A ognuno il suo sogno (racconto) *

 

Paolo, Paolo il muratore, non faceva altro che sognare il giorno in cui sarebbe andato in pensione. Una buona parte della sua vita era stata percorsa da questo forte desiderio: smettere di lavorare e prendersi la pensione. Le belle stagioni, il canto degli uccelli, il mormorio dei ruscelli in primavera, tutto, tutto sarebbe diventato incantevole, ma solo dal giorno in cui avrebbe smesso di lavorare e si sarebbe preso la sua tanto amata pensione, pensione, pensione: il sogno della sua vita!

C’è gente che sogna di scalare l’Everest, altra di viaggiare in paesi esotici e altra di diventare ricca. Il sogno di Paolo il muratore era quello di andare in pensione.

Vittorio, il suo aiutante, non la pensava così. Vedeva l’evento pensione in modo diverso. A sessantacinque anni, l’età della pensione, se uno ci arriva, non può più godersi la vita, è già vecchio, pieno di acciacchi, di piccoli e grossi mali che gli attaccano il corpo e si può quasi dire che è bello e pronto per il cappotto di legno, particolarmente per quelli come lui e Paolo che facevano dei lavori pesanti. Per Vittorio, ch’era d’una generazione più giovane di quella di Paolo, la pensione voleva dire la fine. Si diventava anche un peso per tutti: per la famiglia, per la società e per se stessi – una vera catastrofe!

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La vita, che cos’è in realtà?

 

Il mondo e l’uomo

Per quel che sono

E non pe come noi vogliamo che siano

 

Non ridete a questa domanda, perché lo so che è una domanda che può far ridere, dato che ormai anche i baby sanno che cos’è la vita. Ma poi, lo sanno veramente?

Sappiamo, però, che prima o poi, tutto quello che la vita ci ha dato, sempre se ci ha dato qualcosa, se lo riprenderà con gli interessi. E la cosa non finisce qui. Mentre seguiamo il destino che ci è stato assegnato senza averlo chiesto, e cioè vivere, scopriamo che la vita e la morte sono una degenerazione della materia. In altre parole, noi siamo carne malata. Questa crea un pensiero malato, uno spirito malato, una conoscenza malata, una vita malata, una morte malata o ciò che noi chiamiamo vita e morte.

Gli animali, tanto per chiarire meglio l’argomento, che vivono solo d’istinto, non sono malati (farei eccezione di quelli che vivono negli zoo o in casa), gli animali non sanno che nascono per vivere e morire, noi umani sì. Ecco la reale malattia di cui noi umani soffriamo. Questa malattia la si traduce in conoscenza: più uno conosce, più è malato. Il cervello, l’organo principale del pensiero, non è altro che un enorme groviglio di cellule malate. La cultura, la storia, la filosofia, l’arte, la tecnologia, la poesia, la scienza, la musica, tutto, tutto quello che abbiamo e abbiamo creato è sgorgato da un pensiero malato.

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“Schiavi del Tempo”

 

“Fino a quando una sola persona viene

astutamente usata e ingiustamente maltrattata,

tutte le istituzioni che compongono l’intero Pianeta,

non sono degne di esistere”.

Orazio Guglielmini

 

A volte certe cose non andrebbero dette, ma quando senti che non puoi fare a meno di non dirle, allora le dici. È quello che sto per fare io ora. Vi parlerò di questo libricino che voi non vedete, ma io ce l’ho davanti agli occhi “Schiavi del Tempo, La folle corsa del mondo postmoderno. Riflessioni per una vita più umana, lenta e consapevole”, comprato su Amazon per E 9,90. È poco più di 130 pagine. L’autore è un certo Ivan Petruzzi, nato a Berna nel 1983. Il suo libro è stato pubblicato da Amazon.

Ve lo riassumo così: mettiamo da una parte il 99,9% della saggistica italiana e dall’altra parte “Schiavi del Tempo” del signor Petruzzi. Non ci crederete, ma io sono arciconvinto che leggendo questo libricino, imparerete molto ma molto di più che leggendo il 99,9%, della saggistica italiana. In quest’ultima troverete di tutto eccetto ciò che riguarda la vita vera e propria e le dinamiche essenziali dell’esistenza. Nel libricino di Ivan Petruzzi, invece, troverete tutto il necessario delle cose più importanti e più fondamentali della vita e tutto questo e molto altro scritto in uno stile semplice e scorrevole. Quindi, leggendo questo libricino, vi approprierete d’una vera e propria filosofia sociale ed esistenziale che vi permetterà di scoprire, a voi e ai vostri figli oggi e sempre, un’arte di vivere, un’arte di godere e di far godere e anche vi farà intendere come una piccolissima parte della società umana, avida di averi e poteri, sta portando il mondo, passo dopo passo, alla rovina.

