Le Guerre e il Coronavirus

 

Quest’ultimo, il Coronavirus, psicologicamente parlando, è peggiore delle guerre. Queste, almeno quelle che noi abbiamo conosciuto fino ad oggi, dove si svolgevano si vedevano e lasciavano tracce. Anche i missili che i sottomarini lanciavano e le bombe che scendevano dal cielo si vedevano e lasciavano tracce sia in fondo al mare che sul terreno. I soldati vedevano i loro nemici e sapevano il tipo di armi che usavano; i civili anche. La guerra era sotto gli occhi di tutti.

Il Coronavirus è un nemico peggiore di quello che si incontra sui campi di battaglia, è un nemico fantasma, invisibile, che può colpire senza essere visto in ogni luogo e in ogni momento. È dappdertutto e in nessun luogo centemporaneamente. E quello che è ancora più terribile e micidiale è che i contaminati, senza che loro lo sappiano, possono contagiare i propri cari senza saperlo né volerlo.

Ebbene sapere che con il Coronavirus non si scherza. Possiamo avvertire i passi della signora delle tenebre, ma non i suoi. Nulla di più insidioso. Occhio!

Effetto Coronavirus

 

Abito in una piccola città del nord Italia, Biella, e tutte le mattine quando mi alzo, ancora prima di mettere piede sul terrazzo, un vivaio di voci frizzanti e mattutine, misto a qualche latrato di cane, raggiunge le mie orecchie. Poi, una volta fuori, vedo le strade brulicare di gente, di macchine, di cani portati a correre sui prati, gente entrare e uscire dai negozi, sui balconi dei palazzi vicini le donne stendono il bucato, in breve, vedo un luogo brulicare di operosità e di vita.

Da alcuni giorni adesso, da quando la pandemia del Coronavirus si è impadronita dei nostri animi, il vivaio di voci frizzanti e mattutine è sparito, le strade sono vuote, nel prato non ci sono più cani che corrono, né i loro padroni, vedo solo qualche macchina sfrecciare sulla strada, nei negozi non entra e non esce più nessuno, un’atmosfera sinistra e apocalittica domina ovunque si posino i miei occhi.

L’universo per com’è e non per come noi vogliamo che sia in 10 immagini (6)

 

Sesta istantanea dell’universo

 

La nostra esistenza, in questo pandemonio in cui ci troviamo a vivere, non è fatta di secoli, di anni e di mesi di vita come si pensa, ma di momenti e tutti schiavi di un eterno qui e ora. Non possediamo altro in questo mondo così fatto, solo questo qui e ora. Per noi esseri umani, l’eternità significa proprio questo: qui e ora!

Nel prossimo, la settima istantanea

Il Coronavirus e la Pandemia Planetaria

 

La mia domanda non ha nulla di metafisico, è una domanda che sicuramente si fanno tutti, però, ed è strano, nessuno ne parla!

La mia domanda è anche pregna di interrogativi.

Ci dicono che il Coronavirus è scoppiato in Cina, in un laboratorio della città di Wuhan, inviato lì forse dai francesi, forse dagli americani, forse da qualche istituto universitario di Bill Gates, e chissà quanti altri “forse” ci sarebbero.

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L’universo per com’è e non per come noi vogliamo che sia in 10 immagini (5)

 

Quinta istantanea dell’universo

 

Per tutti quelli che amano,

non le balle raccontate

da chi ne trae vantaggio

da millenni in millenni

ma per quelli che amano la realtà.

 

Sappiamo, ma solo pochi di noi trovano il coraggio di dirlo, sappiamo che uno di questi giorni, proprio così, uno di questi giorni, un enorme asteroide spunterà dal profondo del cosmo e si dirigerà dritto dritto verso la Terra. Passa vicino al Sole, sfiora Mercurio, quindi Venere, evita la Luna, flirt con le armi nucleari dell’uomo e si schianta violentemente contro la Terra.

Cosa dire di questo evento? Niente, niente da dire, solo uno come tanti altri. Nel nostro mondo questi eventi sono di routine, la regola e non l’eccezione.

Ora pensate allo scontro brutale tra l’asteroide e il nostro Pianeta, uno scontro che ha distrutto tutta la vita e tutto ciò che l’uomo ha costruito su di esso in millenni. Tanto per cominciare, pensate che il nostro Sole abbia notato qualcosa? che Venere, Marte e la Luna abbiano notato qualcosa? che il resto del sistema solare abbia notato qualcosa? che la Terra, la grande pietra che fa i suoi giri e giretti da miliardi di anni intorno al Sole, abbia notato qualcosa? che il mare, i continenti, le montagne, le isole abbiano notato qualcosa?

No, niente. Tutti sordi, ciechi, muti, indifferenti. Nessuno ha visto nulla, nessuno ha sentito nulla, nessuno ha notato nulla, tutto continua come prima, come se nulla fosse successo; tutto, nel sistema solare, continua ad andare per la sua strada, proprio come prima, proprio come se nulla di nulla fosse successo.

Domanda: “La Terra è mai stata abitata?”

Risposta: “No, mai, perché nessuno lo scoprirà mai in un modo o nell’altro”.

