“Se”, “Quando” e “Come” periremo – 3 post, il primo
Il “Se”
Intanto eliminiamo il “Se” dal nostro pensiero. Si sa. Lo si sente nell’aria. Non ci sono dubbi. È inutile pensare se potessimo o non potessimo vivere per sempre, se potessimo o non potessimo viaggiare in eterno nell’universo, se potessimo o meno spostarci all’infinito da un pianeta all’altro e altre fantasticherie, perché, in realtà, questa possibilità, non esiste: noi, oltre ad essere esposti ad un’infinità di pericoli cosmici di cui non conosciamo neppure la natura, viviamo anche in un pozzo cosmico, il pozzo creato dal sistema solare con la sua gravità e, da questo pozzo cosmico, non ne verremo mai fuori.
Il pozzo, e lo sappiamo fin troppo bene, è creato e illuminato dal Sole e, perciò, è anche il nostro datore di vita, il nostro nido, la nostra casa, la nostra oasi nell’universo, ma è anche la nostra prigione, la nostra tomba e, infine, il nostro cimitero. Qui siamo apparsi e qui spariremo. È scritto così. L’umanità sparirà, non lascerà traccia dietro di sé, nessun indizio della sua storia rimarrà, ogni cosa si risolverà nel pozzo cosmico, lì dove tutto è apparso e dove tutto sparirà.
Il “Se”, quindi, va eliminato dalla nostra mente. E se questo ci aiutasse a vivere meglio, potremmo anche considerarci già morti. Perché no? Considerandoci già morti, cioè facendo training con la Signora delle tenebre, quando lei arriverà per davvero, e arriverà prima o poi, nessun problema, saremo già vecchi amici, ci saremo ormai abituati alla sua melodia, al suo colore e alla sua spettrale geografia. Perciò, essendo consci del nostro futuro, l’affronteremo senza sorprese e da pari a pari!
Di più. Conoscendo come stanno le cose, forse, forse, forse, impareremo, noi gli abitanti del pozzo cosmico, impareremo ad apprezzare e a stimare la vita mentre siamo in vita, a gioire di tutto e a considerarci, non dei tragici mortali, ma degli dei e, forse, forse, forse, impareremo anche a vivere, non appesantiti da un’infinità di assurdità mentali, come viviamo ora, ma impareremo a vivere come dei grandi signori la nostra unica e meravigliosa vita, e impareremo a farlo “qui e ora”.
La probabilità del “Se”, dunque, non esiste. Passiamo, allora, al “Quando” e al “Come” sarà distrutta l’umanità.
Nel prossimo post, il “Quando”
Giusto. Però sul fatto che la specie umana possa uscire dal sistema solare qualche speranziella vaga me la pongo. Se potessimo costruire motori prossimi alla velocità della luce?… O proprio no?