Ho sentito un uomo dire sul terremoto di questi giorni in Emilia Romagna che aveva sentito la casa tremare, che aveva avuto tanta paura e che si era rifugiato in camera da letto a pregare il Signore. Incredibile! Incredibile perché se Dio esistesse, allora l’autore del terremoto sarebbe proprio Lui, Dio, essendo Lui onnisciente, onnipotente, Colui che può tutto, insomma, non accade niente nel mondo che Dio non lo vuole o ancora non si muove foglia che Dio non voglia. Chiaro allora: Dio è il responsabile del terremoto in Romagna. E costui va a pregare proprio Colui che gli distrugge la vita e gli annienta la città in cui abita!

Di più. Quest’uomo, se avesse avuto un solo grammo di cervello riflessivo, critico, emancipato, sicuramente avrebbe dovuto pensare che Dio, distruggendo anche e soprattutto i suoi stessi luoghi di culto, luoghi dove dei cretini come lui vanno a pregarLo, questo avrebbe dovuto bastare per fargli capire che Dio non esiste, che Dio è solo un’invenzione degli uomini e nulla più.

È veramente straordinario come si può insozzare la mente della gente, come la si può manipolare, formattare, abbindolare, renderla stolta, sciocca, deficiente, idiota, farle credere le cose più assurde e stupide al mondo.

Che paese meraviglioso!

Per capire la religione, i dogmi, le superstizioni, gli dèi, Dio; per conoscere la storia, lo spirito, l’anima, l’uomo, per emanciparsi dalle catene sociali e culturali, leggere e rileggere L’Indifferenza divina

 

 

Zeitgeist

Una volta chiesi alla mia amica lucertola di spiegarmi che cos’è lo zeitgeist.

Rispose così: Lo zeitgeist non è mai a priori, ma sempre a posteriori.

Cioè?

Prima si fanno le cose e poi, volendo e potendo, si narrano. Detto diversamente, io ti posso parlare del mio zeitgeist di oggi, però, nel caso tu volessi conoscere quello di domani, dovrai aspettare fino a domani sera.

Raccontami quello di oggi. (altro…)

L’Indifferenza divina (10)

Personaggi

Iniziamo col primo, Lattanzio. Come buona parte dei padri della Chiesa, Lattanzio, intorno al 300 dopo la nostra era, andava in giro per le strade di Roma predicando con grande ardore la tolleranza, l’amore, i valori della religione. Questi per lui erano tutto, il resto solo volgarità, atti scimmieschi. Lattanzio era un accanito difensore della vita e contro ogni tipo di violenza: “Se pensate di difendere la religione causando spargimenti di sangue e infliggendo tormenti, andava dicendo, di fatto non riuscirete nel vostro intento, piuttosto arrecherete alla religione stessa vergogna e disonore”, KarlHeinz Deschner, “Storia criminale del cristianesimo”, p. 222.

“La parabola di Lattanzio rifletteva quella della Chiesa, continua Deschner. Dopo avere in passato subito l’esilio e sofferto duramente la povertà, poco dopo il 313 (data emblematica questa, Rossi: Costantino aveva appena accettato nel suo esercito la setta cristiana), Costantino l’aveva scelto come precettore di suo figlio Crispo e incluso nella cerchia dei propri consiglieri. La rapida carriera, lo splendore della corte, le ville della valle della Mosella, i palazzi di Treviri, in breve, le relazioni con i personaggi più influenti del regno, fecero presto dimenticare al vecchio Lattanzio ciò in cui, per tutta la vita, aveva creduto. Così egli decise di dedicare al sovrano il suo trattato in cui non solo cessava di condannare il servizio militare, ma arrivava addirittura ad esaltarlo”, p. 222. (altro…)

Violenza

Che cos’è la violenza? È un fenomeno creato dagli uomini. In natura la violenza non esiste. Ogni bestia si comporta secondo il suo determinismo biologico. Le formiche da più di 60 milioni di anni si comportano sempre nello stesso modo, così tutte le altre bestie, ad eccezione della bestia delle bestie, quella umana.

L’ordine sociale, in ogni paese e in tutto il mondo, è l’organismo che stabilisce quanta violenza può essere tollerata nel suo territorio. È lo Stato che tiene il copyright di questo potere. In altre parole, la violenza è relativa all’ingiustiza sociale. Di più c’è ingiustizia in un paese di più c’è violenza. L’ingiustizia è creata dagli uomini ed è associata col mal governo, con l’incapacità di governare, con lo sfruttamento, con la barbarie, con l’ingordigia e la bestialità.

Dove regna una relativa democrazia, giustizia sociale, buon governo, umanità, amore per il prossimo, c’è poca violenza. Gli uomini, in questi paesi, non si ammazzano l’un con l’altro, ma si rispettano e insieme lavorano per creare il benessere del loro paese. (altro…)

Per una filosofia perenne ovvero viaggio nell’immortalità fisica e virtuale (4)

Il mondo com’è


Il reale

Ci piaccia o no, il mondo in cui viviamo è un caos. Nulla è sicuro in esso, tutto vacilla, scivola, si sgretola, si rompe, si dissolve e, infine, si annienta o viene annientato. Le cose appaiono e spariscono senza un perché. Già detto e stradetto questo concetto e lo diremo ancora. L’uomo viene al mondo senza chiederlo e, senza volerlo, muore. Si sente un oggetto fra gli oggetti. Nessuno lo reclama, nessuno lo vuole, nessuna paternità per lui. È solo, debole ed esposto a mille pericoli. Vive la sua esistenza senza una ragione e, se vuole dare una ragione alla sua vita, deve crearsela. Via via che prende coscienza della sua posizione tra i fenomeni che lo circondano, via via che prende coscienza dell’assurda condizione in cui è immerso, scopre anche la sua vulnerabilità: le forze naturali lo sovrastano. Si sente dominato, imprigionato, impotente. Scopre il vuoto, la vertigine, l’abisso e capisce che solo su questo infido terreno può costruire la sua fragile temporanea esistenza. Il grottesco lo soffoca, lo inchioda, lo condanna ad un destino tragico e crudele. Scopre di essere, infine, goffo, orfano, costantemente minacciato, vittima e carnefice dei propri demoni. È in questo paesaggio infernale e senza senso che l’uomo deve costruire il suo impero, la sua realtà, la sua vita. (altro…)