 

Nel prossimo, la sesta istantanea

L’universo per com’è e non per come noi vogliamo che sia in 10 immagini (4)

Quarta istantanea dell’universo

Viviamo, piaccia o no, in un cratere cosmico, il cratere che il Sole ha creato nello spazio con la sua massa, e in questo cratere siamo nati, viviamo e moriamo. Questo è il nostro nido e anche il nostro destino finale prima o poi, perché è così che funzionano le cose nell’immensità in cui viviamo.

Il cratere cosmico in cui ci troviamo è per noi come un alveare. Le api nascono, vivono e muoiono nel loro alveare, così noi umani: nasciamo, viviamo e moriamo nel cratere cosmico, il nostro alveare. Non esiste una scorciatoia, siamo prigionieri dall’enorme spazio vuoto che ci circonda e ci separa dagli altri mondi.

Questo mi porta a dire ciò che non ci piace sentir dire, e cioè che quando ci inchiniamo umilmente al mondo fenomenico a cui apparteniamo, scopriamo che nessuna scienza o filosofia può tirarci fuori dalla nostra gabbia e solitudine cosmica

Nel prossimo, la quinta istantanea

 

L’universo per com’è e non per come noi vogliamo che sia in 10 immagini (3)

Terza istantanea dell’universo

 

La verità del mondo in cui viviamo è questa: una volta usciti dal nostro sistema solare, brancoliamo tutti nell’incertezza, nell’ignoranza e nell’oscurità riguardo alla reale conoscenza dell’universo e, nonostante ciò, pretendiamo di conoscerlo come le nostre tasche. Certo, possiamo conoscere alcune cose di base, come il nulla del nulla, le particelle, gli atomi, ma non possiamo sapere esattamente come la materia è disposta e come si comporta al di fuori del nostro sistema solare, e non parliamo poi di distanze ancora più grandi.

Per sostenere questa idea basta un solo esempio tra miliardi di altri esempi possibili, un esempio preso dalla “Teoria del caos”.Prendiamo uno dei tanti “Effetto Farfalla”.Possiamo dire che, per quanto riguarda la nostra esistenza su questo pianeta, sarebbe bastato solo un piccolo, molto piccolo spostamento dell’asse terrestre e la vita non sarebbe stata più possibile su di esso.

L’uomo è una creatura di questo mondo, di questo luogo, di quest’atmosfera. Fuori da essa, anche nello spazio più vicino alla Terra, la sua vita e la sua esistenza sono in pericolo. La Terra è il suo corpo, il suo cuore, la sua mente, la sua anima, la sua casa, il suo mondo, il suo universo: È TUTTO PER LUI. Fuori da questo cosmo in miniatura in cui vive l’uomo, per lui è il 99% di oscurità e solo l’1% di sopravvivenza, forse! L’uomo è, e lo sappiamo benissimo, un prodotto di questa grande pietra che chiamiamo Terra e dei suoi elementi; lontano da loro è un espatriato, un extra-terrestre, se volete. L’uomo è modellato dalla testa ai piedi con gli elementi di questo mondo e a questo mondo lui appartiene, nel bene, nel male e fino a quando non scomparirà.

 

Nel prossimo, la quarta istantanea

L’universo per com’è e non per come noi vogliamo che sia in 10 immagini (2)

Seconda istantanea dell’universo

È tempo di ammettere che ci sono solo due forze dominanti nell’universo, e che queste due forze non sono la meccanica quantistica, né la relatività generale, come gli esperti non smettono mai di dirci. Affatto. Not at all. Queste due forze dell’universo sono l’espansione e la contrazione: l’espansione e la contrazione sono prodotte dalla materia, dalle cose esistenti, dai fenomeni. Nessun fenomeno, nessuna espansione e nessuna contrazione, quindi nessun universo. Ma l’universo esiste, quindi l’espansione e la contrazione. Tutti questi corpi – meteoriti, pianeti, stelle, galassie, buchi neri, mondi – che sfrecciano caoticamente e ciecamente nell’immenso, si attraggono l’un l’altro in base alla loro massa. I grandi corpi diventano ancora più grandi e i piccoli ancora più piccoli. Lo scopo? Nessuno. Gli scopi li diamo noi, l’universo non ne ha. Questi nel grande tutto obbediscono a una legge che loro stessi producono, la legge della gravità e dell’espansione. Tutto qui. Non c’è altro. E se c’è, è secondario o, se preferite, dotto e professionale bla bla.

Nel prossimo, la terza istantanea

L’universo per com’è e non per come noi vogliamo che sia in 10 immagini 1

 

Per tutti quelli che amano,

non le balle raccontate dagli interessati

da millenni in millenni

ma la realtà.

 

Prima immagine dell’universo.  

Proviamo a vedere, per un istante, tutti i fenomeni che compongono l’universo, non nel modo in cui vogliamo vederli, ma per quello che sono realmente: oggetti senza nomi, senza identità, senza scopi, oggetti nudi e crudi in un immenso vuoto. Se li vediamo così, allora li vediamo per quello che sono. È questa la loro realtà, la loro natura, la loro anima. Quindi, se noi, noi esseri umani li vedessimo realmente per tali e quali sono, come ci apparirebbero? Ci apparirebbero come corpi, corpi grandi e piccoli, forti e deboli, di lunga e breve durata, corpi e nient’altro che corpi.

