La sbobba di Rai-storia

 

Indovinate chi è l’orco su Rai-storia? Chi è il corvo? E chi sono i super-acculturati e super-addestrati dodo che non vedono l’ora di trasformarsi in condor del Sistema? Ascoltateli bene questi fenomeni e scoprirete che non c’è una sola parola, di tutto quello che si dicono, che esce fuori dal seminato. Nulla di nuovo direte voi. Certo, nulla di nuovo, ma allora perché dobbiamo pagare un canone per ascoltare cose che ci rendono ancora più imbecilli di quanto ci hanno già reso?

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Franza o Spagna purché se magna

 

Aveva ragione Francesco Guicciardini quando scriveva che al popolo italiano non interessava chi lo governava, interessava chi gli dava da mangiare. Per lui la Franza o la Spagna o l’Italia, purché se magna. Questo “purché se magna” la dice lunga.

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Il manifesto dell’antiarte

 

Un pomeriggio, a Melbourne, mentre stavo scrivendo alla lavagna, sono svenuto e finito sul pavimento. I miei studenti mi hanno portato all’ospedale. Qui, dopo un’iniezione e qualche ora di riposo, mi sono ripreso. I medici dissero che era stato un collasso dovuto allo stress. In quei tempi ogni malanno sconosciuto era dovuto allo stress. Iniziarono a farmi prelievi, controlli, esami e, verso sera ho potuto ritornare a casa. Avevo 34 anni ed eravamo verso la metà degli anni Settanta.

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Da materia animata a materia inanimata

 

Il destino della specie umana

Si nasce, si cresce, ci si costruisce, si crea, s’invecchia e si muore.

La signora Eliana, che fino a qualche tempo fa scarrozzava allegramente in ogni angolo del pianeta Terra, ora, di tutto questo spazio e libertà di movimento che aveva, le è rimasto poco, molto poco. Infatti, il suo spazio ora si è ridotto a solo tre spazi e a tre funzioni: camera doppia, cucina, toilette, ovvero letto, cibo, cesso.

Il prossimo spazio che occuperà la signora Eliana sarà all’interno d’una cassa da morto. Qui, come ultima funzione che la materia che l’ha messa al mondo le ha concesso, è di diventare un pasto per i vermi.

Ecco dove inizia e finisce il paradiso degli esseri umani. Il resto è vuotaggine ragionata ovvero retorica per i gonzi.

“Rossi!” urlò Guglielmini.

“Sì,” rispose Rossi.

“Vuoi un consiglio?”

“Grazie, lo conosco,” fece lui.

“Te lo ripeto lo stesso. Prima di tirare le cuoia, sciocco, vivi, proprio come ha fatto la signora Eliana!

 

Hubert Reeves’ dio

 

La scienza non può sapere se c’è o non c’è un dio, sostiene l’astrofisico e cosmologo canadese Hubert Reeves, la scienza non è morale, la scienza non dice ciò ch’è bene e ciò ch’è male, la scienza dice come sono le cose. Non penso però che il caso tutto solo possa creare un Mozart o un Beethoven. Non credo neppure in un principio organizzatore. La mia intima convinzione è che esiste qualcosa, ma non so cosa. Ecco come si esprime Reeves, quando qualcuno gli chiede se esiste o non esiste un dio.

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La colonna del disonore

 

Propongo che venga eretta una colonna, LA COLONNA DEL DISONORE, in ogni piazza che fa parte dei capoluoghi delle Regioni Italiane, e su questa colonna venga inciso il nome, non solo quello del generale Cadorna (vedere Paolo Gaspari, “Le bugie di Caporetto”, Ferdinando Camon, “Cadorna, generale da dimenticare”, Emilio Lusso, “Un anno sull’alto piano”, lo storico Marco Mondini, ecc.), ma di tutti quelli che hanno, oltre che mandato al macello milioni d’Italiani, anche distrutto e infangato il nome del Paese.

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Andare a votare, E PER CHI? (Post ritoccato)

 

“L’unica ragione per cui il “male” trionfa,

è che gli uomini buoni non lo contestano.

In altre parole, sono dei vigliacchi!”

 

Orazio Guglielmini

 

In un paese dove i cittadini sono informati, rispettati, illuminati, emancipati culturalmente e politicamente; dove hanno un senso critico, civico; sanno, conoscono, capiscono quello che devono e non devono fare; sono coscienti che con il loro voto possono migliorare o peggiorare la sorte del loro paese e della loro vita, in un tal paese, oltre a capire che “andare a votare” è un dovere, i cittadini sono anche desiderosi e contenti di “andare alle urne” per scegliere il candidato o i candidati che guideranno per un tot numero di anni il destino del loro paese. Questo va benissimo. Però, nel nostro paese, sia i nostri cittadini che i nostri politici, sono a questo livello di cultura politica e sociale?