Ci sono paesi e paesi; politici e politici

Il neo presidente francese, Francois Hollande, inizia, come prima cosa, a tagliare il suo stipendio e quello dei suoi ministri, né più né meno come fanno i signori politici italiani che si aumentano lo stipendio anche quando il resto del Paese fa la fame. E non solo. Rubano anche quel che resta nelle casse dello Stato, cioè quel che resta del sudore di quelli che lavorano per davvero: i contribuenti. Vergogna!

 

Il Paese delle meraviglie (4)

La storia “stile” il Paese delle meraviglie


Chi ha ucciso il Duce?

Mettiamola così, Rossi, nello stile dei meravigliosi. Allora, chi ha ucciso il Duce? Tanto per cominciare, diciamo che l’ha ucciso il partigiano Giacomo. E tanto per contraddire, diciamo che non è stato lui, che è stato il colonnello Valerio. Neppure per sogno! Né l’uno né l’altro. L’ha ucciso, non il partigiano Giacomo, né il colonnello Valerio, ma il partigiano Roby. No, forse l’ha ucciso il partigiano Johnny. Neppure lui. L’ha eliminato il canadese Lauren. No, il meraviglioso Giacomino l’ha fatto fuori. Chiacchiere. Se volete sapere veramente chi ha ucciso il Duce, ve lo dico io: Hitler, ecco chi l’ha ucciso! No, no e no, è stato un australiano a dargli il colpo di grazia. Not at all! Chi allora? Aspetta, è stato catturato a Dongo. Giusto? Pare. Fucilato a Como. Giusto? Pare. Appeso gambe in aria e testa in giù in una piazza di Milano come un maiale al macello. Giusto? Pare. Pare pare pare, è vero invece! Se lo dici tu! Sì, lo dico io! Calma! Insomma, chi l’ha ucciso: gli americani, i russi, gli inglesi, i francesi, i tedeschi, gli arabi, i meravigliosi, i cannibali della terra del fuoco, chi? Chissenefrega chi l’ha ucciso! Come chissenefrega? (altro…)

Uno show a senso unico

Ormai fanno tutto loro, hanno tutto in mano loro, non li ferma più nessuno. E noi? Noi siamo solo delle bestie intrappolate nelle nostre gabbie domestiche. Prendete La7 in questi giorni, prendete Enrico Mentana, Fabio Fazio, Luciana Litizzetto, Roberto Saviano e avete già capito quello che voglio dire. Le bestie nelle gabbie, cioè i telespettatori, di fronte a questi fenomeni così tanto insistentemente pubblicizzati, non hanno scampo. E dove altro potrebbero andare oltre che a inchiodarsi davanti alla televisione?

Però, se volete togliervi la curiosità e tastare se quello che dico io è giusto, mettete su La7 una Cicala al posto di Enrico Mentana, un Camaleonte al posto di Fabio Fazio, un Chihuahua al posto di Luciana Litizzetto e un Coyote al posto di Roberto Saviano e vedrete, senza neppure tanta pubblicità, vedrete che invece di avere attaccati alla televisione 9 milioni di telespettatori ne avrete 18. Come vedete, ci vuole poco genio e poca arte per ottenere il doppio di questo tipo di pubblico e non dico questo con disprezzo. Ormai le cose funzionano così: chi si esibisce e chi fa da spettatore. (altro…)

L’attacco dei topi

Oggi ho visto, nel Palazzo dell’Eldorado, un fracco di topi, topi che correvano da tutte le parti, topi che squittivano, topi spaventati, topi col pelo ritto, topi con gli occhi impauriti, topi che si muovevano con circospezione, pronti a svignarsela in caso di pericolo, topi che si riunivano intorno alle loro tane, buchi, fogne e borbottavano animatamente. Ma cos’era successo?

Era successo, almeno così mi era parso di capire che, non un gatto ma un gattino, aveva afferrato con una zampa, più per giocare che per altro, la gamba d’un topo e gliel’aveva un po’ maltrattata. È stato questo episodio a creare, da una parte, il terrore dei topi del Palazzo dell’Eldorado, topi che usualmente si nascondono nei cunicoli, nel formaggio Gruyere, nelle cantine, nei sotterrani, in luoghi sicuri e dove possono vivere e nutrirsi tranquillamente e, dall’altra parte, topi incazzatissimi che volevano organizzare un attacco in massa contro il gattino. (altro…)

Ha un senso la vita? (4)

Muffa, scimmia o homo sapiens?

Arthur Schopenhauer, in un passo riportato nel libro di Rüdi ger Safranski “Quanta globalizzazione possiamo sopportare?”, scrive: “Nello spazio infinito ci sono innumerevoli sfere lucenti, intorno a ciascuna delle quali ne ruotano forse una dozzina di altre più piccole e illuminate che, calde all’interno, sono ricoperte da una crosta indurita e fredda, sulla quale uno strato di muffa ha generato esseri viventi e conoscenti”, p. 10.