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L’universo per com’è e non per come noi vogliamo che sia in 10 immagini

 

Io divido il mondo in reale e non reale. Particelle, atomi, molecole, proteine, fenomeni, tutte le cose fisiche sono reali; teorie, ideologie, invenzioni, norme e concetti sono irreali, nel senso che non sono fisici, non fanno parte dell’universo, esistono solo come idee e solo grazie al mondo fisico. Quest’ultimo è totalmente indipendente dal mondo umano. Certo, noi esseri umani possiamo avere una limitata influenza sul mondo fisico, un’influenza locale, superficiale, epidermica, ma alla lunga il mondo ricomincia a essere sempre il vecchio mondo. Detto diversamente, l’armonia è una cosa temporanea nel nostro universo, il contingente, il caos e il disfacimento sono la sua vera natura.

E come se questo non bastasse, c’è da dire anche che l’intero universo è un concetto metafisico, un concetto che va oltre la fisica. La sua essenza non è fatta di particelle, atomi, sostanza, corporeità, la sua essenza è fatta del nulla del nulla: la prima particella dell’universo è apparsa spontaneamente. Questa è ciò che ha dato vita al mondo in cui viviamo e conosciamo. Perciò, quando parliamo dell’universo, dobbiamo tenere a mente che stiamo parlando di qualcosa che va oltre la fisica, oltre scienza e oltre noi stessi.

Tutto questo mi porterà a parlare, nelle 10 immagini sull’universo, dell’uomo e del suo posto in esso nel modo più obiettivo possibile.

Nel prossimo post, inizierò con la prima immagine

Einstein, un pilastro di cartapesta della fisica moderna 4*

ovvero

La mia chat a Singapore

 

Parte quarta

In questa chat, “ha senso l’uomo nel mondo in cui vive?”,parlerò della realtà cosmica e della realtà umana così come sono e non per come vogliamo che siano. Perdonatemi se insisto su questi due modi di vedere il mondo: uno obiettivo e l’altro soggettivo. In altre parole, io divido il mondo in reale e non reale. Particelle, atomi, molecole e tutte le cose fisiche sono reali; teorie, ideologie, norme e concetti sono irreali, nel senso che non sono fisici, esistono solo come idee e solo grazie al mondo fisico. Quest’ultimo è totalmente indipendente dal mondo umano. Certo, noi esseri umani possiamo avere una limitata influenza sul mondo fisico, un’influenza locale, superficiale, epidermica, ma alla lunga il mondo ricomincia a essere sempre il vecchio mondo. Detto diversamente, l’armonia è una cosa temporanea nel nostro universo, il caos e il contingente sono la sua vera natura.

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Il tuffo nel Tirreno di Ettore Majorana

 

Io sostengo, contro tutto ciò ch’è stato detto e scritto sulla scomparsa o la morte di Ettore Majorana, e scrivo questo a sangue caldo dopo aver letto il libro di Étienne Klein “Cercando Majorana”, io sostengo che le cose siano andate così.

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Il CONTRATTO SOCIALE che le VITTIME non hanno mai firmato

Ovvero

Il mio testamento storico e politico

 

Politicamente, e per me anche l’aria che respiriamo è politica, non mi sento rappresentato da nessun paese al mondo, perché nessun paese al mondo, per come funziona politicamente, si sottrae al crimine legalizzato. Le istituzioni che lo governano, opera di malvagi che si sono auto-legittimati e auto-stituzionalizzati lungo i secoli, sono le prime a praticare soprusi, ingiustizie, discriminazioni, sfruttamento e misfatti di ogni tipo e di ogni spessore, e tutto ciò con la benedizione della legge che, guarda caso, le istituzioni stesse, di volta in volta e secondo i paesi, elaborano.

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Il Grande Nulla e il suo Orgasmo Annuale

 

Tutti pronti per l’Evento degli eventi, ragazzi? Si festeggia allora! Si festeggia cosa? Come cosa? Lo sapete tutti cosa: si festeggia il Grande Nulla, il Nulla del Nulla personificato. Non perdetevi questo great Happening, mi raccomando!

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Einstein, un pilastro di cartapesta della fisica moderna 3 *

ovvero

La mia chiacchierata a Singapore

 

“La natura dell’universo non è difficile da capire e da spiegare. Siamo noi e la nostra ignoranza e arroganza che ci impedisce di capirla e di spiegarla. E non solo. Facciamo di tutto, in un modo o in un altro, per renderla difficile e addirittura incomprensibile!”

Orazio Guglielmini

A proposito, non invio questo articolo al Comitato Editoriale dell’ “Annalen der Physik”, lo invio direttamente ai comuni lettori del Web, perché non hanno bisogno di essere scienziati o dei geni per capire il senso e la sostanza di ciò che scrivo.

 

Invece di cestinarmi, abbiate prima il coraggio di leggermi e di contraddirmi ragionevolmente, grazie.

Parte terza

Siamo arrivati ​​alla terza parte del nostro discorso, e cioè “tra il nulla del nulla e il proto-elemento”.Questo avvenimento potrebbe essere visto come il culmine che una civiltà può raggiungere nel capire il mondo in cui vive, quindi se stessa. Ci sono volute migliaia e migliaia di anni prima di arrivare qui, qui alla vera fonte del nostro universo, dove tutto ebbe inizio.

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Einstein, un pilastro di cartapesta della fisica moderna 2*

ovvero

La mia chiacchierata a Singapore

 

 “Per una nuova visione

dell’universo e della vita.”