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Svegliandomi

 

Mi sono alzato con un pessimo stato d’animo. Raramente mi capita una cosa del genere, quando questo succede, il più delle volte è senza una ragione, almeno così sembra. Non è il caso di questa mattina.

Certo la mia non è una scoperta così nobile come quella di Copernico, di Galileo, di Newton, non pretende il Nobel, però è comunque una scoperta, la scoperta di aver preso coscienza d’una nostra inattaccabile realtà.

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La Storia: un Sogno o un Incubo? (Post riveduto) (2)

 

 

C’è una cosa che via via che invecchio mi diviene sempre più intollerabile, ed è quando sento parlare del mostro della Seconda Guerra Mondiale senza menzionare i suoi veri artefici. È vero, Hitler merita tutto l’odio del genere umano, però, quest’odio, per renderlo tale, dovrebbe essere sostenuto dalla ragione storica. Questa non c’è. Ovvero, c’è ma non convince. Cosa s’intende con “ragione storica”? Quello che segue in questo articolo.

La biografia di Hitler dice ch’era figlio d’un padre autoritario, che ha sofferto molto per la perdita precoce della madre, che a scuola era un allievo problematico, che trasferendosi a Vienna da Braunau am Inn, dov’era nato, aveva cercato di entrare all’Accademia delle Belle Arti, ma è stato respinto, che ha sofferto la fame, che ha fatto il barbone, il pittore, che il suo quadro psicologico era preoccupante, che ha trascorso 4 anni nelle trincee della guerra del 14-18, che è stato ferito, che ha rischiato di diventare cieco, ecc, ecc. Chiunque, volendo, può leggersi questo e altro su Wikipedia.

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La fisica come esercizio spirituale

 

Il cervello ha tre principali modi di pensare, almeno così ci dicono gli antropologi: istintivo, razionale e meditativo. Il primo è il più veloce, il secondo è il più riflessivo e il terzo il più contemplativo.

Per dare qualche esempio, potremmo dire che il primo, il pensiero istintivo, è naturale, non possiamo governarlo, non ne abbiamo il controllo. Se toccassi un oggetto rovente col dito, l’immediato trarsi indietro della mano sarebbe istintivo. Questo modo di agire e reagire di fronte all’imprevisto è determinato, non dipende da noi, e può essere salutare, ma anche fatale, come quando ci immobilizziamo di fronte a un pericolo.

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il battesimo

 

 

Intanto gli apostoli non sono stati battezzati e Gesù (ammesso che sia esistito), anche se è stato battezzato da Giovanni, non ha mai impartito il battesimo. Ma poi, cosa vuol dire essere battezzati? Lavarsi dal peccato? E di quale peccato? I bambini in fasce, peccano? E in che modo? E poi, al tempo degli apostoli, si battezzava gente già adulta, gente che aveva avuto il tempo di pensare se voleva o non voleva essere battezzata. E allora? Gesù stesso è stato battezzato a vent’anni e passa.

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Il gatto di Schrödinger

 

In termini naturali, fra la vita di un essere umano e la vita di una formica, non c’è la pur minima differenza. La natura non fa distinzione tra una specie e l’altra. Sa, anche se non sa, che il caso è il destino di ogni cosa, incluso il suo e quello dell’universo in cui viviamo. Questo concetto, il concetto della non differenza tra le specie e i fenomeni, vale per ogni cosa che esiste nel grande tutto.

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Facebook il grande Censore? Ridicolo, ma possibile!

 

Avevo appena iniziato ieri sera a inviare ad alcuni gruppi di Facebook il mio ultimo articolo Qual è lo spirito italiano nel dicembre del 2017?”, quando la censura di Facebook mi ha bloccato scrivendo: Ti è stato temporaneamente impedito di iscriverti e pubblicare nei gruppi. La restrizione durerà fino a: 3 gennaio 2018 alle ore 18:33. Se ritieni di visualizzare questo messaggio per errore, comunicacelo.” Ho mollato tutto lì e sono andato a fare altre cose. Sono sempre, per il bene o per il male, super impegnato.

Questa mattina, ripensando a questo arbitrio di Facebook, devo dire che mi rimane indigesto. Cioè non capisco perché. Non c’è nulla di offensivo in questo mio post: Qual è lo spirito italiano nel dicembre del 2017?” (e nemmeno negli altri miei post: rispetto le regole del gioco, così giochiamo meglio tutti!), solo delle ovvietà, cose che conoscono tutti. Non so cos’altro dire. Solo questo: Facebook farebbe meglio a dirci cosa vuole che scriviamo, così ci renderà la vita più facile!