La nostra sfera lucente, Rossi, si chiama Sole. Intorno ad essa ruotano, pare, dieci pianeti. Tra questi pianeti che ruotano intorno alla Sfera lucente, c’è la Terra, la nostra dimora galattica. Essa, come dice Schopenhauer, è costituita da un nucleo caldo interno composto di ferro, di solfuro ferroso e di nichel, poi c’è un nucleo meno caldo, poi il mantello e infine la crosta. Questa, lontana dalla fornace centrale, è andata via via raffreddandosi. Su questa crosta raffreddata, si è creata una muffa, un qualcosa che rassomiglia ai funghi, alla gelatina, al muschio. Da questa muffa fungosa si sono sviluppati diversi tipi di muffe fungose. Alcune pelose, altre pennute, altre frondose, altre ancora striscianti ecc. La maggior parte di queste creature è dotata di istinti che le permettono di vivere e di riprodursi. (altro…)

Lo Stato predatore (4)

La testa del popolo e la testa dei predatori

L’ingiustizia e la corruzione non alloggiano nella testa dei poveri, ma nella testa dei “furbi” e degli “addottorati”. Si penserebbe il contrario, ma non è così. Gli analfabeti, i poco istruiti, i nullatenenti, sono incorruttibili, non hanno una cultura sofisticata che li possa corrompere, che li spinga a possedere tutto, a volere tutto, ad essere perversi e ingiusti. La loro ambizione ha un limite: la sopravvivenza. Risolvere il problema della fame è la loro battaglia giornaliera. Non hanno altri grilli per la testa. E come potrebbero se sono da mattina a sera bersagliati dalla miseria? Questa produce ignoranza, sottomissione, accettazione: tutto accettano pur di restare in vita.

La miseria ha anche la sua virtù: rende umani i poveri. Umani non si nasce, umani si diventa e i poveri diventano umani grazie alla loro povertà. Questa, che conosce il prezzo che bisogna pagare per restare in vita, insegna ad essere buoni, generosi, appunto, umani. Infatti, tra di loro i poveri si aiutano. Hanno una morale e una bontà istintiva. Nascono con lo spirito di aiutare l’altro. (altro…)

L’Indifferenza divina (9)

Le radici bibliche

Le radici bibliche, sono vere? Sono state tratte da una storia reale, esistita? Ecco cosa scrive Celso a riguardo: “Quei popoli che hanno avanzato pretese sulla propria antichità come gli Ateniesi, gli Egiziani, gli Arcadi e i Fregi sostengono che presso di loro ci sono stati degli uomini generati dalla terra stessa e ciascuno di quei popoli ne fornisce delle prove. Gli Ebrei invece, rannicchiati in un non so quale angolo della Palestina, privi di qualsiasi cultura e senza aver mai sentito dire che queste leggende già da gran tempo erano state illustrate da Esiodo e da un’infinità di uomini ispirati, misero insieme favole le più incredibili e grossolane: un uomo sarebbe stato plasmato dalle mani di Dio e quindi insufflato, una donna sarebbe stata creata dal suo costato, Dio avrebbe imposto certi comandamenti cui un serpente avrebbe contrastato e questo serpente avrebbe alla fine prevalso sui comandi di Dio. Favole, come si vede, buone per essere raccontate alle vecchiette e nelle quali, nella maniera più empia, si rappresenta Dio già fin dall’inizio impotente ed incapace di farsi ubbidire persino da quell’unico uomo che egli stesso aveva plasmato”, p. 155. (altro…)

Un felice susseguirsi di cose

L’altro giorno, mentre ero un po’ perso nei miei pensieri, intuivo che di fronte a me si delineava una magra prospettiva di lavoro e una giornata tratteggiata dalla noia, sono andato allora a farmi un giro, così, su Internet. Ho aperto e chiuso parecchi siti web e, quando stavo per spegnere il computer, ho aperto il sito dell’ U. A. E. R. (Unione Atei Emancipati Razionalisti). Mi sono messo a sfogliarlo come uno sfoglia un libro prima di comprarlo. Dopo aver letto diverse pagine, sento qualcosa cambiare in me. La fatica mi stava passando, la noia anche e iniziavo a sentirmi invaso d’una crescente curiosità.

Mi sono messo ad aprire sul sito in questione alcuni articoli, scritti, saggi, tutti degni della massima attenzione. Ad esempio, nella voce “Biblioteca” ho trovato un tesoro di argomenti: laicismo, storia, razionalismo, i grandi classici, emancipazione, scritti filosofici, ateismo, narrativa, religione, arte ecc, tutti messi lì in modo semplice e attrattivo da sbirciare, leggere, contattare. (altro…)

Viviamo in una bara cosmica

Noi non viviamo nel migliore dei mondi possibile come piaceva pensare al filosofo Leibniz e nemmeno in un mondo paradisiaco e questo oggi si sa fin troppo bene, grazie alla scienza.

Non viviamo neppure in uno spazio aperto, come ci dicono o vogliono farci credere gli esperti, cosmologi, fisici, ecc, noi viviamo in una bara cosmica che, oltre ad essere una bara, funge anche da contenitore di spazzatura cosmica, cioè colleziona e/o si prende in testa tutto quello che il cosmo gli butta addosso. In altre parole, noi potremmo trovarci seppelliti sotto una massa di oggetti provenienti dallo spazio – meteoriti, comete, detriti stellari, materiale spaziale, sporicizia eterea ecc – dall’oggi al domani senza avviso e senza perché. Siamo un target nello spazio, un tiro al piattello del caso e dell’assurdo.

E non solo. Siamo confinati in un baratro dall’apparenza aperto, senza fondo, ma in realtà chiuso, ermeticamente sigillato. Al massimo, grazie alla tecnologia e alle notti luminose, ci è consentito sbirciare fuori dal baratro e farci qualche piccolo giro giretto intorno ad esso, ma non altro. (altro…)

L’Indifferenza divina (8)

Le imprese del Padre

La creazione: come Dio creò il mondo

Prima immagine: Dio creò se stesso. Come? chiede Rossi. Non lo so, risponde Guglielmini.