Orazio Guglielmini

 

Parte seconda

In questa chiacchierata, “il vero inizio dell’universo”, parlerò delle sue radici.

La specie umana, da quando è diventata umana, non ha fatto altro che cercare le sue origini. Non le ha trovate. Piuttosto, nel corso dei secoli, si è inventata un sacco di cose irrazionali e dannose per la sua salute fisica e mentale. Un ristretto numero d’individui, cioè i furbi, ben comprendendo il potere di queste invenzioni, se ne è appropriato e, da allora, ha trovato il modo d’imporre queste assurdità mentali e d’imporsi alla maggior parte dell’umanità, soggiogandola al suo volere.

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Einstein, un pilastro di cartapesta della fisica moderna *

ovvero

La mia chiacchierata a Singapore

 

 “Per una nuova visione

dell’universo e della vita.”

Orazio Guglielmini

 

 Parte prima

 Premessa

Buongiorno!

Sono stato invitato a Singapore per via dell’articolo che ho inviato al comitato di fisica molecolare verso la fine del 2018, in occasione dell’International Meetings. Il titolo dell’articolo era: Einstein, un pilastro di cartapesta della fisica moderna.

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L’editoria italiana – 9 post, il primo

 

La casa editrice Mondadori è una casa editrice a pagamento

 

Quando uno scrittore paga per pubblicare i suoi libri, l’editore intasca, li pubblica e basta. Il contenuto, in questo caso, lo decide l’autore e non l’editore. È così che va nella stampa a pagamento. L’editore, infatti, non è interessato se uno pubblica shit o un masterpiece, è interessato solo che paghi. Ricevuti i quattrini contrattati, pubblica e basta.

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Nei tribunali si fa legge o si fa giustizia? – racconto –

 

“La povertà può essere dolorosa,

ma le ingiustizie e le falsità

possono esserlo ancora di più.”

 

Orazio Guglielmini

 

Due vecchi amici, Gian Maria e Fausto s’incontrarono per caso in un parco. Avevano studiato insieme giurisprudenza per alcuni anni. Poi Gian Maria aveva lasciato gli studi, Fausto li aveva portati a termine. Si erano messi a parlare di tante cose e, dato che lì vicino c’era un bar e la giornata era bella, decisero di prendersi un caffè fuori sulla terrazza. Dopo essersi aggiornati sulle loro vite, i due avevano ripreso un discorso a loro caro sin dai tempi dell’università e, dopo un po’, Gian Maria capì che l’amico, su questo argomento, non aveva cambiato opinione. Decise, ritrovando la vecchia amicizia e il vecchio spirito contestatario d’un tempo, di approfondire una volta di più la vecchia questione. Sparò.

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BIELLA, LA CITTA’ DEI CANI

 

NON NE POSSIAMO PIU’ DI QUESTA MUSICA: CANI DI GIORNO, CANI DI NOTTE E CANI DAPPERTUTTO. BIELLA NON E’ PIU’ UN LUOGO PER ESSERI UMANI, MA UN LUOGO PER CANI, CANI DI OGNI STAZZA E DI OGNI RAZZA, CANI CHE MORDONO, CHE ABBAIANO, CHE LATRANO, CHE ULULANO, CHE CAGANO, CHE PISCIANO, CANI IN GABBIA, CANI CHIUSI NEGLI APPARTAMENTI, SUI BALCONI, NELLE CASE, NEI GIARDINI, OVUNQUE. CANI NON AMATI MA POSSEDUTI COME SI POSSIEDE L’AUTO IL MARITO E LA MOGLIE. CANI, CANI, CANI, I BIELLESI SI SONO TRASFORMATI IN CANI. PRESTO NON PARLERANNO PIU’ LA LORO LINGUA, MA ABBAIERANNO COME I LORO CANI.

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Viviamo in un pozzo cosmico

 

“Il pozzo cosmico in cui ci troviamo è come un alveare. Le api nascono, vivono e muoiono nell’alveare, così noi esseri umani: nasciamo, viviamo e moriamo nel pozzo cosmico, il nostro alveare”.

Orazio Guglielmini

 

La realtà del pozzo cosmico non è fantasia. La relatività generale, nel caso fosse corretta (questo lo vedremo più avanti), sostiene che l’universo è come un’immensa rete ondulatoria e piatta. Ogni oggetto che si forma o cade su di essa, sprofonda formando un cratere, un pozzo, un pozzo che scende in profondità a seconda della massa dell’oggetto: oggetto grande, grande pozzo; oggetto piccolo, piccolo pozzo.

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Benvenuti nel regno dell’assurdo, * una riflessione sulla vita, sulla morte e sulla vera natura del mondo

 

“Il Grande Tutto per com’è

e non per come si vuole

che sia.”

Orazio Guglielmini

 

Tanto per cominciare, NON CRESCIAMO PER VIVERE, CRESCIAMO PER MORIRE. Siamo costruiti non per la vita, ma per la morte. Nessuno sfugge a questo verdetto. Schiavi, prigionieri, servi, dalla nascita alla morte, d’un incubo chiamiato vita. Per tutta la sua durata siamo in balia di qualcosa che non abbiamo mai visto o parlato insieme. Nati, quindi, non per vivere, ma per morire. Ogni secondo, ogni palpito, ogni sguardo, ogni parola, è un secondo, un palpito, uno sguardo e una parola meno da vivere. La vita scorre, volente o nolente, verso la morte, verso la fine, la fine della fine. L’innominabile verdetto ha deciso il nostro destino ancora prima che nascessimo.