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La Terra e l’universo

 

Il mondo e l’uomo

Per quel che sono

E non pe come noi vogliamo che siano *

 

Ciò che questa monetina da 5 centesimi che io mostro sul palmo aperto della mano destra è in grandezza per la Terra, la Terra, a sua volta, lo è per la Via Lattea. Se poi la Terra è vista in termini cosmici, cioè fra le altre 3-4 miliardi di galassie del nostro universo, la Terra allora diventa 100 miliardi di volte più piccola d’un solo atomo. Detto diversamente, non è neppure visibile al microscopio.

Fino a qualche tempo fa, e questo lo dimentichiamo spesso, ma non dovremmo, la Terra era al centro dell’universo, al centro del cervello, al centro delle nostre ideologie, al centro di tutto, grazie alla nostra ignoranza e alla nostra arroganza; ora, grazie alla nostra conoscenza e alla nostra “libertà di pensiero!”, non solo ha perso il suo centro e il suo prestigio, ma addirittura, nei confronti dell’universo, la Terra è invisibile.

Noi? Non ci vede neppure la Luna!

 

*                Preso dalla Trilogia, il secondo libro: “Dal nulla del nulla all’immortalità virtuale”

Il suicidio filosofico è una ribellione contro il mondo assurdo e vuoto in cui viviamo

 

Io non sono un pessimista, né un idealista

e non ho assoluti. Sono un naturalista, ac

cetto la realtà per quello che è e cerco di

vivere in essa come meglio posso. *

 

Quest’atto triste e drammatico, ha un mare di spiegazioni, ma ce n’è una che ci pare, almeno logicamente, tollerabile. Nasciamo piangendo e moriamo piangendo. Potremmo accettare la nascita perché, anche se nasciamo piangendo, a quell’età non capiamo le ragioni, e poi i nostri genitori si prenderanno cura di noi e questo fino a quando non siamo pronti a prenderci cura di noi, noi stessi.

Ma cosa dire della vecchiaia? Possiamo accettarla come accettiamo la nascita? No, non possiamo. Questa, la nascita, ci porta passo dopo passo, lungo tutta la vita, a capire che prima o poi, se abbiamo la fortuna o la sfortuna di diventare vecchi, diventeremo anche come quando eravamo bambini: dipendenti dagli altri. I bambini appena nati non sanno, ignorano tutto; i vecchi sanno, non gli sfugge più nulla. La vecchiaia, ai loro occhi, è vista come una sconfitta esistenziale e totale, perché è mostruosa: diventiamo degli oggetti poco piacevoli alla mercé altrui.

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L’immortalità virtuale e l’inizio d’una nuova scienza

Per “immortalità virtuale” qui s’intende sentirsi padrone d’una conoscenza universale che si ripeterà per sempre e per sempre più o meno allo stesso modo: nascita, evoluzione, morte o sparizione. Ad esempio, quando conosciamo le quattro stagioni e sappiamo che dopo la primavera viene l’estate e sappiamo che fino a quando il nostro sistema solare continuerà a funzionare come funziona adesso, allora sappiamo anche che se la vita del Sole è di 10 miliardi di anni, allora per 10 miliardi di anni dopo la primavera viene l’estate. Una ripetizione questa che dura 10 miliardi di anni.

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Il mondo per com’è e non per come vogliamo che sia

 

Viviamo, e questo oggi tutti quelli che hanno un po’ di cervello lo sanno benissimo, viviamo in un mondo spietato, dove il nostro casuale destino è stato inciso negli elementi che ci costituiscono ancora prima che noi nascessimo. Sapere è comprendere, è capire e capire e comprendere è giudicare. Quindi noi sappiamo che nasciamo su una graticola e che via via che prendiamo coscienza di ciò che ci aspetta, questa visione si trasformerà in fiamme. Da qui in poi scopriamo di vivere in un inferno a porte e finestre spalancate a 360 gradi.

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Dov’è nata la vita? *

 

“Too much ado for nothing

Molto rumore per nulla”.