 

UN INVITO: Se l’articolo è stato di vostro gradimento, passate parola, condividetelo, criticatelo, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comprendere, di comunicare, di confrontarci, di dire la nostra, brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora e poi mai più. Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri umani. Vale a dire, nessuno uomo è più che un uomo. È così che Orazio Guglielmini parla agli amici di Facebook!

Qual è lo spirito italiano nel dicembre del 2017 ?

 

Questo post è stato censurato da Facebook. Se ritenete che sia un post censurabile, ditelo, se invece non lo ritenete tale, ditelo anche, grazie.

 

Quello di Silvio Berlusconi che guadagna 400 mila euro al giorno, ovvero 12 milioni di euro al mese, e lasciamo perdere all’anno, e paga all’ex moglie, Veronica Lario, 2 milioni di euro al mese e vive circondato da ogni lusso e da ogni bene? O quello del bracciante Paolo Rossi che vive con moglie e figli in una sgangherata catapecchia con meno di 600 euro al mese? E cosa dire di quegli altri 5 (alcuni dicono 9) milioni di italiani, secondo le statistiche, che vivono nella miseria? Per chi non ha chiaro il concetto, sappia che Silvio Berlusconi e Paolo Rossi e gli altri 5 milioni di miserabili, sono tutti legittimi cittadini italiani, almeno secondo la costituzione.

Prendiamo anche, tanto per dare un altro esempio, prendiamo Sergio Mattarella, l’attuale presidente della repubblica italiana. Questo signore guadagna 239 mila euro l’anno, quasi 20 mila euro al mese, più tutte le prebende, i compensi straordinari e le agevolazioni che sicuramente ammonteranno ad altri 239 mila euro l’anno e vive, ovviamente, una vita da politico capitalista.

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Chi è realmente il Papa? 5 post, il quinto e ultimo

 

foto (2)Come si è visto, il Papa, in realtà, quando si va al nocciolo, non vende né distribuisce opere buone, compassionevoli, altruistiche, umanistiche, sante, ma vende e distribuisce l’inferno sociale, l’inferno che lui in prima persona crea e attizza insieme ai suoi “compari” giorno dopo giorno. Il Papa, se si va al nocciolo del suo operato, è il più grande matador di anime del Pianeta. Il suo nome, nel Guinness World Records, non lo batterà nessuno, mai!

La prova poi più schiacciante dell’inesistenza di Dio si trova nell’esistenza del Papa e della Chiesa. Nessun Dio degno di questo nome, se fosse veramente esistito, avrebbe mai e poi mai accettato di essere rappresentato dal Papa e dalla Chiesa. Perciò, la loro esistenza, conferma la sua inesistenza.

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Chi è realmente il Papa? 5 post, il quarto

 

foto (2)Il Papa, quindi la Chiesa, è il primo responsabile dell’italietta che abbiamo ereditato e in cui sguazziamo.

Scrive Machiavelli: “Abbiamo adunque con la Chiesa e con i preti noi Italiani questo primo obligo: di essere diventati sanza religione e cattivi: ma ne abbiamo ancora uno maggiore, il quale è la seconda cagione della rovina nostra: questo è che la Chiesa ha tenuto e tiene questa provincia divisa.”

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Chi è realmente il Papa? 5 post, il terzo

 

foto (2)Il Papa non è un essere umano.

È un salaud, direbbe il filosofo francese, Jean-Paul Sartre, perché prende per vero ciò che fa. E io aggiungo che oltre a essere un salaud, è anche un essere che non appartiene al terzo pianeta del Sistema solare. Come potrebbe appartenere? Nega la sua natura e negandola nega anche i suoi genitali e, senza genitali, la specie umana, nel giro di pochissimo tempo si estingue e sparisce dalla Terra. Il suo comportamento anti-natura e anti-umano, lo esilia dalla specie a cui appartiene. Il Papa non è un essere umano, è, tutt’al più, un aborto umano. Questo e molto altro conferma la sua disumanità.

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Chi è realmente il Papa? 5 post, il secondo

 

foto (2)La sua ladroneria diretta e indiretta.

Questa avviene quando la Chiesa ruba, con le buone o con le cattive, le ricchezze degli altri, quando elabora testamenti falsi, quello di Costantino ad esempio, quando chiede indulgenze e vende ai credenti ossa di animali spacciandole per quelle di Cristo, quando lo IOR, la banca del Vaticano, fa affari coi mafiosi, coi delinquenti, coi ladri legalizzati, quando chiede dei lasciti ai morenti, quando gli propina messe post mortem e il paradiso, quando chiede ai contribuenti l’8 per mille, quando si fa pagare per funzioni che non hanno nessun valore, tutto questo e molto altro fa parte della sua ladroneria diretta e indiretta.

