Prendermi sul serio, io?

Francamente no, non riesco, affatto. È da tempo ormai che non posso più prendermi sul serio. Fare progetti? Per carità, non ne parliamo neppure. Sì, certo, a corta distanza, come tutti i mortali, ad esempio, cosa mangerò oggi a pranzo, cosa farò la settimana prossima. No, non sto prendendo in giro me stesso e il resto del mondo, non sto andando neppure fuori di mente. Per nulla. 2 + 2 uguale a 5, visto? Come dire, mi sto solo esaminando da vicino, ecco, e per di più al microscopio. Non l’avessi mai fatto!

Io, un atomo in quest’immensità, e cosa ci faccio? Sono qui, in qualità di atomo, per elogiarla? Denigrarla? Sono qui per compiangermi? Elogiarmi? Ma cosa sto dicendo? E poi chi mi sentirebbe? E fin dove? I pianeti non si ascoltano l’un l’altro. E anche se riuscissi a fare delle cose, a cosa servirebbe? Cambierebbe qualcosa dell’implacabile struttura? Neppure un milionesimo di virgola.

È tutto inverosimile. Pensa, intorno a te c’è un immenso sordo brusio di mondi ciechi bui che brillano nelle tenebre e che esistono chissà da quanto tempo e chissà per quanto tempo ancora. E tu? Neppure un miliardesimo d’un miliardesimo d’un miliardesimo d’un secondo nei loro confronti. Bell’affare, eh? E ti pare giusto? Sarebbe questa la democrazia dei fenomeni? Non farmi ridere, non è il giorno adatto.

Chi chi chi, chi sono io su questo pianeta isolato e desolato? Un’apparizione? Un miraggio? Un’evaporazione della materia? Un prurito degli elementi? Non ne ho la più pallida idea. La mia è solo un’allucinazione, un sogno, un sogno che dura una vita, una vita di sogni.

Io, in questo stato di cose, prendermi sul serio, ma scherziamo?


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