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La Grande Guerra

 

“Abbasso gli assassini legalizzati e istituzionalizzati, abbasso il marcio che si trova, non alla base della piramide, ma alla sua sommità.”

Orazio Guglielmini

 

SE GLI TOGLI LE GUERRE AGLI ASSASSINI LEGALIZZATI E ISTITUZIONALIZZATI, cos’altro gli rimane? Le guerre, piccole o grandi che siano, sono sempre guerre, sono sempre bagni di sangue innocente. Innocente perché i veri responsabili di tutte le guerre sono sempre loro, gli assassini legalizzati e istituzionalizzati. e questi le guerre non le fanno, le ordiscono e le fanno fare agli altri per i loro ignobili interessi e ambizioni.

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La società PER COM’È e non per come SI VUOLE CHE SIA

 

 

Dedico quest’articolo a tutti quelli che hanno avuto la fortuna di non frequentare le fabbriche univeristarie gestite dai briganti istituzionalizzati e che vogliono conoscere la VERA STORIA del genere umano, non studiando per anni e anni e leggendo centinaia di libri, ma in una sola paginetta.

 

QUATTRO CONCETTI che dovrebbero bastare per capire la formazione e il funzionamento della nostra amatissima Società.

Il primo:

Tutta la società, dalla testa ai piedi, per com’è stata e continua a essere strutturata, è un campo di concentramento unico e totale gestito da pochi individui che, in termini umani, si possono definire, socialmente e psicologicamente, malati mentali. Questi individui, lungo la storia, ne hanno fatto di essa un campo di lavoro coatto e zeppo di ingiustizie e di discriminazioni di ogni tipo e di ogni calibro. Non sto parlando qui dei soliti fottuti campi di sterminio e di lavoro forzato come quelli nazisti, russi, francesi, americani (l’America poi è un campo di concentramento unico e questo da quando i padri pellegrini, nel 1620, sono sbarcati su questo continente), ecc., sto parlando di campi di sterminio e di lavoro forzato come quelli che oggi, nel 2019, si trovano ovunque sul Pianeta.

Il secondo:

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Chi scegliere?

 

Quando gli Italiani sono chiamati alle urne, li si chiama, non per scegliere tra un partito che fa l’interesse dei lavoratori, e cioè l’interesse di quelli senza cui nulla nasce, cresce o fiorisce, e un partito che fa l’interesse degli sfruttatori, e cioè l’interesse di quelli che non hanno mai abbastanza né di ricchezze, né di potere, né di ingiustizie, nulla di tutto questo, li si chiama alle urne per scegliere tra un brigante istituzionalizzato e l’altro, perché, in realtà, chiunque dei candidati ai partiti i lavoratori voteranno, per loro il risultato è sempre lo stesso: CONTINUARE, DAL GIORNO DOPO LE ELEZIONI, A TIRARE LA CARRETTA CHE HANNO SEMPRE TIRATO, e questo vuol dire continuare a ingoiare sbobba culturale e sbobba di sostentamento all’italiana.

Scegliete bene, allora, il vostro brigante istituzionale!

 

UN INVITO: Se l’articolo è stato di vostro gradimento, passate parola, condividetelo, criticatelo, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comprendere, di comunicare, di confrontarci, di dire la nostra, brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora e poi mai più. Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri umani. Nessuno uomo è più che un uomo.

Rossella

 

ERA UNA SARTA. Aveva un negozio di abbigliamento. Era sposata. Aveva tre figli, due maschi e una femmina. Li aveva cresciuti come aveva potuto. Il marito lavorava nel tessile. I lavori di casa non erano il suo forte. Rossella portava avanti, prima da sola e poi insieme a sua figlia quand’era un po’ cresciuta, la famiglia e il negozio. Questa era la sua vita. Non ne aveva un’altra e tanto meno, anche se l’avesse voluta, avrebbe potuto permettersela. La sua esistenza era dominata da tre parole: casa, famiglia e negozio.

Poi, una mattina, e senza un perché, si era sentita male. Andò dal dottore. Le fu diagnosticato un cancro. Aveva 63 anni. Fece, nel giro di qualche mese, tutti gli esami e le cure che ha potuto fare. A un certo punto, mentre veniva sbattuta da un ospedale all’altro e da un dottore all’altro, capì come stavano le cose.

Un pomeriggio, in un momento di lucidità o di follia, mentre era al negozio e la figlia non c’era, Rossella prese le forbici ch’erano sul tavolo di lavoro e con furia se le piantò nel cuore.

 

Nicolò

“Considero Francis Sgambelluri uno degli autentici narratori trascurati dalle grandi case editrici”, Giuseppe Possa.