Seconda immagine: Dio creò il mondo. Come? chiede Rossi. Non lo so, risponde Guglielmini.

Terza immagine: Dio creò l’uomo. Come? chiede Rossi. Non lo so, risponde Guglielmini.

Quarta immagine: Dio creò gli esseri umani, poi li distrusse, poi li ricreò. Come? chiede Rossi. Non lo so, risponde Guglielmini.

Quando Dio creò il mondo?, chiede ora Rossi a Guglielmini.

Seimila anni fa, risponde Guglielmini.

Ma com’è possibile questo? chiede ancora Rossi. (altro…)

Chi spinge i suicidi a suicidarsi?

Vediamo.

C’è un determinismo biologico e questo non si discute. Se nasciamo pecore non possiamo trasformarci in balene; se la nostra vita si deve concludere nel giro di cent’anni, è inutile sognare di vivere in eterno; se siamo un contenitore di atomi è assurdo voler concepirci spiritelli.

C’è un determinismo culturale. Se nasciamo e cresciamo in Italia, allora parliamo italiano, mangiamo cibo italiano, viviamo su un pezzo di terra dalle caratteristiche stivalesche, ci nutriamo d’una cultura mafiosa, superstiziosa, schiavista, papale, stregonesca, baciaculo, di mal governo, corruttrice, ci facciamo portatori e portavoce, per il bene e per il male, della storia del nostro paese, cioè diventiamo italiani – italiani non si nasce, italiani si diventa – dalla testa ai piedi. (altro…)

L’Indifferenza divina (7)

“Dio lo vuole!”

Sai qual era, Rossi, qual era il grido più agghiacciante durante tutto il periodo medioevale? Era il grido della guerra. La gente era terrorizzata solo ad udirlo. Ma non c’era nulla da fare. Le cose stavano così. Tu mettevi figli al mondo per poi vederteli strappare e portare al macello. Trascinavano tutti, volenti o nolenti, alla guerra. Uomini di qualunque età dovevano andare a morire al grido di Dio lo vuole! Dio lo vuole! Dio lo vuole! Questo era il grido. E cosa voleva Dio, il Signore degli Eserciti? Era ovvio cosa voleva. Dal momento che era il Signore degli Eserciti, non voleva la pace, voleva la guerra, voleva che i suoi figli si facessero a pezzi sui campi di battaglia, voleva morte, stragi, distruzioni, dolori, fiumi di sangue. Jahvé era assetato di sangue; Dio era assetato di sangue; Cristo era assetato di sangue; la Chiesa era assetata di sangue; erano tutti assetati di sangue, sangue, sangue e sempre più sangue. Al grido di Dio lo vuole! si ammazzava, si ammazzava, si ammazzava. Ecco il volere dell’Altissimo! (altro…)

L’Indifferenza divina (6)

6. La cultura del reale

In quei tempi, non c’erano solo le invenzioni assurde e stravaganti, gli alieni e gli antiuomo, c’era anche la realtà e, guarda caso, era proprio questa a produrre le cose che “contavano”. Gli stregoni potevano inventarsi tutto quello che volevano, però, al nocciolo, ogni cosa doveva essere conquistata coi fatti, si spiegava solo in base ai fatti. Erano le azioni ad avere ragione sulla fantasia. Il cibo non arrivava sulla tavola invocando Dio, ma con le lotte e con il lavoro dei contadini; gli edifici non si costruivano invocando Dio, ma con il lavoro dei muratori; le battaglie non si vincevano invocando Dio, ma coi rischi che affrontavano i soldati: tutto ciò che contava per la conservazione della vita, dalla prima all’ultima cosa, doveva essere conquistato con il fare umano. Le preghiere, le invocazioni: fiato sprecato; la Manna, il cibo che piove dal cielo: una mega balla; la Provvidenza, non ne parliamo neppure. In breve, profeti, maghi, sciamani, santi, preti non potevano niente contro la “realtà” ed era questa ad avere l’ultima parola. (altro…)

L’Italia, il Paese perfetto per carnefici e vittime

Ci è voluto tempo, ma infine ci sono riusciti, i golosissimi. E così da una parte ci sono i tiranni e dall’altra parte c’è il popolo. Questo, nel Paese delle meraviglie, fa di tutto per soddisfare i suoi spilluzzicatori, gustatori, quelli che prima di mangiarlo, l’assaggiano, lo provano: sono i suoi raffinatissimi signori e padroni.

Nulla da dire, il nostro è un popolo lavoratore, ubbidiente, ossequioso, bravo, appunto, saporito e meraviglioso!

E non solo. Li sceglie e li vota anche con gusto e partecipazione, i suoi boss. Qui, in effetti, ha l’imbarazzo della scelta: leghisti, berlusconisti, pietristi, casinisti, vendolisti, bersanisti, finisti, rutellisti, grillisti e tutti, nessuno escluso, la fanno a gara per conquistarlo e, alla fine del gioco, i vincitori, cioè quelli che lui stesso ha scelto come padroni e signori, lo assoggetteranno e lo sfrutteranno sempre con meno garbo e discrezione. (altro…)

Per una filosofia perenne ovvero viaggio nell’immortalità fisica e virtuale (3)