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Chi è realmente il Papa? 5 post, il primo

 

 

“Chi ha paura della realtà,

si astenga dal leggermi,

io sono realtà.”

Orazio Guglielmini

 

foto (2)Avrei voluto iniziare questo scritto con le buone azioni, pensieri e fatiche del Santo Padre, con il suo buon influsso etico, morale e spirituale su tutti noi, con la sua carica di vita positiva e umana sulla società e sulla nostra vita quotidiana, e questo che Dio esistesse o meno, data la grande necessità di valori positivi e sani di cui l’umanità ha tanto bisogno, ma a una analisi accurata e profonda, non mi è stato possibile, non se volevo attenermi alla realtà, perché, come vedremo, dietro la santa immagine del Santo Padre, si nasconde un tutt’altro personaggio.

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Arte, politica, follia o cosa?

 

“250 milioni di dollari per una tela vi pare normale, umano, bestiale o addirittura una presa in giro mega-galattica?”

 immagine-joueur-de-carteProvate a immaginarvi un campo di grano, un altro di girasoli e un altro ancora di fiori di primavera e, dall’altra parte, queste 3 tele di Paul Cezanne: “I giocatori di carte”, “Mont Sainte-Victoire” e “Chateau Noir”. Ora, se io dovessi scegliere fra i 3 quadri di Cezanne e i 3 campi, senza esitazione sceglierei questi ultimi, per non dire che se dovessi scegliere ancora fra Cezanne e un contadino, ovviamente sceglierei il contadino. Con questo, con il contadino, si mangia, col primo, con il pittore, si fa la fame. Questo mi porta a dire che i valori, nella nostra società, sono capovolti: l’indispensabile diventa inutile, non apprezzato, svenduto e quello che lo produce muore nella miseria, mentre il non necessario, l’arte in questo caso, non ha prezzo.

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Lettera aperta al Sindaco di Biella, Marco Cavicchioli

 

foto (3)Egregio signor Sindaco di Biella, nel caso non fosse al corrente, sappia che la sua/nostra città sta diventando un canile, è dominata notte e giorno dai latrati di cani, cani di tutte le taglie e di tutte le razze.

Io abito in via Addis Abeba e mi alzo il mattino con l’abbaiare dei cani e vado a letto con l’abbaiare dei cani: non è una musica piacevole con la quale svegliarsi il mattino e andare a letto la sera, mi creda.

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“Per amor di Patria” – racconto *

 

foto (3)Quella notte Walter fece un sogno. Sognò prima una, poi due, poi tre e poi tutto uno stormo di cornacchie che gli volavano sulla testa mentre stava facendo un picnic in montagna con moglie e figli. Ad un certo punto le cornacchie avevano iniziato ad aggredirli. Tentò di colpirle con un bastone. Ne buttò a terra parecchie. Le cornacchie allora si allontanarono emettendo stridenti gracchi. S’accorse che non tutte se n’erano andate. Una di esse si era posata su un albero secco, senza foglie che prima non c’era. Il paesaggio era cambiato, da tutto verdeggiante a tutto arido e apocalittico. Moglie e figli, spariti anche loro. Ogni cosa intorno a lui si era trasformata. La cornacchia rimasta spiccò il volo e si gettò con violenza su di lui. Walter, quand’era ancora in volo, aveva cercato di vibrarle un colpo di bastone. La mancò. Si era posata sulla sua spalla sinistra conficcandovi gli artigli. Cercò di afferrarla con le mani, strapparla via. Non ci riuscì, gli erano venute meno le forze. La cornacchia iniziò a beccarlo, a strappargli lembi di carne. Walter, non riuscendo più a togliersi di dosso quell’uccellaccio, iniziò a dimenarsi. Si svegliò. Accese la luce. Sua moglie dormiva al suo fianco. La guardò. Sentì il bisogno di andare a vedere i figli. Si alzò senza fare rumore, entrò nella loro camera, vide che anche loro stavano dormendo. Rimase lì a guardarli per qualche istante. Voleva accarezzargli il viso, così tenero, innocente, ma non lo fece per paura di svegliarli. Ritornò a letto e subito dopo la sua testa fu invasa dal brutto sogno che aveva fatto.