Shakespeare

 

 

Invero, anche se scoprissimo che la vita sulla Terra viene da Marte, questo non spiegherebbe nulla riguardo all’origine della vita. E su Marte, chi l’ha portata, la vita? L’origine della vita non va cercata sui pianeti, neppure nella nebulosa che diede vita al nostro Sole, ma nel primo proto-elemento. È lì che è nata la vita. Vita e materia e materia e vita sono inseparabili, non c’è l’una senza l’altra e questo in un eterno abbraccio fra vita e materia.

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In che mondo viviamo?

 

Il mondo e l’uomo

Per quel che sono

E non pe come noi vogliamo che siano.

 

In un mondo vecchio, vecchio di idee, vecchio di gusti, vecchio di sentimenti, vecchio di comprensione, vecchio di credenze, vecchio nel governare, vecchio nel vivere, vecchio e basta. La tecnologia non migliora l’uomo umanamente, ma meccanicamente: lo rende un robot. All’uomo manca un’umanità vera, sentita, reale, un’umanità umana tutta umana.

L’educazione non è tutto, ma aiuta

 

Io non sono un pessimista, né un idealista

e non ho assoluti. Sono un naturalista, ac

cetto la realtà per quello che è e cerco di

vivere in essa come meglio posso.

 

La paura viene dall’ignoranza, dal non comprendere i fenomeni che ci circondano, dall’invisibile, dalle tenebre. I manipolatori di vite umane conoscono questa nostra debolezza mentale molto bene e ne approfittano tanto quanto possono.

Oggi, oggi nel 2021, viviamo in un mondo zeppo di bugie, di falsità, di tabù istituzionalizzati, santificati che sono diventati leggi; oggi, però, per molte persone e di ogni ceto sociale, questi tabù, bugie e falsità sono morti, morti e stramorti. Per queste persone, lì dove una volta c’erano le tenebre, oggi brilla la luce, la luce dell’intelligenza e della conoscenza, quindi non ci credono più. E allora?

Io sono convinto che una Vera Reale Educazione, sia a livello scientifico che culturale, ci trasformerebbe tutti, buoni e cattivi, in “Veri Esseri Umani” e, senza questa educazione, continueremo a comportarci più da bestie che da esseri umani, proprio come abbiamo fatto fino adesso e continuiamo a fare.

Le nostre scuole, collegi, università, oggi, grazie ai loro indottrinamenti ideologici ( vedere sul mio blog “Le università sono fabbriche della mente machiavellica” ), trasformano la bestia che c’è in ognuno di noi ancora più in bestia.

Quindi?

Le religioni

 

Io non sono un pessimista, né un idealista

e non ho assoluti. Sono un naturalista, ac

cetto la realtà per quello che è e cerco di

vivere in essa come meglio posso.

 

Le religioni sono un’invenzione a livello mondiale, quindi non si tratta di credere o di non credere, si tratta semplicemente d’una menzogna sociale e culturale che va contro la natura umana. Non è necessario elencare le conseguenze brutali che l’umanità subisce a causa delle religioni ormai da millenni – le guerre e le uccisioni più grottesche sono dovute a esse -, perché questi crimini religiosi li conosciamo tutti.

La religione, come il sistema monarchico, politico e capitalista, è un sistema di sfruttamento e lo si pratica con l’indottrinamento, con le favole, con la forza e con ogni altro mezzo. Non penso che oggi, nell’intero mondo, ci sia un solo prete che crede veramente, fa il prete perché gli conviene. Per lui, in un mondo così corrotto e bestiale, così inumano e assurdo com’è il nostro, il suo lavoro, pensa lui, non è peggiore di tanti altri!

Bene, tuttavia, io sono uno che crede: credo nell’istruzione, credo in uno spirito libero, positivo e creativo, credo in una Vera Reale Umanità; non credo nella discriminazione, non credo nella violenza, non credo nell’ingiustizia. Credo, dunque, in una Democrazia Vera Reale e Planetaria, tanto Reale Vera e Planetaria quanto lo siano la fisica e il Sistema Solare a cui noi apparteniamo.

“Viviamo nel migliore dei mondi possibili”

 

Io non sono un pessimista, né un idealista

e non ho assoluti. Sono un naturalista, ac

cetto la realtà per quello che è e cerco di

vivere in essa come meglio posso.