È giorno. Rumori di motociclette, vespe, biciclette, muli, carrette, somari, qualche macchina: gente di Calvario e dei paesi circostanti che si reca al lavoro. Nicolò giace sul letto tutto vestito. Ha dormito poco e male. Si scuote, si alza. Si sente intontito. Si guarda intorno sorpreso. Trova cose che non ha visto il giorno prima. In fondo a un baule c’è uno scialle della madre, due fotografie, una del padre, di quando era in guerra, l’altra del fratello, anch’egli in divisa. Della sorella niente. S’accorge di avere una gran voglia di caffè, di qualcosa di caldo da mandar giù. In casa non c’è nulla, solo ricordi. Il posto risveglia in lui un mondo che pensava di aver seppellito. Invece non è così. Non vuole comunque ricordare, non ora. Si sciacqua in fretta la faccia con dell’acqua presa il giorno prima alla fontana, si riavvia i capelli, esce.

pag. 25

ISBN 978-88-940330-9-0

Biella, città di suicidi

 

Eppure il benessere, voglio pensare, non manca ai Biellesi. Cosa gli manca allora per portarli al suicidio? Questa domanda è diventata ormai banale. LO SAPPIAMO TUTTI cosa gli manca, cosa li spinge passo dopo passo a questo tragico brutale epilogo: un’assenza di valori sentiti, umani, sociali.

I valori che gli vengano imposti, E SAPPIAMO ANCHE QUESTO, sono valori antiquati, stantii, polverosi, puzzano di vecchio, di marcio, di cadaveroso, valori ormai morti e stramorti.

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L’amore è un prodotto tutto al femminile

 

– Quante storie!

– Di cosa parli?

– Leggi e capirai.

 

L’innato e il costruito

 

Questo articolo non è un articolo contro i maschi, come potrebbe apparire dal titolo, è un articolo che ha a che fare con la nostra storia, la nostra biologia, la nostra chimica, atomicità, quindi con la nostra realtà vera. Può comunque non piacere ai machos, ai misogini, ai fallocrati, agli antifemministi ma, piaccia loro o meno, le cose non cambiano d’un’acca, stanno così.

Iniziamo dicendo che i maschi, e di qualsiasi specie, una volta che si sono accoppiati con una femmina, si calmano per un po’, la loro struttura fisica lo esige, ma poi la ricerca per un’altra femmina riprende, il loro istinto sessuale glielo impone. Pochissimi di loro aiutano le femmine che loro stessi hanno ingravidato a crescere i figli; sono le femmine da sole, spesso, molto spesso, che crescono e proteggono la loro prole a costo della loro vita e, a volte, anche contro i maschi che gliel’hanno messa nel seno. I maschi, quindi, pur di realizzare il loro atto seminale, sono pronti a tutto, anche a uccidere o a essere uccisi.

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Il mondo? Una Shoah unica

 

“Non sono gli uomini che devono essere denunciati e sgominati, bensì il sistema che li corrompe fino a renderli disumani,” Raoul Vaneigem.

“Il ‘sistema’ di cui parla Raoul Vaneigem, l’hanno creato gli uomini, e più precisamente quelli che si sono trasformati in ‘esseri disumani’, sono questi che devono essere ‘denunciati e sgominati’,” Orazio Guglielmini.

 

Qualche anno fa, gennaio 2015, Lorenza ha detto: “Questa sera su Rai3 danno il film Hannah Arendt.”

“L’amante di Martin Heidegger?”

“Proprio lei.”

“Guardiamolo.”

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Se questo è l’uomo, allora io lo elimino

 

Se il così chiamato “essere umano”, quando si va al nocciolo della questione, non sa fare altro che riempirsi la pancia e ammazzare i suoi simili e il pianeta su cui vive. Io, di quest’essere, non so proprio cosa farmene. Quindi lo elimino.

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Adolf Hitler e i suoi maestri

 

“La storia non va accettata.

Come potrebbe esserlo?

Non va neppure criticata.

È uno spreco di tempo.

La storia va rifatta. Punto.”

Orazio Guglielmini

 

“Io sono uno scrittore

Non venduto alle istituzioni

Io dico quel che penso

Di ogni classe e di ogni tempo

Il mio nome è libero pensatore.”

 

Hitler, e diciamocelo tutto in una volta, senza gli assassini istituzionalizzati e legalizzati che l’hanno preceduto, e cioè senza tutti quelli che sono stati i suoi maestri storici, i suoi creatori spirituali, i suoi insegnanti, su cui si è modellato in tutto e per tutto, eccetto che nelle trincee. Queste, loro, i suoi maestri, non le conoscevano e Hitler senza l’esperienza delle trincee, forse non sarebbe mai diventato Hitler.  (altro…)

La lotta per la felicità

 

La chiave della felicità sta, prima di tutto, nella lotta senza tregua che dobbiamo fare con noi stessi, perché è di prima importanza liberarci e purificarci da tutte quelle lordure mentali, non c’è un altro modo per definirle,  che scuole, istituzioni, indottrinamenti e beceri nazionalismi ci hanno, col buon metodo o col cattivo, messo in testa da quando erevamo bambini. Solo dopo avere estirpato questo colossale veleno dal nostro Dna sociale, possiamo intraprendere, secondo i nostri desideri e inclinazioni, il cammino della felicità, non prima. Non abbiamo scelta se puntiamo a una vita sana, positiva e bella, dobbiamo combattere e sconfiggere ogni voce maligna che è stata messa in noi dai briganti che governano il mondo.

Una volta liberi da quest’oppio giuridicamente riconosciuto, qualsiasi altro indirizzo di vita che daremo alla nostra vita andrà bene, anche quello che non va bene.

