Seconda definizione dello Stato predatore
Scrive Agostino di Ippona: “Una volta che si è rinunciato alla giustizia, che cosa sono gli Stati, se non una grossa accozzaglia di malfattori? Anche i malfattori, del resto, non formano dei piccoli Stati? Si tratta infatti di un gruppo di uomini comandati da un capo, tenuti assieme da un patto comune e che si spartiscono un bottino secondo una legge tacita. Se questo male si allarga sempre più a uomini scellerati, se occupa una regione, fissa una sede, conquista città e soggioga popoli, assume più apertamente il nome di regno, che non gli viene dalla rinuncia alla cupidigia, ma dal conseguimento dell’impunità.”
Scrive Proudhon: “Esseri ‘governati’ significa essere controllati a vista, ispezionati, spiati, diretti, legiferati, regolamentati, parcheggiati, indottrinati, pregati, controllati, soppesati, apprezzati, censurati, comandati, da esseri che non hanno né il titolo, né la scienza, né la virtù. Essere ‘governati’, significa essere, a ogni operazione, a ogni transazione, a ogni movimento, annotati, registrati, recensiti, tariffati, timbrati, tosati, quotati, patentati, diplomati, autorizzati, ammoniti, impediti, riformati, raddrizzati, corretti. Significa, col pretesto dell’utilità pubblica e in nome dell’interesse generale, essere messi a contribuzione, addestrati, taglieggiati, sfruttati, monopolizzati, concussi, spremuti, mistificati, derubati; poi, alla minima resistenza, alla prima parola di protesta, repressi, multati, vilipesi, braccati, strapazzati, picchiati, disarmati, legati, imprigionati, fucilati, mitragliati, giudicati, condannati, deportati, sacrificati, venduti, traditi e, come se non bastasse, presi in giro, beffati, oltraggiati, disonorati. Ecco il governo, ecco la sua giustizia, ecco la sua morale!”
Scrive Nietzsche: “Stato si chiama il più gelido di tutti i gelidi mostri. Mentisce anche a freddo: e questa menzogna esce strisciando dalla sua bocca: “Io sono lo stato, sono il popolo … Ma lo stato mente in tutte le lingue del bene e del male; e qualsiasi cosa esso dica, mente; e qualsiasi cosa esso possieda, l’ha rubata. Tutto è falso in lui: esso morde con denti rubati ad altri, quel mordace. Anche le sue viscere sono false.”
Scrive Alexander Berkman: “Sempre e ovunque, qualsiasi sia il nome che prenda il governo, qualsiasi sia la sua origine o la sua organizzazione, la sua funzione essenziale è sempre quella di opprimere e sfruttare le masse e di difendere gli sfruttatori e gli oppressori. La sua principale caratteristica e i suoi strumenti indispensabili sono il poliziotto e l’esattore fiscale, il soldato e la prigione.”
Scrive Karl Löwith: “Lo Stato ha imparato dagli industriali a sfruttare il credito, e lo fa con l’ostinazione di chi sa che la nazione non può farlo fallire: ora lo Stato se ne sta lì, accanto a tutti i truffatori, come supremo capo-sfruttatore.”
Scrive Marvin Harris: “Da un punto di vista evoluzionistico, il problema dell’ingiustizia sociale è inestricabilmente legato alla crisi dello Stato inteso come forma predatoria di organizzazione politica, che nasce, cresce e si diffonde con la spada. Se questo è vero, è molto probabile che la nostra specie non sopravviverà al prossimo secolo, o addirittura ai prossimi cinquanta anni, se non saprà trascendere l’insaziabile volontà di sovranità ed egenomia caratteristica dello Stato.”
Scrive un pensatore di cui non ricordo il nome: “La storia della politica è la storia del fanatismo, dell’egoismo, delle scelleratezze, la storia del terrore, delle guerre, del crimine legalizzato. La sua lingua è progettata non per dire verità, ma per fare in modo che il delitto sembri rispettabile, che le bugie sembrino vere, le truffe una saggezza demagogica e per dare un senso di solidità alle sue furie logorroiche.”
Detto in nuce, lo Stato predatore è il cane da guardia del capitalismo e il nemico più feroce e assoluto di quelli senza cui nulla nasce, cresce o fiorisce: i lavoratori.
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