 

Il filosofo tedesco del diciassettesimo secolo, Leibniz, credeva che noi vivessimo “nel migliore dei mondi possibili”. Purtroppo, non è così. Noi non viviamo nel migliore dei mondi possibili. Per nulla. Come ha potuto pensare questo, lui un filosofo? Ha mai riflettuto sul vero stato, sul vero accadere delle cose nel mondo in cui viveva? L’ha mai visto per com’era e non per come “lui” voleva che fosse? Ha mai pensato che la società che lo rappresentava era governata dalle peggiori creature della sua stessa specie e, nonostante ciò, questi signori si facevano passare per dei migliori? Sapeva che tutto ciò che appariva nell’intero universo, fisico o biologico, inanimato o animato, vegetale o volatile, pesce o roccia, tutto, dalla prima particella alla più grande delle stelle, tutto era condannato a finire, prima o poi, nel peggiore dei modi possibile?

Certo, mi rendo conto che ai suoi tempi l’apertura mentale era quello che era, però da qui a dire che vivevamo nel “migliore dei mondi possibili” ce ne vuole! Giusto sarebbe stato di dire che “Vivevamo nel peggiore dei mondi possibili”.

Diciamocelo tutto in una volta: bisogna essere innocenti o bigotti o machiavellici per dire certe cose, filosofi o non filosofi!

Quello che È e quello che NON È : Ieri, Oggi e Sempre

 

Io non sono un pessimista, né un idealista

e non ho assoluti. Sono un naturalista, ac

cetto la realtà per quello che è e cerco di

vivere in essa come meglio posso. *

 

Qui parliamo di quello che NON È.

Abbiamo, consciamente o inconsciamente, riempito la Terra e la nostra testa, tra l’altro, di invenzioni, di cose che non esistono, che non si vedono, che non si sentono, che non si toccano, che non si trovano sulla Terra, né nel sistema solare, né nel resto dell’universo. Viviamo di bugie, ci alziamo il mattino e ci raccontiamo bugie, andiamo a letto la sera raccontandoci bugie, sogniamo durante la notte bugie, adoriamo le bugie, siamo una specie schiava delle bugie.

Alle bugie abbiamo costruito i più grandi e i più falsi edifici e monumenti. I pittori e gli scultori più geniali della Terra gli hanno dedicato le loro opere più belle; i poeti più illustri i versi più toccanti; tutti gli artisti, piccoli e grandi e da ogni angolo della Terra, hanno cantato e osannato bugie a questo e a quello idolo non esistente. Siamo una specie che si nutre di una vuotaggine ragionata, cioè di bugie.

Le bugie però non ci aiutano a crescere, né a vivere meglio. Tutt’altro, sono la base della discordia e della violenza fra noi umani. Infatti, nonostante la nostra lunga storia, siamo rimasti cattivi, cattivi e infantili. Stiamo, non solo distruggendo il mondo che ci ospita, ma anche ci stiamo autodistruggendo.

La domanda a questo punto è: “Fino a quando riusciremo a cibarci di bugie senza che ci vanno di traverso e ci affogano?

 

*          Io credo che la nostra salvezza come specie di questo pianeta, l’otterremo solo e solo se impareremo ad accettarlo per com’è e non per come NOI vogliamo che sia.

Mangia o sarai mangiato

 

La realtà per quello che è

E non per quello che noi

Vogliamo che sia

 

C’è un darwinismo atomico: le particelle, gli atomi, i corpi infinitesimali si mangiano l’un l’altro.

C’è un darwinismo dei fenomeni più grandi: i corpi fisici, e di tutte le dimensioni, si distruggono e si divorano a vicenda.

C’è un darwinismo biologico: il più forte mangia il più debole.

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Lo zio Carlo e le parole che più mi hanno fatto riflettere sulla vita

 

Avevo cinque o sei anni allora. Eravamo in pieno inverno. Fuori faceva freddo, si sentivano raffiche di vento e pioggia mista a grandine sul tetto. Io e lo zio Carlo eravamo seduti in silenzio vicino al focolare in cucina. A un certo punto, lo zio, di punto in bianco, mi assalì dicendo:

“Lo sai, lo sai che tu sei più ricco di me?”, ha detto in dialetto.

“Non è vero, zio,” ho risposto io pronto come se quella domanda me la fossi aspettata, “sei tu il più ricco.”

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Le università sono fabbriche della mente machiavellica

 

 

La realtà sociale per quello che è

E non per quello che noi vogliamo che sia

 

La scienza, quindi le università. Queste, di cui noi andiamo così fieri, in realtà, sono fabbriche della mente. Non sfornano solo “scienza, filosofia e umanità”, sfornano anche e soprattutto servi, schiavi, bigotti, parassiti e psicopatici dell’Establishment, ma soprattutto sfornano quelli che non ne hanno mai abbastanza di averi e poteri. Potremmo dire, quasi quasi, che tutto quello che sfornano queste fabbriche della mente machiavellica, è al servizio dei briganti che governano il mondo.