 

UN INVITO: Se l’articolo è stato di vostro gradimento, passate parola, condividetelo, criticatelo, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupano gli elementi che compongono il nostro corpo), abbiamo bisogno di comprendere, di comunicare, di confrontarci, di dire la nostra, brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora e poi mai più. Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri mortali e nessuno uomo è più che un uomo.

Lettera ad Antonio Sunseri, coordinatore dell’Editrice L’Erudita

 

Questa riflessione, signor Sunseri, che avevo scritto al mio ritorno da Roma dopo il nostro incontro, volevo inviargliela il giorno seguente, poi ho cambiato idea. Gliela invio adesso con un po’ di ritardo e con qualche aggiustamento e correzione.

Ieri, giovedì 20 settembre 2018, sono venuto nella sua sede in via Giovanni da Procida, 30-32 a Roma, per un incontro da lei proposto riguardo alla pubblicazione d’un mio dattiloscritto, ovviamente non a pagamento secondo quello che lei aveva scritto: Chiariamo da subito che il nostro marchio editoriale non è a pagamento.”

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L’Italia, un paese del quarto mondo ovvero dove l’irrazionale diventa razionale

 

Cosa s’intende quando si dice che gli “italiani sono incapaci di agire razionalmente?” Di certo non s’intende che non sono, per ragioni naturali, all’altezza di comportarsi con raziocinio o di fare un discorso logico. Affatto. Non è qui che bisogna cercare le cause dell’irrazionalità italiana. Questa, come vedremo, sta altrove.

Chi ha letto il romanzo di Aleksandr Solzenicyn, “Una giornata di Ivan Denisovic”, ricorderà che Ivan è stato condannato ai lavori forzati in un campo di concentramento russo e ha dovuto adeguarsi alle regole del luogo. Ma ha dovuto veramente? Se avesse voluto, avrebbe potuto non farlo. Però, nel caso non l’avesse fatto, sarebbe andato contro il regolamento, e andare contro il regolamento era rischioso.

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L’amore che ci nutre e ci trasforma in esseri umani

 

 “Il sesso è un prurito momentaneo, l’amore non ci lascia mai.”

Kingsley Amis

 

L’amore, quando arriva, godiamocelo fino a quando dura e, quand’è finito, siamo grati a chi ci ha amato e abbiamo amato. Lui, in fondo in fondo, non ci deve nulla; lei, in fondo in fondo, non ci deve nulla, eppure, per un’ora, per una notte, per un mese o anni, insieme, ci siamo dati così tanto del nostro corpo, della nostra anima, del nostro spirito, del nostro cuore, della nostra intimità fisica e spirituale, in breve, del nostro amore. Tanto, proprio tanto, ci siamo dati l’un l’altro.

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Sir Winston Churchill, il pittore

 

 

“Fino a quando non capiamo che le persone peggiori al mondo sono quelle che lo governano e l’hanno governato, non abbiamo capito ancora nulla né di noi stessi né del mondo in cui viviamo.”

     Orazio Guglielmini

 

Ecco come si esprime il Grande Uomo riguardo alla pittura:

“Devo dire che amo i colori vivaci e quando arriverò in cielo, intendo trascorrere una considerevole parte del mio primo milione di anni dipingendo per arrivare così all’essenza del soggetto. Quindi, avrò bisogno d’una tavolozza ancora più vivace di quella che ho quaggiù. Ci sarà un’intera gamma di nuovi e meravigliosi colori per deliziare l’occhio celestiale,” dal DVD History, Winston Churchill, il leone d’Inghilterra.

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No Rai-sbobba, ma Tivù del Popolo

 

Dopo tutto, è lui, il Popolo, che paga il canone e dà da mangiare a tutti quelli che lavorano per Rai-sbobba. Questi signori vivono molto bene e vivono sulle sue spalle, sulle spalle del Popolo lavoratore. Banchettano, fanno i buffoni, raccontano e si raccontano, fra l’altro, un fracco di assurdità, e lui, il Popolo, quello senza cui nulla nasce, cresce o fiorisce, paga il conto!

Anni addietro avevo scritto un post sostenendo che la tivù di Stato avrebbe dovuto dare spazio nei suoi programmi, affinché si migliorasse culturalmente e fosse più equa e più umana nei confronti del Popolo, a tutte le voci del Paese che l’abitano, nessuna esclusa.

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PORTRAIT OF ITALY IN NUCE

 

Ogni italiano, analfabeta o sapiente che sia, può dire la sua del paese in cui è nato, che poi questa sua opinione sia veritiera o no, è un’altra faccenda. Anch’io dirò la mia. Sarà il mio modo di vedere e interpretare la realtà italiana. Non la vedrò come i bigotti e i benpensanti vogliono che sia, ma per come realmente è, almeno dal mio punto di vista. È quello che cercherò di fare in questo Portrait of Italy in nuce.

Premetto. Gli esseri umani, e non importa il colore della loro pelle, non nascono disuguali fra loro. Affatto. Nascono uguali. La disuguaglianza, sia economica che culturale, la fa il paese in cui vivono.

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Aquarius: arrivano, arrivano i naufraghi! – post ritoccato

 

Clandestini, immigrati, profughi, extracomunitari, esiliati, avventurieri, ribelli, naufraghi, bestiame umano, arrivano, arrivano a ondate sulle coste italiane, e arrivano da tutte le parti. Non li si ferma più, non li si può più fermare. La fame non dà loro tregua, la fame non conosce pericolo, la fame di sopravvivenza è una legge di natura: per restare in vita ti spinge a tutto, anche alla morte a occhi aperti. Ecco fin dove spinge la povertà, povertà creata dai Sistemi capitalistici. E così gommoni, carrette marine, barche malandate, navi arrugginite, ferraglia navigante, su qualsiasi cosa che galleggia e si muove. Arrivano, arrivano i naufraghi!