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Agosto, vacanze 2017

 

foto (3)Sento già i raggi del sole e l’aria del mare sulla pelle, il lamentarsi dei piedi scalzi e sensibili che fanno i primi passi sulla ruvida sabbia, sento l’odore dell’acqua salata, sono già sul bagnasciuga, il primo tuffo, le prime bracciate, la prima nuotata. Stupenda! Mi metto supino e mi lascio cullare dalle soft onde mentre gli occhi, meravigliati e pieni di stupore, sbirciano l’immenso profondo blu che si spalanca sopra di loro. È a questo punto che mi raggiunge la voce di Lorenza dicendo:

“Non ci sono parole”.

“Proprio così, rispondo io, non ci sono parole. E nel caso ci fossero, la realtà le sfuggirebbe comunque”.

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Donna allo specchio

 

Dedico questo racconto a tutte le donne.

 

foto (3)Era primavera e gli orti i campi le colline le montagne erano tutti coperti di verde e di colori; era primavera e i fiori sbocciavano, gli insetti pullulavano e gli uccelli cinguettavano; era primavera e tutto prendeva vita, cresceva, maturava. La giornata era bella, piena di sole tersa calma, un sogno. Due donne, una sposata e con figlia e l’altra nubile, sedevano sotto un ciliegio. La prima ruppe il silenzio.

“Esci con Gigi stasera?”

“Non lo so”.

“Non lo sai?”

“Lui fa sul serio e io non mi sento ancora matura per seguirlo fino in fondo.”

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Lettera aperta a Giuliano Amato, politico

Avevo scritto, nel 2013, un post affrettato dal titolo “Il politico Giuliano Amato e il proletario Francis Sgambelluri”, che ora voglio ritoccare cambiando anche il titolo: “Lettera aperta a Giuliano Amato, politico”. Il post originale iniziava così, più o meno, e così l’ho lasciato.

foto (3)Con il capitalismo* monarchico, il capitalismo ecclesiastico, il capitalismo borghese e il capitalismo nazi-fascista, mister Giuliano Amato, ci siamo tutti nati. Oggi, agli albori del Ventunesimo secolo, si è aggiunto un altro tipo di capitalismo, il capitalismo politico. Naturalmente il capitalismo politico c’è sempre stato, ma mai prima si era manifestato così deciso, aggressivo e spietato. Sta andando infatti alla grande, particolarmente nel Belpaese – Craxi, Bossi, Berlusconi, Grillo, tanto per fare il nome di qualcuno. E non solo. Come conseguenza, vista la sua nuova funzione, il politico capitalista ha portato al minimo i suoi impegni lavorativi, li ha ridotti a solo due funzioni: fare false promesse al popolo e prendere per i fondelli i votanti. Aggiungerei una terza funzione. Non so come definirla di preciso, ma è ciò che io penso. Oggi il politico, questo signore da sempre creduto un paladino della patria, se fosse necessario, sarebbe pronto a mandare in rovina anche il suo paese, soprattutto il suo paese, purché lui non perdesse il suo carissimo e preziosissimo posto, quello del politico capitalista.

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Josè Mujica, il “Presidente più povero del mondo”

 

foto (3)C’è un solo politico, per quello che ne so, su tutta la Terra, che sia degno di questo nome e va scritto con la P maiuscola, e questo politico si chiama José Mujica, il presidente dell’Uruguay, e cioè il presidente più povero, più umano, più dignitoso, più onesto e più politicamente avveduto e democratico al mondo. Il resto dei politici, per come la vedo io, e poco m’importa per come la vedono gli altri, è solo una volgare congrega di banditi legalizzati e nulla più.

Agostino d’Ippona, almeno per una volta nella sua vita, aveva visto giusto quando scrisse:

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Tiziano Terzani e cosa vuol dire “capire” e “non capire”

 

foto (3)Quando il dottore disse a Tiziano Terzani: “Signor Terzani, lei ha il cancro”. Terzani, sentendo queste parole, non si commosse, non si disperò, fu come se la cosa non lo riguardasse. Come dire, se a questa notizia non si fece una beffarda sghignazzata, fu comunque come se l’avesse fatta. In quel momento, però, lui, Terzani, non aveva capito in pieno tutta l’importanza di quella frase: “Signor Terzani, lei ha il cancro”. C’è voluto del tempo prima che capisse tutti i risvolti e le conseguenze tragiche e drammatiche di questa frase. Poi, via via che prendeva coscienza, via via che il tempo passava, che si rendeva conto del male che l’aveva invaso, Tiziano cambiò radicalmente attitudine. La cellula maligna che si era introdotta nel suo corpo e che aveva già iniziato il suo cammino distruttivo uccidendo sistematicamente tutte le cellule benigne che si presentavano nel suo percorso, non scherzava. Terzani a questo punto aveva capito in pieno il significato delle parole del dottore. Queste si erano messe a fischiare nelle sue orecchie. Dunque capì quello che doveva capire e fare.