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Un sogno che si trasforma in un incubo

 

Perché hai un viso così sorridente questa mattina?

Perché non dovrei averlo?

Perché, a volte, particolarmente appena alzato, hai un aspetto che solo a vederlo non so se piangere o ridere.

Non è sempre così.

Fortunatamente.

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Sono un apolide, però quello che mi piace di più è sentirmi un cittadino del mondo senza classe e senza frontiere

 

 

E, nonostante ciò, nonostante questa mia apoliticità, ho da dire questo alla nostrana politica. Per me Renzi non vuole una “Italia viva”, vuole una “Italia morta!” Punto. Il partito 5 stelle si dovrebbe vergognare, incluso il suo fondatore, e questo se avesse un poquito di rispetto per gli italiani e un poquito di umana dignità. Così dovrebbe fare anche il partito di quello che una volta si sgolava urlando nei microfoni e dai parchi “Roma ladrona”, per poi scoprire che in materia di ladroneria, superava la “Roma Ladrona” all’infinito.

Devo però ammettere che Giuseppe Conte è stato l’unico politico di questo paese che ha attratto la mia attenzione. Ho ascoltato due dei suoi interventi e anche le domande e le risposte che ha dato ai giornalisti, e quando l’ho sentito dire che amava il Popolo italiano, mi è parso che l’avesse detto col cuore e che era onesto. Era pronto a mettercela tutta per tirare l’Italia fuori dalla pandemia e dal bordello in cui si trova perennemente. Ho intuito, allora, e per la prima volta, che l’Italia aveva un politico che avrebbe fatto di tutto, nonostante i suoi sbagli, la sua inesperienza e i suoi limiti, per tirarla fuori dai guai. Ho pensato, a sangue caldo, che se mai fossi andato a votare, l’avrei votato.

Per conto mio, non c’è in Italia un solo partito che ritengo degno del mio voto e per questo non vado a votare, perché allora voterei Conte? Perché ha avuto il coraggio di dire in uno dei suoi speech che amava il Popolo italiano: “IO AMO IL POPOLO ITALIANO”. Non sono sicuro se ha usato queste parole e in quest’ordine, ma in sostanza è quello che ha detto, cosa questa che non ho mai sentito dire da un altro politico italiano e a me questa frase ha colpito molto.

I politici italiani, e il mondo intero ormai lo sa, fanno bene solo tre cose: la  prima come aumentarsi sempre, crisi o non crisi, lo stipendio e tutta una serie di diritti che i cittadini non si sognano neppure, la seconda come ridicolizzare il loro paese e, infine, of course, come distruggerlo. Tre cose, queste, che pare che facciano parte del loro DNA.

Cos’altro dire? Solo questo. Con certi doni, anche se io non ci credo, però la realtà lo conferma, con certi doni si nasce, e se si nasce così, cosa possiamo farci!?

 

 

L’Innominabile

L’Innominabile *

 

Einstein pubblicava, nel 1905, i suoi famosi articoli sulla rivista scientifica “Annalen der Physik” dove solo pochi scienziati e con fatica riuscivano a capirci qualcosa; io pubblico i miei articoli sul Web, su Facebook, su Twitter e chiunque, data la loro semplicità e realtà, può leggerli e capirli nel mondo intero.

 

 Come si presenterebbe il mondo se non ci fossero esseri umani? In realtà, se non ci fossero esseri umani, per quello che ne sappiamo, il mondo non si presenterebbe affatto, perché non esisterebbe. Oppure esisterebbe, però sarebbe come se non esistesse. La sua realtà, il mondo, la deve a noi. Senza di noi diventerebbe una realtà invisibile.

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Il manifesto dell’anti-arte *

 

Tutto quello che fino ad oggi abbiamo considerato arte, arte in realtà non è, è propaganda, è divulgare l’assassinio. Detto diversamente, è scrivere, dipingere, poetare, comporre, scolpire, costruire, fare film, creare canzoni, spettacoli, opere, in breve  e con qualche mini eccezione, è sintonizzare gli organetti del malaugurio sul fare di quelli che governano il mondo con il culo. Non si parla infatti che di loro, di loro! I veri autori d’una civiltà fallita e mostruosa.

 

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Credenza e tipologia di credenti

 

Otto punti di vista sulla credenza religiosa: quello dell’ignorante, quello dell’egoista, quello dell’avveduto, quello dell’assoluto, quello della volontà di fede, quello dell’agnostico, quello dell’ateo e quello della credenza istituzionalizzata.