La Libia, la Tunisia, l’Iraq, il Pakistan, l’Albania, la Somalia, l’Afghanistan, l’Africa scaricano sull’isola di Lampedusa, sulle coste del Paese delle meraviglie i desesperados, i pezzenti, i moribondi, i miseri, gli esseri condannati alla fame, pance vuote e senza approdi. Sono i nulla, i paria, gli abbandonati, i derelitti, i dannati della terra; sono, lo vediamo e lo pensiamo, perché noi tutti, noi lavoratori, avremmo potuto trovarci al loro posto!, sono relitti umani, relitti che rappresentano lo specchio di un mondo barbaro e grottesco, un mondo che non lo si può più tollerare!

Partono, e quando partono, qualche briciola di speranza si accende in fondo ai loro cuori. Però, ahimè!, non in tutti i cuori quella briciola di speranza che c’era alla partenza sopravviverà all’ardua impresa che li aspetta, perché molti di loro non arriveranno mai a destinazione. Capita che le carrette su cui viaggiano non resistano alla furia del mare o che facciano già acqua ancora prima di partire. E, come conseguenza, i fondali marini, tra la Libia e la Sicilia, l’Albania e la Puglia, sono cosparsi di cadaveri, di naufraghi, di extracomunitari, di profughi, di immigrati, di anime alla deriva, anime senza radici e senza averi.

I nulla della terra sono creature oppresse dall’ingiustizia sociale, dalla discriminazione, da leggi antidemocratiche e inumane; i nulla della terra, quando non sanno più dove sbattere la testa, allora non gli resta che rischiare l’ultima cosa che gli è rimasta: la vita, la loro stessa vita! Molti di loro, lo sanno, lo intuiscono, l’annusano nell’aria che tira intorno a loro, sanno che stanno per morire, sanno che non sbarcheranno mai in una nuova terra e che finiranno in fondo al mare. Eppure, nonostante questa consapevolezza, la disperazione, la desolazione, l’inferno del loro vivere, li spinge ad affrontare la mortale avventura.

Così, quando il sogno si trasforma in un incubo, scendono, uno dopo l’altro, dopo aver fatto qualche gesto disperato tra le onde tempestose, scendono, scendono, scendono a zigzag, ma ormai privi di vita, di spirito, di tutto, scendono, trasportati dalle correnti marine, giù giù giù, sempre più giù in fondo al mare. Lì, finalmente, nell’abisso marino, trovano un po’ di requie. Ecco la loro nuova terra, vita, dimora, patria; ecco dov’è andata a finire quella briciola di speranza che c’era alla partenza: lì, in fondo al mare! Presto, tra la Libia e l’Italia, sorgerà un ponte, non un ponte costruito con ferro e con acciaio, ma un ponte fatto di corpi umani, di naufraghi, di esseri che sono annegati per un pezzo di pane!

Giù giù giù, fino all’abisso più profondo, lì, il luogo di accoglienza, e che accoglienza! Voilà dove i Sistemi capitalistici del mondo intero e la loro politica criminale e bestiale hanno portato i loro simili: alla fame, alla disperazione e, infine, alla morte!

“Arrivano, arrivano”, grida la gente costiera, la gente dell’isola di Lampedusa, la gente del Paese delle meraviglie, “arrivano i naufraghi: i figli di nessuno!”

 

Aggiungo questo:

Se i paesi benestanti del mondo intero volessero veramente aiutare questi esseri umani – immigrati, ecc. – dovrebbero farlo, non accogliendoli indegnamente nei loro paesi, ma costruendo I LORO PAESI. Dandogli così la loro dignità, quella che i Sistemi capitalistici europei e americani hanno insultato e sfruttato per secoli. Costruire dunque fabbriche, università, aziende agricole, insomma, tutte le strutture necessarie affinché QUESTI ESSERI UMANI potessero lavorare nei loro paesi degnamente e umanamente.

Diversamente, se questo non fosse possibile al momento, allora per ogni emigrante, extracomunitario, clandestino che sbarca in Europa, gli si dovrebbe dare, per ragioni umane e politiche, un lavoro, un alloggio, un’educazione e inserirlo legittimamente e decorosamente nella cultura del paese in cui vive.

Direi che, quasi quasi, basterebbero i soldi che vengono spesi per controllare i mari, per pagare il personale che si prende cura, in un modo o in un altro, di loro, i soldi necessari per nutrirli, per alloggiarli, per rimpatriarli e, soprattutto, tutti i soldi che i paesi che li ospitano speculano fra di loro arricchendosi su questi poveri disgraziati, sfruttando così vergognosamente e vigliaccamente l’altrui disperazione.

 

UN INVITO: Se l’articolo è stato di vostro gradimento, passate parola, condividetelo, criticatelo, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comprendere, di comunicare, di confrontarci, di dire la nostra, brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora e poi mai più. Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri umani. Vale a dire, nessuno uomo è più che un uomo. È così che Orazio Guglielmini parla agli amici del Web.