Roberto Benigni a Che tempo che fa
È bastata solo la presentazione di Fabio Fazio, il camaleonte del sabato e della domenica sera ore 20, Rai3, per stordire i telespettatori a casa con gli applausi dell’audience che è lì solo per applaudire secondo gli ordini che gli vengono impartiti.
Le parole dell’applaudito sono state: Quant’è bello appartenere a queste persone, che poi in realtà vogliono dire quant’è bello, per un idiota come me, avere un pubblico come questo.
“La gente è allegra” dice il pagliaccio toscano, ma la gente non è allegra in questo paese, la gente è triste, è disperata, è vuota, è confusa, è culturalmente cadaverosa, si tiene in piedi per forza di inerzia. Benigni, quando dice che la gente è allegra, mente o ci prende in giro o è un deficiente.
“Noi siamo i figli del nostro Signore” cinguetta il clown, ma se Dio non esiste, allora come facciamo ad essere i suoi figli?
Benigni, questa buffissima montagna di bizzarrie, in un paese ormai strumentalizzato al massimo, è proprio quello che ci vuole: è il suo cemento, cioè il cemento delle masse.
Mi spiace solo per Woody Allen, ma lasciamo perdere, l’americano ignora la realtà italiana.
Il finale di Benigni su Vito Mancuso la dice lunga circa la sua bigotteria e ignoranza in materia religiosa.
Il pagliaccio toscano è, a dire poco, un compendio di vacuità. Grazie però alla sua furbizia riesce facilmente, coi suoi salti da scimmia e i suoi gesti da psicopatico, a confondere le acque, particolarmente in un paese che ha ormai perso ogni riferimento con la realtà.
Vedere su questo blog “La vita è bella”