3. La fisica come esercizio spirituale

Due tipi di “spirituali”: quello fisico e quello religioso

Il cervello ha tre principali modi di pensare: istintivo, razionale, meditativo. Il primo è il più veloce, il secondo è più riflessivo, il terzo più contemplativo. Per dare qualche esempio, potremmo dire che il primo, il pensiero istintivo, è naturale, non possiamo governarlo, non ne abbiamo controllo. Se toccassi un oggetto rovente col dito, il trarsi indietro della mano sarebbe immediato e molto rapido. Questo modo di agire e reagire di fronte all’imprevisto è determinato e può essere salutare, ma anche fatale, come quando ci immobilizziamo di fronte ad un pericolo. Il secondo, il pensiero razionale, riflette sul fare prima di agire. Se volessi organizzare una cena, prima dovrei pensare alla data, poi al numero degli invitati, poi a come assegnare i posti a tavola, poi al menu, alle bevande ecc. Il terzo, il pensiero meditativo, senza che ce ne accorgiamo, ci viene alla mente nei modi più inconsueti, magari mentre passeggiamo o stiamo riflettendo su certi comportamenti nostri o dei nostri amici. La meditazione appoggia l’intuizione, è un pensiero ruminante. Vedere un albero è vedere anche la foresta e viceversa. Nella meditazione affiora il pensiero a priori, quel modo di pensare che cerca di prevedere ciò che potrebbe o non potrebbe succedere in certe situazioni. (altro…)

Il Paese delle meraviglie (3)

3. Come i meravigliosi sono diventati meravigliosi

Se pensi, Rossi, se pensi che all’inizio della nostra storia, era lei, lei, la Chiesa, a governare, a fare e disfare, a dettare leggi su tutto ciò che riguardava la politica del Bel Paese. Era lei che si era appropriata sia del “potere temporale” che del “potere spirituale”. La Chiesa usava il credo religioso con quelli cui bastava il credo religioso e la spada con coloro che del suo credo religioso non sapevano cosa farsene. In altre parole, la politica di base era questa: forte coi deboli, debole coi forti.

I principi del Paese delle meraviglie, cresciuti sotto il segno del bambin Gesù, pendevano dalle sue labbra. Se qualcuno osava contraddirla, era guerra, guerra che la Chiesa organizzava contro il principe ribelle. E se il suo esercito, l’esercito del boss del Vaticano, non bastava, non riusciva ad averla vinta, allora il papa chiamava delle potenze straniere in aiuto. Queste venivano nel nostro paese, l’invadevano e, mentre erano sul territorio, razziavano tutto quello che potevano. E non facevano solo questo. Stupravano le nostre donne, uccidevano i nostri uomini, i nostri bambini, distruggevano case, campi seminati, campagne e, infine, se ci riuscivano, sconfiggevano il principe ribelle. (altro…)

Ha un senso la vita? (3)

3. Catastrofismo: una nuova visione della vita

“Bisogna considerare la nostra specie e molte altre in perpetuo pericolo di estinzione, scrive Dana Desonie in “Catastrofi cosmiche”. Nel luglio del 1994 abbiamo assistito alle collisioni di più di 20 frammenti della cometa Shoemaker-Levy 9, ciascuno di circa un chilometro di diametro, con la superficie di Giove”, p.17. “La cosa più importante che la Shoemaker-Levy 9 ci ha insegnato è che le collisioni cosmiche non sono fenomeni che appartengono solo al passato, sono invece eventi possibili nel tempo di una vita umana, coi quali la scienza contemporanea si trova a dover fare i conti”, p.116.

“La Cometa Shoemaker-Levy 9 entrò nella stratosfera di Giove viaggiando alla velocità di 60 chilometri al secondo (circa 134.000 miglia all’ora)”, p. 9. “Se la cometa Shoemaker-Levy 9 avesse colpito la Terra, il nostro destino avrebbe potuto essere simile a quello dei dinosauri”, p.10. “I paleontologi hanno riconosciuto, nel corso degli ultimi 540 milioni di anni, 24 estinzioni di massa notevoli, in ciascuna delle quali scomparve tra il 25 e il 95 per cento delle specie”, p. 83. (altro…)

Lo Stato predatore (3)

3. Prima definizione dello Stato predatore

Con Stato predatore, mi riferisco sia a un solo Stato che a più Stati predatori. A questo proposito, voglio fare tre considerazioni.

La prima è che se questi, Stato o Stati predatori, non sono all’altezza di governare il mondo, non sono capaci di darci una società pulita, perché averli?

La seconda considerazione è che, per quello che io so, non ci sono Stati democratici sul pianeta Terra. La democrazia è una finzione, una presa in giro. Forse la Svizzera e qualche altro paese scandinavo potrebbero avvicinarsi, dico avvicinarsi, all’idea di democrazia, ma ne sono ancora ben lungi. In Cina Russia India Giappone America Spagna Africa Portogallo Italia Egitto, dappertutto nel mondo lo Stato è un organismo predatore. Quindi, noi, Rossi, lo chiameremo come merita di essere chiamato: appunto, STATO PREDATORE. Gli Stati predatori, proprio come fanno i lupi, le iene, cacciano in branco, si aiutano a vicenda: ecco la loro politica.

La terza considerazione è che, quando ti dico, Rossi, che non vedo democrazia, non ti parlo solo in veste di europeo, ma ti parlo anche e soprattutto in veste di UNO DI QUEGLI 826 MILIONI CHE SOFFRONO LA FAME NEL MONDO. “Benché sulla terra vivano poco più di sei miliardi di persone, ogni anno 826 milioni soffrono di sottoalimentazione cronica e invalidante”, Jean Ziegler, “La privatizzazione del mondo”, p. 14. (altro…)

Italiani e anti-italiani

Ho sotto gli occhi questa notizia presa dall’Espresso. Recentemente “il Parlamento ha votato all’UNANIMITÁ e senza astenuti un aumento di stipendio per i parlamentari pari a circa  1.135,00 euro al mese.” Poi segue una lista dello stipendio e dei privilegi dei signori parlamentari.