 

La credenza IGNORANTE

Questa non ha nessun valore. Quale valore potrebbe avere una credenza ignorante (ignorare vuol dire non sapere, essere all’oscuro, non avere cognizione) e incolta? Nessuno. È una credenza pericolosa sia per l’ignorante sia per la società. Il credente ignorante è facilmente manipolabile, suggestionabile, è come un pesce che abbocca al lamo: gesto fatale! Tra la credenza ignorante e la credenza dei cani di Pavlov, non c’è differenza. Il credente ignorante, come la bestia, ignora, non sa, crede ciecamente. È il pollo che crede che il suo benefattore va a portargli da mangiare come fa tutte le mattine e, invece, da lì a poco, sarà esso stesso a essere mangiato. La credenza ignorante non ha una paternità culturale degna di essere presa in considerazione. È una credenza stolta e animalesca e nulla più.

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Ciò che mi distingue da Copernico, Newton, Einstein e Hawking

 

Il mondo per com’è

e non per come noi

vogliamo che sia.

 

Io ho qualcosa da dire sull’universo che il signor Copernico non aveva,

Io ho qualcosa da dire sull’universo che il signor Newton non aveva,

Io ho qualcosa da dire sull’universo che il signor Einstein non aveva,

Io ho qualcosa da dire sull’universo che il signor Hawking non aveva:

Conosco le origini, le radici e la base dell’universo che loro non conoscevano.

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Non si nasce per vivere, si nasce per morire

                              ovvero

Il nostro non è il regno della vita, è il regno della morte

 

Ovulo-spermatozoo

Quando s’incontrano una cellula uovo e uno spermatozoo, nasce una nuova vita. Da questo momento in poi, ogni secondo che passa per questa nuova vita, è un secondo in meno. Questo concetto, il concetto che non si nasce per vivere, ma per morire, vale per tutto ciò che appare nell’universo, incluso l’universo stesso. In altre parole, tutto ciò che spunta dal nulla del nulla, ritorna nel nulla del nulla. Perciò, non si nasce per vivere, si nasce per morire.

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Artisti, sport estremo e cellule adipose

 

 

Per una nuova visione dell’uomo e dell’universo

Le cose per come stanno e non per come noi vogliamo che siano

 

È tutta una questione fisica, biologica, mentale. Il mistero non esiste, esiste solo l’ignoranza, questa sì.

Le cellule dell’obesità, per come agiscono nel corpo, si equivalgono alle cellule dello sport estremo – alpinismo, surfing, formula uno, boxing; inoltre, le cellule dell’obesità, per come poi funzionano nel loro insieme, si equivalgono anche, con risultati diversi, alle cellule mentali degli artisti – Mozart, Flaubert, Picasso.

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Scott Fischer e il 10 maggio 1996 sulla cima dell’Everest

 

Se Scott Fischer è diventato un grand’uomo, non lo è diventato perché era un eccellente alpinista, tanto meno perché era il capo di Mountain Madness, ancora meno perché era un americano e non parliamo poi perché era un buon padre di famiglia; Scott Fischer è diventato un grand’uomo perché la società non è riuscita, nonostante tutte le sue trappole, a fare di lui un robot sociale. È questo il ritratto che mi sono fatto di questo personaggio mentre leggevo “Cronaca di un salvataggio impossibile” di Anatolij Bukreev e G. Weston DeWalt, ed è la cosa più bella che può capitare a una vita umana.

 

La Trilogia: l’universo e l’uomo per ciò che sono

 

1         Flash sulla storia dell’universo e dell’uomo
2         Dal nulla del nulla all’immortalità virtuale
3         Figlio degli elementi e del big bang, l’autobiografia cosmica d’un essere umano.  

 

Quest’opera, senza tante pretese e senza tanti giri di parole, si fa portatrice di 3 idee fondamentali e sane.

La prima: Una nuova visione dell’universo e dell’essere umano per quello che sono e non per come noi abbiamo sempre fantasticato che fossero e, purtroppo, continuiamo a farlo.

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Lo Stato, gli Sbirri, il Popolo

 

Il mondo per com’è e non per come si vuole che sia

 

Art. 1 della Costituzione: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranita appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. 

