Scrive Agostino di Ippona: “Una volta che si è rinunciato alla giustizia, che cosa sono gli Stati, se non una grossa accozzaglia di malfattori? Anche i malfattori, del resto, non formano dei piccoli Stati? Si tratta infatti di un gruppo di uomini comandati da un capo, tenuti assieme da un patto comune e che si spartiscono un bottino secondo una legge tacita. Se questo male si allarga sempre più a uomini scellerati, se occupa una regione, fissa una sede, conquista città e soggioga popoli, assume più apertamente il nome di regno, che non gli viene dalla rinuncia alla cupidigia, ma dal conseguimento dell’impunità.”
Scrive Proudhon: “Esseri ‘governati’ significa essere controllati a vista, ispezionati, spiati, diretti, legiferati, regolamentati, parcheggiati, indottrinati, pregati, controllati, soppesati, apprezzati, censurati, comandati, da esseri che non hanno né il titolo, né la scienza, né la virtù. Essere ‘governati’, significa essere, a ogni operazione, a ogni transazione, a ogni movimento, annotati, registrati, recensiti, tariffati, timbrati, tosati, quotati, patentati, diplomati, autorizzati, ammoniti, impediti, riformati, raddrizzati, corretti. Significa, col pretesto dell’utilità pubblica e in nome dell’interesse generale, essere messi a contribuzione, addestrati, taglieggiati, sfruttati, monopolizzati, concussi, spremuti, mistificati, derubati; poi, alla minima resistenza, alla prima parola di protesta, repressi, multati, vilipesi, braccati, strapazzati, picchiati, disarmati, legati, imprigionati, fucilati, mitragliati, giudicati, condannati, deportati, sacrificati, venduti, traditi e, come se non bastasse, presi in giro, beffati, oltraggiati, disonorati. Ecco il governo, ecco la sua giustizia, ecco la sua morale!”
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