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Charlie Gard, così giovane e nonostante ciò così conosciuto nel mondo intero

 

foto (3)Questa vicenda ha ormai superato ogni limite. Ma chi ci dice, poi, che non sia tutto uno sporco gioco a danno del popolo pecorone e sentimentale? E non solo. Chi ci guadagna in tutta questa assurda, discriminatoria e losca vicenda?

1)      I giornali, i rotocalchi, la tivù, il web, ecc.

2)      La Brexit.

3)      I genitori del bambino. Qualcuno, forse, gli ha offerto un sacco di soldi, purché stessero al gioco e tenessero il becco chiuso.

4)      Tenere poi col fiato sospeso milioni, se non miliardi di esseri umani in giro per il Pianeta, è un grande successo per i manipolatori di esseri umani.

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Affari di famiglia – racconto

 

foto (3)I due fratelli avevano trascorso quasi tutta la notte, e non era la prima volta, a discutere sul loro padre. Non era un esempio di padre, il Ferrelli, per nulla. Aveva lasciato morire le loro due sorelline poco dopo la nascita, aveva mandato via di casa il loro fratello maggiore, aveva spinto giù dalla scala la loro madre malata – che poi morì in ospedale -, non aveva mai voluto lavorare, aveva sempre mangiato sulle spalle degli altri e quando si era sposato, a carico della moglie, mandando alla rovina la famiglia di quest’ultima. E non solo. Aveva fatto morire di crepacuore anche il proprio padre e si era appropriato, con le buone o con le cattive, di tutto il patrimonio della famiglia.

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“Mais” romanzo di Vittorio Bocchi

 

foto (3)Ci sono immagini forti e indimenticabili in questo romanzo: Adalgisa che si sposta da un lavoro all’altro portando con sé i suoi tre marmocchi, Otello, Cassio e Desdemona in una carriola; il Maino che siede nell’ombra a capotavola sbirciando lascivamente le femmine mentre mangiano; Cassio che vuole dimostrare a un industriale americano che lui non è da meno; Desdemona che rifiuta di sposare l’uomo che l’ha violentata e vuole crescere il figlio nato dall’abuso da sola; il Beppo che una volta firmato il testamento dal notaio è pronto a morire in pace; Otello che nonostante appaia come il personaggio più incolore e solitario del racconto, è in realtà il più temuto e rispettato; Andrea che sul fronte alpino della carneficina 14-18, si lancia contro una postazione austriaca; la vedova che si aggira per le strade e nel cimitero con un rosario in tasca e trova forza e conforto parlando, non coi vivi, ma coi morti.

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La mia esperienza su Facebook

 

foto (3)I miei amici di Facebook m’invitano a esprimere un’opinione riguardo la mia esperienza su Facebook, e io devo parlarne, no? Per dire la verità questa è una domanda un po’ retorica. È come chiedere a un bambino che si sta sgranocchiando un gelato avidamente, se gli piace, così come chiedere a me di parlare sulla mia esperienza su Facebook dopo averci pubblicato quasi 900 post, oltre a un fracco di twitter e di critiche su degli avvenimenti di cronaca, e tutto ciò in solo sei anni!

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Giacomo – racconto

 

La giornata è stupenda, piena di sole, di verde, di vita; così la veranda, piena di piante e di fiori dappertutto. Fuori, sulla strada, un pullulare di gente che viene, gente che va, gente che entra nei bar e nei negozi e altra che guarda le vetrine. Passa un gruppetto di giovani rumorosi e gioviali, poi dei montanari, degli alpinisti. Una ragazza molto elegante e carina guarda curiosa quel posto immerso tra le montagne. Fai fatica a pensare che sia un’arrampicatrice, però potrebbe esserlo. Ti raggiunge l’odore d’un profumo. Lo riconosci. Ti ricorda qualcosa. Contemporaneamente a questo ricordo senti dentro di te un guizzo, un guizzo che percorre il tuo corpo. Strano, è da tempo che non sentivi qualcosa del genere. Ne senti un altro e un altro ancora. Cosa ti sta succedendo? Decidi. Chiami la signora. Arriva. Le dici che vuoi uscire. Si oppone a questa tua idea. Dice che ha l’ordine di non portarti fuori. La zittisci. Urli. Dopo questa scarica di parole sentite, sei già stanco. Trovi solo la forza di dire che sei stufo di stare in casa. Ti ha capito. S’intenerisce. Cede, contro cuore, ma cede. Ti prepara e non senza sforzi sia da una parte che dall’altra. Infine sei sulla carrozzella, sei in strada, in un giardino pubblico.