 

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Io e l’immenso

 

una nuova visione dell’universo e della vita

 

non so voi

ma io ho bisogno

prima di morire

di avere una visione del tutto

e il mio tutto è questo:

 

Quando cerco di dare uno sguardo o di darmi un valore nell’immenso in cui mi trovo a vivere senza un “ma” e senza un “perché”, e non importa come immagino me stesso o che tipo di valore mi dia nei suoi confronti, devo ammettere che non riesco neppure a percepirmi in un modo o in un altro. Mi immagino meno, molto meno d’una particella infinitesimale, inesistente o quasi. Insomma, un nulla e niente più.

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I 4 pilastri che reggono l’universo sono: il nulla del nulla, il proto-elemento, lo spazio e il tempo

 

 

Le vere fondamenta dell’edificio cosmico

 

Questi quattro concetti sono alla base dell’universo e vanno visti in quest’ordine:

Primo viene “il nulla del nulla”

Secondo viene “il proto-elemento”

Terzo “lo spazio”

E quarto “il tempo”

Vediamoli un po’ più da vicino uno per uno.

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“Il grande libro della natura è scritto in linguaggio matematico”

 

Il mondo per com’è e non per come si vuole che sia *

 

La matematica non è una scienza, se per scienza intendiamo tutto ciò che è visto al microscopio e al telescopio. Questi due strumenti di precisione hanno centrato milioni e miliardi di fenomeni piccoli e grandi in ogni angolo dell’universo, ma mai un numero.

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La storia umana in nuce

 

Per una nuova visione dell’uomo e dell’universo

 

E la storia umana significa uccidere, uccidere e ancora uccidere. Non importa come: in modo naturale, in modo violento, in modo sadico, dispotico, divino, bestiale, democratico, machiavellico, diabolico, basta solo menzionarlo. Ciò che conta nella storia umana è uccidere e si uccide.

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Il Vero Coronavirus è l’Uomo

 

Invecchiando le cose non sono cambiate nella mia testa, sono solo diventate più chiare. Per me, il vero Coronavirus non è il Covid19, il vero Coronavirus è l’uomo, è più precisamente quella categoria d’uomo che, da quando il mondo è mondo, si è imposto ai suoi simili come carnefice e padrone. Oggi conosciamo tutti questo “Signore” come il boia legalizzato e istituzionalizzato che governa il pianeta Terra, non con amore, giustizia e saggezza, ma con le armi e col terrore.

Ecco il vero Coronavirus!

 

Primo maggio, la festa dei lavoratori

 

I lavoratori, da quando sono diventati lavoratori, sono gli esseri più sfruttati, umiliati, bastonati, insultati, schiavizzati e fregati al mondo, e il primo maggio sarebbe la loro festa? E chi l’ha detto? Il primo maggio, non è, in realtà, la festa dei lavoratori, il primo maggio è la festa di quelli che succhiano il sangue ai lavoratori, ecco di chi è la festa!

Quanto cinismo!

Lavoratori, è ora di aprire gli occhi o chiuderli per sempre!

Le avventure dell’MG, il Mostro Giustiziere *

 

Racconto

 

I così chiamati “esseri umani” camminavano per le strade tesi e impauriti. Se qualcuno gli si avvicinava, il loro cuore era già in subbuglio. Ai semafori, gli automobilisti, nonostante avessero i finestrini ermeticamente chiusi, si guardavano nervosi e circospetti intorno e fra di loro, pronti a scattare e a passare anche col rosso se fosse necessario. Quando uno entrava in un negozio, in un bar, in un ufficio, ovunque, se non era conosciuto creava subito un’atmosfera inquieta, di allarme. Nella testa dei presenti balzava l’interrogativo silenzioso: “Potrebbe essere lui?” Tutti avevano paura di tutti, il terrore si era ormai impadronito delle loro vite. L’MG, il Mostro Giustiziere, come alcuni l’avevano definito, avrebbe potuto essere chiunque e ovunque e, con lui, c’era poco da scherzare.

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Il salto, cenno autobiografico

 

 

 

Compiuti i sedici anni, confuso e smarrito fra tanti desideri, incomprensioni e idee, ma deciso e contro la ferma volontà della Mamma, me ne sono andato via da casa, lasciando la mia famiglia, le mie bestie, la mia Timpa (montagna), i miei sogni da bambino e adolescente insieme al luogo dov’ero nato e vissuto fino ad allora (Pantaleo) e sono partito per il nord Italia.