Stipendio euro 19.150,00 al mese; stipendio base circa euro 9.980,00 al mese; portaborse circa euro 4.030,00 al mese (generalmente parente o familiare); rimborso spese affitto circa euro 2.900,00 al mese; indennità di carica (da euro 335,00 circa a euro 6.455,00) tutti esentasse. Più telefono cellulare gratis, tessera del cinema gratis, tessera teatro gratis, tessera autobus-metropolitana gratis, francobolli gratis, viaggi aereo nazionali gratis, circolazione autostrade gratis, piscine e palestre gratis, FS gratis, aereo di Stato gratis, ambasciate gratis, cliniche gratis, assicurazione infortuni gratis, assicurazione morte gratis, auto blu con autista gratis, ristorante gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per euro 
1.472.000,00). Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione
 dopo 35 mesi in parlamento mentre obbligano i cittadini a 35 anni di
 contributi (41 anni per il pubblico impiego!)

. Circa euro 103.000,00 li incassano con il rimborso spese elettorali
 (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), più i
 privilegi per quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del 
Senato o della Camera. (Es: la sig.ra Pivetti ha a disposizione e 
gratis un ufficio, una segretaria, l’auto blu ed una scorta sempre al 
suo servizio)

. La classe politica ha causato al paese un danno di 1 miliardo e 255
 milioni di euro ecc. (altro…)

L’Indifferenza divina (5)

5. Come sono nate le religioni

Ti sei mai chiesto, Rossi, come sono nate le religioni? No? Ebbene, all’inizio erano viste come “una specie di scienza”, una scienza falsa, of course, ma questo i primitivi non lo sapevano. Si davano risposte assurde sulla creazione del mondo, su com’era iniziato, come sarebbe finito, cosa c’era dopo la morte, cos’erano gli spiriti, come uno doveva comportarsi in vita, come funzionavano le cose in generale e qual era il ruolo dello schiavo e del padrone. Ovviamente, tutto o quasi tutto ciò che pensavano e dicevano era, se non assurdo, sbagliato. Un esempio, i coccodrilli, i corvi, pensavano che fossero degli dèi!

La realtà era tutt’altro che quella che si immaginavano i nostri cavernicoli. Non era colpa loro, comunque, se erano fuori pista. Non si nasce scienziati, anche se la scienza è innata in ogni animale, scienziati però si diventa e, infatti, per noi, ci sono voluti millenni e millenni di storia prima che diventassimo, non scienziati veri, ma scienziati ragionevolmente tollerabili. (altro…)

L’Indifferenza divina (4)

4. L’assurdo e l’irrazionale

Cerchiamo di capire meglio. Chiediamoci quali sono i reali possessi dell’Indifferenza divina. Lo sai, Rossi? No? Non fa niente. Te lo dico io e senza tanta retorica: sono l’ASSURDO e l’IRRAZIONALE. Sono questi il suo tesoro. E che tesoro! Da quando ha iniziato la sua favolosa avventura, non ha fatto altro che vendere, e imporre con la forza se necessario, questi suoi due concetti: l’assurdo e l’irrazionale. Tutto quello che essa rappresenta e possiede oggi, l’ha ottenuto smerciando l’irrazionale e l’assurdo. Pochi si rendono conto di questo, e ciò per diverse ragioni che noi, via via, esamineremo.

Oltre questi due possedimenti, l’irrazionale e l’assurdo, la Chiesa non ha niente. Dio, paradiso, vita eterna, li hai mai visti, tu, Rossi? Tutto il suo patrimonio reale e immaginario si riduce a queste due parole: l’irrazionale e l’assurdo oppure, se vuoi, l’irragionevole e il ridicolo o ancora l’incoerente e il folle, scegli tu. È con questi che si è costruita tutta la sua ricchezza materiale e spirituale. (altro…)

Per una filosofia perenne ovvero viaggio nell’immortalità fisica e virtuale (2)

2. L’uomo e la terra

Oggi del pianeta terra sappiamo tutto o quasi. Non ci sfugge più niente d’importante di questo sasso che romba nel cielo. Possiamo anche calcolare, se così vogliamo, di quanti atomi e di quanti granellini di sabbia è composto. Sappiamo, inoltre, che non è sicuro passeggiare sui suoi lungomari. I disastri potrebbero arrivare da un momento all’altro e da ogni dove, soprattutto dalle sue stesse viscere, dal suo violento e imprevedibile fare: vulcani in eruzioni, tsunami, spostamento e rovesciamento dei poli, terremoti, tempeste, tifoni, valanghe.

Oggi sappiamo, matematicamente, che potremmo essere spazzati via da un giorno all’altro da un meteorite che entrasse in collisione con la terra. E non solo da uno, ma da una quantità di meteoriti, se non addirittura essere bombardati da un numero tale di corpi celesti così da poter raddoppiare il volume della terra. Se, poi, fossimo raggiunti dalla radiazione d’una stella del vicinato, una supernova o quel che si voglia, saremmo cancellati dal mondo in un batter d’occhio e senza un perché. (altro…)

Beppe Grillo: “I partiti sono peggio della mafia, strangolano le vittime”

Perché poi tutte queste cornacchie se la prendono con Beppe Grillo? Ha detto qualcosa che non avrebbe dovuto dire? E cosa? Ah, certo, ha parlato di mafia e di politica, lo fa sempre, ha detto che “i partiti sono peggio della mafia, strangolano le vittime”. E con questo? Ha detto forse qualcosa che non sia vero? Per quello che ne sappiamo, noi lavoratori, noi cittadini umiliati e offesi, è che la mafia non ha ucciso l’Italia, la politica sì: l’ha uccisa! E allora?

Comunque, se esiste la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta, la sacra corona unita, se esistono le brigate rosse, se esistono gli anarchici, se esiste la corruzione all’ultimo grado, se esiste lo schifo sociale elevato a sistema in Italia, questo lo dobbiamo al mal governo. (altro…)

Il Paese delle meraviglie (2)

2. Il fare dei meravigliosi

Ritornando a casa

A questo punto della nostra Lettera, Rossi, voglio raccontarti qualcosa di personale. “Personale” per modo di dire perché, in realtà, tutto quello che ti ho scritto finora è “personale”. Io scrivo in prima persona. In ogni modo, mentre ero all’estero, avevo idealizzato un po’ troppo la zolla natale e non vedevo l’ora di ritornarci. Ricordo una conversazione con un mio amico, un certo Dalton, Denis Dalton, un americano, che mi disse un giorno:

“Per quello che so del tuo paese, non sarei poi così ingenuo da credere che lì sia tutto rose e fiori. Comunque, sai, dopotutto, è il paese in cui sei nato, e questo, a volte, lo si difende a torto o a ragione”.