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Perché scrivo?

 

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Ho scritto Nicolò pensando che non avrei voluto morire senza prima averlo scritto. Ci sono esperienze nella vita di un uomo che non può tenersele solo per sé e neppure portarsele nella tomba. La mia è una scrittura nata dall’esperienza e dal bisogno. Come la madre deve partorire o morire, così io devo scrivere o perire. Il detto: scrittori non si nasce, mi si addice.

Penso che la stessa cosa si potrebbe dire, e non solo di loro naturalmente, di Primo Levi, di Henri Charrière e di Aleksandr Solženicyn. “Se questo è un uomo”, è figlio dell’esperienza dei campi di concentramento nazisti; “Papillon”, è figlio dell’esperienza dei lager della Guyana francese, Un giorno nella vita di Ivan Denisovič”, è figlio dell’esperienza dei gulag russi. È “Nicolò” di chi è figlio? “Nicolò” è figlio dell’esperienza dei lager sociali in cui viviamo.

Una scrittura di denuncia? Affatto. Una scrittura realistica, una scrittura nata da condizioni di vita estreme, al limite del sopportabile.

Perché scrivo? Scrivo perché sono un essere umano e gli esseri umani non possono tacere ciò che li ha più offesi e brutalizzati; scrivo perché sono, nell’anima e nel cuore, un romantico, uno che crede che la vita vada vissuta dignitosamente, ma soprattutto scrivo per tutti quelli che amo, per tutti quelli che rispetto, per tutti quelli che hanno a cuore l’amore per l’esistenza; insomma scrivo perché vorrei condividere con tutti questa magica esperienza che è la nostra e unica vita.

Se domenica 21 maggio vi trovate per caso al Salone del Libro di Torino, io sono allo stand H133, Padiglione 2. Mi farà molto piacere salutarvi di persona.

 

 

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A un figlio dell’Africa 1

 

Questo racconto, oggi primo maggio 2017, è dedicato a tutti i Popoli Lavoratori del Pianeta.

 

foto (3)Orazio Guglielmini si trova in Sudafrica, a Durban, davanti a lui un ragazzo quasi trasparente, pelle e ossa e dallo sguardo fiero che gli chiede l’elemosina. Non gliela dà. Gli viene voglia di parlargli e gli parla. L’altro l’ascolta. Ecco cosa gli dice.

Vedi ragazzo, se tu ti trovi in questa situazione di merda, non è sicuramente colpa tua. Cosa mai avresti potuto fare tu, tu alla tua giovane età, per essere indotto a mendicare? La tua miseria ha una lunga storia e io sono qui per raccontartela. Vuoi sentirla?

Il giovane africano lo fissa e poi muove il capo in segno di sì.

Allora ascolta disse Guglielmini.

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Le università viste per quello che realmente sono: fabbriche mal funzionanti di formattazione umana

 

foto (3)Le università, se ci riflettiamo, non sono come noi usualmente pensiamo che siano, dei luoghi di studio, di sapienza, di saggezza, di libertà d’espressione, di conoscenza sana, obiettiva, di umanità. Non direi, non mi risulta. In realtà le università sono dei luoghi dove l’essere umano viene fortemente e indelebilmente condizionato e strutturato tecnicamente e culturalmente a fare il boss, il despota, il leader. Cosa impara, in fin dei conti, in questi luoghi? Impara l’arte, non l’arte per come vivere in armonia coi propri simili, ma l’arte per come spennarli e impara a farlo vestito con camicia, cravatta e con tanto di patente ufficiale alla mano rilasciategliela dalle università.

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Agli amici del Web e di Internet

 

foto (3)Ieri, il mio webmaster, mi ha fatto notare che avevo molte richieste di amicizia in sospeso. Non lo sapevo. Tante cose non le conosco d’Internet. Ho imparato, da quando ho ceduto alle insistenti richieste dei miei studenti di creare un blog, a utilizzare solo quel tanto di questo strumento che mi permettesse di pubblicare i miei post e di sostenere un dialogo con i lettori.

Dicevo che ieri il mio webmaster mi ha fatto notare che avevo 61 richieste di amicizia in sospeso. E non ci credereste, erano proprio quelli con cui avevamo molti amici in comune. A me viene naturale chiedere l’amicizia a qualcuno, particolarmente quando vedo che condividiamo il sito con tanti altri. Faccio io il primo gesto, questione di spontaneità, di onestà. Se condivido lo stesso desco con altri commensali, mi pare giusto salutarli quando mi siedo a tavola.