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L’universo per com’è e non per come noi vogliamo che sia in 10 immagini (10)

 

Decima istantanea dell’universo

 

QUESTA POESIA, “Potrebbe anche non piacervi”, è stata censurata da FACEBOOK domenica 29 marzo 2020. Ecco cosa scrive a riguardo:“Non è stato possibile inviare il tuo messaggio per la presenza di contenuti segnalati come offensivi da altri utenti di Facebook”. “contenuti segnalati come offensivi” li troverete leggendo la poesia. Grazie.

 

Potrebbe anche non piacervi

ma questo è il nostro universo

ne abbiamo parlato

il resto è quello che volete

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L’universo per com’è e non per come noi vogliamo che sia in 10 immagini (9)

 

Nona istantanea dell’universo

 

Bolla di sapone, spazio e gnomi, una favola

C’era una volta una piccola piccola bolla di sapone. Si muoveva e si agitava a destra e a manca e su e giù in uno spazio vasto e illimitato. Era piccola, molto piccola, la bolla di sapone, se confrontata con lo spazio che la circondava, ma piuttosto grande e complessa per gli gnomi, gli gnomi che vivevano sul suo ventre. Questi spiritelli avevano dato alla bolla di sapone molti nomi. Alcuni la chiamavano mondo, altri cosmus, altri universo e altri multiverso, ma la piccola piccola bolla di sapone era solo una piccola piccola bolla di sapone e nulla più. Poteva solo oscillare e fluttuare a destra e a manca e su e giù e in tutte le direzioni nello spazio infinito in cui viveva. Queste erano le sue azioni, il resto era immaginazione, l’immaginazione degli gnomi che l’abitavano.

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Fratelli e Sorelle di Facebook

 

Fratelli e Sorelle di Facebook, di Twitter, del Web e di tutte le lingue e colori in giro per il mondo, siamo sotto attacco! Il nemico questa volta non viene dal mare, non viene dal cielo e neppure dalle trincee, il nemico questa volta è invisibile e lo si chiama Coronavirus, Covid19, guerra batteriologica, insomma Morte! Noi, noi il suo bersaglio! E perché? E cosa gli abbiamo fatto a questo signor Coronavirus per meritarci tutto questo?

Fratelli e Sorelle di Facebook, di Twitter, del Web in giro per il mondo e a casa nostra, non abbassiamo la guardia, non è il momento!; non lasciamoci andare, non è il momento!; tutto ma non veniamo meno al nostro dovere di ESSERI UMANI!

Se il Coronavirus vuole prenderci la vita, allora dovrà pagarla cara! Troviamo la forza, la forza che c’è in noi, quella forza che da quando siamo venuti al mondo non ci ha mai lasciato, la forza di dire: NON MI LASCERÓ UCCIDERE DA TE, STRONZO D’UN CORONAVIRUS, SARÓ IO AD UCCIDERTI!

 

L’universo per com’è e non per come noi vogliamo che sia in 10 immagini (8)

 

Ottava istantanea dell’universo

 

Questa è, in poche parole, la nostra realtà. È da qui che dobbiamo iniziare se vogliamo costruirci una casa e dare un significato reale e vero alla nostra vita, una vita che vale la pena di essere vissuta, una vita, appunto, reale e vera, anche se questo significa costruire su un abisso; una vita, dunque, senza illusioni e totale. Vivere con questa consapevolezza e lucidità mentale è il massimo che un essere umano può raggiungere. Questa visione non è più una visione disperata e assurda, come la vorrebbero certi filosofi, è una visione sana e obiettiva, perché è in armonia con il resto dell’universo. Questa visione, la visione che abbraccia la nostra vita e la totalità dell’universo, ci redime come figli del nulla del nulla e ci rende immortali. Ciò significa, naturalmente, accettare la vita e l’universo per quello che sono e non per come noi vogliamo che siano!

 

Nel prossimo, la nona istantanea

L’universo per com’è e non per come noi vogliamo che sia in 10 immagini (7)

 

Settima istantanea dell’universo

 

Dobbiamo trovare il coraggio di vivere la nostra realtà fino in fondo. Non esiste un’altra.

In una prospettiva cosmica possiamo vederci tutti, nessuno escluso, come un trapezista che cammina su una corda tesa sopra un abisso senza fondo. Non c’è nulla in vista, solo la corda, noi e l’abisso. Questa è la nostra realtà e questa realtà conosce solo il presente, l’eterno presente. Questo eterno presente non ha nulla a che fare con il tempo, ma con la durata per cui il nostro corpo, un fenomeno tra i fenomeni, riesce a sopravvivere bilanciandosi sull’abisso sul quale, dalla nascita alla morte, è obbligato a camminare.

Nel prossimo, l’ottava istantanea