Era così, Rossi: se qualcuno parlava male del mio Paese, in quei tempi, partivo subito all’attacco. Ah, l’ignoranza, l’ignoranza!

Ricordo anche che, una volta, avevo regalato “I Promessi sposi” ad una gentil signora che aveva espresso la curiosità di leggere un romanzo del Pdm (Paese delle meraviglie). Perché “I Promessi sposi?” Perché la libreria in cui ero andato, in quel momento, non aveva altro. Era una vecchissima edizione. Lo comprai. Glielo diedi. A lettura finita, la gentil signora mi ha detto: (altro…)

Ha un senso la vita? (2)

2. L’Universo: un paziente incurabile

Non è poi così sano, tranquillo e meraviglioso il nostro Universo come potrebbe apparirci a prima vista. No, pas du tout. Anch’esso, come noi, ha i suoi lati oscuri, i suoi raffreddori, i suoi grattacapi e, veniamo al dunque, anch’esso, come noi, ha il suo destino segnato.

Nel 1856, lo scienziato tedesco Hermann von Helmholtz, scrisse: “L’Universo sta morendo”. Il fondamento di questa apocalittica affermazione era il cosiddetto Secondo principio della termodinamica. “Questo annuncio”, scrive Paul Davies nel suo libro “Gli ultimi tre minuti”, “è forse il più lugubre di tutta la storia della scienza”, p. 20-24

Il filosofo inglese Bertand Russell, quando seppe di questa scoperta, si espresse così nel suo libro “Perché non sono cristiano”:

“Tutte le fatiche di tutti i tempi, tutta la dedizione, l’ispirazione, la luminosa grandezza del genio umano, sono destinate a estinguersi nella vasta morte del sistema solare, e il tempio delle conquiste umane sarà inesorabilmente sepolto sotto i detriti di un universo in rovina: questi asserti, pur essendo soggetti a discussione, sono tuttavia così vicini alla certezza che nessuna filosofia può permettersi di respingerli, se vuole avere qualche speranza di validità. Solo nell’ambito di queste verità, solo sul saldo fondamento di un’ineluttabile disperazione, può essere costruito, d’ora in avanti, l’edificio dell’anima”, p. 24. (altro…)

Lo Stato predatore (2)

2. Il concetto di proprietà

Gli indiani d’America, quando videro gli europei mettere staccionate, filo spinato, stabilire frontiere e poi dire: “Questo è mio!” “Questo è nostro!”, si meravigliarono. Non conoscendo il concetto di proprietà, si chiedevano: “Come si può possedere la terra quando è fatta per ospitare e nutrire tutti? Come si può dire “questo è mio” o “questo è nostro”, dal momento che appartiene a tutti, anche agli animali? Nessuno può possedere il cielo, la terra, i fiumi, le spiagge. “Wie kann man den Himmel kaufen oder verkaufen – oder die Wärme der Erde?” Come può l’uomo comprare o vendere il cielo oppure il caldo e la Terra? “Mutter Erde-Bruder Himmel”, Texte von Dedo Weigert und Peter Musail, p. 2.

Gli indiani si sbagliavano, of course. Non era così, per gli europei. Questi non avevano fatto altro, durante millenni di evoluzione, che dire “Questo è mio!” Pensa, Rossi che, oggi, se vai in vacanza in Liguria, trovi che la spiaggia, anche la spiaggia!, se la sono comprata o commercializzata quasi tutta gli speculatori. A volte, se non paghi, non puoi neppure avvicinarti al mare e, quando riesci a farlo gratuitamente, sarà sicuramente su quel pezzo di spiaggia dove viene scaricata l’immondizia o sboccano le fogne. (altro…)

Preti e politici: uno show visto e stravisto

Quando io vedo un politico o un prete in televisione, cambio lì per lì canale o la spengo. Perché? Ovvio perché. Perché tutto quello che possono dire il prete e il politico io lo conosco fino alla nausea. So, ad esempio, che ogni singola parola che dicono, la dicono per difendere la loro ideologia, la loro parassitaggine, il loro egoismo, il loro ignobile fare, il loro spadroneggiare sul popolo.

Infatti, di cosa può parlare un politico? Di crisi, di corruzione, di sprechi, di incapacità e di preferire il caos all’ordine sociale. Perché il caos? Perché nel caos sociale, come quello in cui viviamo, ad esempio, lui, il politico, è l’attore numero uno, la prima donna, il buffone più in vista, e a lui piace il circo, il palcoscenico. Il politico è fondamentalmente un attore. Di più. È uno scansa fatiche di primordine. Di più. È uno che vuole appropriarsi di tutto, non aver responsabilità, comandare su tutti. Il politico è fondamentalmente un malato mentale e questo lo si sa già; un malato mentale che rovina e distrugge la vita di quelli che malati non sono. (altro…)

Il più bel sogno della mia vita

Mi sono svegliato questa mattina, primo maggio 2012, di malumore. Nulla mi consolava, nulla m’invitava a sorridere, nulla m’incitava a continuare a vivere. Ho pensato ch’era giunta l’ora, l’ora di farla finita. Come? Il tritolo, una bella carica di tritolo avrebbe risolto il mio caso. Certo, avrei sporcato un po’. Pazienza. L’idea mi è piaciuta. Un bel salto, un bel boom ed è tutto finito. Non più mattinate di black spleen, non più dover andare al cesso, non più dover bere il solito caffè! Libero finalmente di tutte queste schiavitù naturali. Stavo per telefonare a qualcuno per rifornirmi del materiale necessario, quando ho sentito suonare il campanello. Un vecchio amico.