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“Se” “Quando” e “Come” cesseremo di esistere

 

foto (3)Il “se” sta per un interrogativo: “Cesseremo veramente di esistere?” Il “quando” sta per “Quando cesseremo di esistere?” Ovvero, quanto tempo passerà prima che il genere umano scomparirà dalla Terra? E il “come” sta: In che modo, oppure “Come cesseremo di esistere? Bruciati, congelati, in un cataclisma cosmico, ci autodistruggiamo, come?”

Partiamo col primo, il “se”, e eliminiamolo subito dal nostro pensiero. È un se retorico. Si sa, non ci sono più dubbi, la scienza astrofisica non è fantasia. È inutile quindi usare il nostro cervello pensando se possiamo o non possiamo vivere per sempre, se possiamo o non possiamo viaggiare in eterno nell’universo, se possiamo o non possiamo spostarci all’infinito da un pianeta all’altro e altri sogni e fantasticherie, perché, in realtà, queste possibilità, non esistono, sono solo assurdi e irrazionali pensieri e esternazioni di quelli che ancora oggi fanno fatica ad accettare il mondo per com’è. Noi, oltre ad essere esposti a un’infinità di pericoli cosmici e fatali di cui non conosciamo neppure la natura, viviamo anche in un pozzo cosmico, il pozzo creato dal sistema solare con la sua massa e, da questo pozzo, non ne verremo mai fuori.

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Che cos’è il battesimo?

foto (3)Infatti, che cos’è il battesimo? Intanto gli apostoli non sono stati battezzati e Gesù stesso (ammesso che sia esistito), anche se è stato battezzato da Giovanni, non ha mai impartito il battesimo. Allora? E cosa vuol dire poi essere battezzati? Lavarsi dal peccato. E quale peccato? E che peccato ha mai potuto commettere un bambino ancora in fasce? E in ogni modo, al tempo degli apostoli, si battezzava gente già adulta, gente che aveva avuto il tempo di pensare e scegliere se voleva o non voleva essere battezzata; se voleva o non voleva credere in un dio. Gesù stesso è stato battezzato a vent’anni e passa.

Ancora oggi, nel linguaggio della Chiesa, il battesimo è rimasto una confusione totale. San Bernardino da Siena, e prima di lui Agostino, diceva che i bambini appena nati non avevano un’anima e quindi non meritavano il regno dei cieli. Oggi la Chiesa, dimenticando tutto il suo sanguinolento e mostruoso passato, sostiene che lo zigote, l’embrione, il feto, la vita biologica sono sacri, mentre fino a qualche secolo fa i bambini non battezzati non erano neppure degli esseri umani, neppure degni di essere seppelliti cristianamente. Le monache, infatti, nei monasteri, come li partorivano li buttavano nelle fogne, li seppellivano in cimiteri improvvisati, ovunque ma non come esseri umani battezzati.

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Per una fenomenologia e un’ontologia della vuotaggine divina – 6 post, il secondo

 

 

foto (3)Quindi, chi è Dio? Nessuno. È pura invenzione, un’intuizione metafisica, un concetto vuoto. Aria fritta dell’aria fritta. L’aria naturale si distingue dall’aria fritta. Nella prima ci sono le particelle, gli elementi, gli atomi, quindi la sostanza, la vita, l’umanità; nella seconda, l’aria fritta, non c’è nulla, nulla di nulla, zero assoluto. Dio è solo aria fritta, quindi politica e religione.

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Un paese che ha scambiato gli atomi coi deliri

 

foto (3)“Un Paese senza memoria,” scrive Alberto Arbasino in Un Paese senza, “un Paese senza storia, un Paese senza passato, un Paese senza vissuto, un Paese senza esperienza, un Paese senza conoscenze, un Paese senza dignità, un Paese senza realtà, un Paese senza motivazioni, un Paese senza disposizioni, un Paese senza grandezza, un Paese senza saviezza, un Paese senza salvezza, un Paese senza programmi, un Paese senza progetti, un Paese senza testa, un Paese senza Stato, un Paese senza senso, un Paese senza sapere, un Paese senza sapersi vedere, un Paese senza guardarsi, un Paese senza capirsi, un Paese senza chiedersi?…” p. 8, Garzanti, 1990.

Un paese, aggiungo io, io Orazio Guglielmini, che ha scambiato gli atomi con i deliri, la Terra con il cielo, l’universo con il regno di Dio, i pianeti con i mondi immaginari, la passione con la crocifissione, l’amore con il dolore, la vita con la morte, la matematica con la preghiera, la scienza con la volgarità mentale e la realtà con le divinità;

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