Cosa vuoi?

Parlarti.

Il discorso è andato per le lunghe e passarono in fretta alcune ore. Mia moglie nel frattempo aveva preparato da mangiare e all’amico non gli è dispiaciuto onorare il nostro desco. Mangiammo. Bevemmo. Parlammo ancora. Poi l’amico se ne andò e io, in quel momento e dopo quella inaspettata chiacchierata, non volevo più ammazzarmi. (altro…)

L’Indifferenza divina (3)

3. Un po’ di storia: quando la credenza era credenza

Tu sai che i primi padri dell’Indifferenza divina (del padre fondatore, Saulus, ti parlerò più avanti), in quei favolosi tempi, se ne andavano in giro raccontando alla gente di resurrezioni, della fine del mondo, di apparizioni, di vendette divine, del regno di Dio, di colossali cambiamenti, del paradiso, dell’inferno ecc., ecc., ecc. Tutte queste vicende avrebbero dovuto verificarsi per confermare le aspettative di questi primi zelatori cristiani, ma le cose che loro predicavano, si sono verificate?

Succedevano anche cose buffe, in quei favolosi tempi, Rossi. Pensa che alcuni, quelli che avevano gambe robuste ed erano credenti appassionati, alla fine di ogni secolo salivano sui monti più alti per sfuggire al diluvio universale, cosa che non avvenne mai, al massimo si verificarono inondazioni locali. (altro…)

Italiani!

Smettetela di abbassare i pantaloni, smettetela di piegare la schiena e sfacchinare, smettetela di strisciare come vermi, eretti dunque! e tutto quello che poi succederà sarà un milione di volte meglio di come stanno le cose adesso!

L’Italia è in mano ai parassiti politici, in mano a quelli che non fanno niente e non sanno fare niente eccetto che danni e proteggere i loro indegni e occulti colossali interessi privati e per di più si prendono anche le vostre vite e lo fanno in modo volgare disonesto bestiale.

L’Italia sta boccheggiando, l’Italia è in fin di vita; sento già odore di sangue, di strage, di tragedia, sento che la sua sciagura è vicina.

Italiani, italiani, italiani, svegliatevi!, l’Italia ha bisogno di voi adesso! Adesso o mai più, perché poi, poi sarà troppo tardi. I boss al potere la stanno distruggendo alla velocità della luce. (altro…)

L’Indifferenza divina (2)

2. L’Indifferenza divina

Cosa intendo, Rossi, quando parlo d’indifferenza divina? Intendo indifferenza sistematica e in tutti i sensi. Non sto parlando però dell’indifferenza che gli uomini hanno verso i loro simili o le loro opere. Ad esempio, restare indifferenti dopo aver visto un film, uno spettacolo, letto un libro, essere stato ad una conferenza. No, non sto parlando di questo tipo d’indifferenza, parlo dell’Indifferenza divina e intendo indifferenza netta, fredda, assoluta. L’indifferenza di Dio è totale per ogni cosa che succede a noi e nel mondo. Dio è indifferente di fronte alla morte di bambini, di fronte alle più aberranti crudeltà, di fronte ai crimini più efferati, di fronte ad ogni tipo di assurdità, di fronte all’ingiustizia, di fronte alla barbarie. Di fronte a tutte queste drammatiche vicende e a un milione di altre ancora, Dio tace sempre, è sempre sordo, cieco, INDIFFERENTE. I santi fanno altrettanto. Sono sordi, muti, ciechi, senza cuore, senza anima, privi di sensi, di ragione, INDIFFERENTI. Dio non muove mai un dito in nessun affare o vicenda umana e terrestre. Sempre assente, buca sempre, Lui non si fa mai vedere. Non fa nulla di nulla. Uno tsunami ha distrutto un paese, un tornado sta distruggendo una città, un meteorite sta per annientare il pianeta: di fronte a queste calamità Dio, le divinità, i santi tacciono, TACCIONO SEMPRE. La regola è: nessun aiuto, nessun conforto, nessun gesto, niente di niente. L’Indifferenza divina è totale, globale; è anche violenta, spietata. Ecco come rispondono Dio e i santi quando noi, nei nostri momenti più neri e disperati, li invochiamo, ci indirizziamo a loro: con l’INDIFFERENZA ASSOLUTA.” (altro…)

“No all’antipolitica” dice il presidente

Quando Giorgio Napolitano dice “No all’antipolitica”, in realtà non sta dicendo niente di nuovo, niente che noi cittadini dell’ultima categoria non sappiamo fino alla nausea. E cos’altro comunque avrebbe potuto dire uno nella sua veste e nella sua posizione? Ma scherziamo! Forse ci saremmo aspettati che un politico come lui, che ha sempre mangiato a più non posso sulle spalle del popolo, sulle spalle di quelli che lavorano per davvero, forse ci saremmo aspettati che lui si desse il bastone sul muso con le proprie mani e che dicesse “Sì all’antipolitica!” Su, dài!

A proposito, può un avvoltoio trasformarsi in una formica? È mai successo qualcosa del genere in natura? No! E allora? Napolitano, dicendo “No all’antipolitica”, sta semplicemente e chiaramente difendendo la sua categoria, il suo bel vivere, il suo dolce far niente. No no e no, il politico Napolitano non sputa nel piatto in cui mangia e lui ci mangia benissimo in questo piatto, ci mangia da re!

 

Per capire la politica, per conoscere la sua storia, il suo spirito, la sua anima, per essere cittadini informati e avveduti, leggere e rileggere Lo  Stato predatore