Tutto è simbolo, perciò tutto è cultura
Tutto è simbolo, perciò tutto è cultura
“Un piccolo apprendimento
è una cosa pericolosa
…”
Alexander Pope
Non sto qui a spiegarvi, e forse non sarei neppure all’altezza, la parola “simbolo”. È una parola d’una certa età e proviene dal greco e vuol dire “tessera di riconoscimento”, (Wikipedia). Io la uso, in questo scritto, come idea, interpretazione, concetto, conoscenza, cultura e, soprattutto, la uso come una nostra seconda natura: la prima è quella naturale, la seconda quella culturale. In questo articolo ci occuperemo di questa.
Ripetiamo il titolo: “Tutto è simbolo, perciò tutto è cultura”, ( un fenomeno, il simbolo, le cui origini e sostanza sono e rimangono un punto interrogativo ed è un punto interrogativo anche colui che sta scrivendo qui. Invece, se la natura è vista in termini umani, allora tutto diventa interpretazione, soggettività, senso e nonsenso ), quindi umano. Al di fuori dell’umano, tutto è natura, quindi istinto, prepotenza, forza bruta oppure candida cieca presenza. L’errore, la scienza, la falsità, l’arroganza, la bestialità, l’arte, invece, sono cultura, perciò simbolo.
Per quello che ne sappiamo, nessun’altra specie della Terra, eccetto la specie-homo, ha mai espresso il suo pensiero in parole scritte o parlate. Solo la specie-homo l’ha fatto. Il mondo e l’universo sono un suo racconto, una sua biografia.
In quello che segue proporrò il simbolo come idea fondamentale della nostra seconda natura: la cultura.
Iniziamo così: l’uomo è il mondo, ma non il mondo è l’uomo. Il mondo è solo una sua interpretazione. Altri mondi sicuramente ci sono, ma noi non li conosciamo. L’uomo è un simbolo, dunque, un simbolo coronato di significati tutti pensati ed espressi dall’uomo stesso. Il mondo e l’universo sono una sua immagine, le sue interpretazioni incapsulate in fenomeni trasformati in segni, in simboli.
Sappiamo che né animali celeste, né terrestre, né marini hanno mai espresso un loro giudizio parlato o scritto nei confronti di loro stessi o delle altre specie, unicamente l’uomo parla del mondo e di chi l’abita, ma non il mondo parla dell’uomo, direbbe Immanuel Kant. Oppure, se vogliamo, l’uomo conosce la cultura, ma la cultura non conosce l’uomo. I simboli portano il nome e il senso che gli dà l’uomo, non viceversa. L’albero in natura non ha nessun nome, nessun senso, è solo un oggetto, un fenomeno, un corpo, una sostanza; lo stesso vale per l’uccello, l’insetto, le stelle, il cielo, però, per la specie-homo, tutti questi fenomeni diventano simboli, perciò uomo.
La simbologia è una definizione dei fenomeni concreti e astratti descritti e sostanzializzati dall’essere umano. La scienza, l’antropologia, la geometria, tutti simboli reali e irreali creati dalla specie umana. La luna è un simbolo reale; la matematica è un simbolo irreale. Ambedue concetti, matematica e luna, sono una definizione della specie-homo. Senza quest’ultimo non esisterebbero.
Il mondo è una descrizione soggettiva, individuale e collettiva. L’uomo, che lui lo sappia o meno, vive in un universo scolpito interamente da lui. Solo l’uomo è il soggetto conscio del suo fare ed essere. È lui che dà senso e significato a ogni atomo e a ogni creatura. Tutto è escogitato dall’uomo. L’universo è una sua idea, una sua rappresentazione, interpretazione, senso, valore. Insomma, il mondo “omegia” e noi lo ignoriamo!
C’è differenza fra i simboli? Sì, c’è e l’abbiamo detto. Comunque, i simboli che descrivono i fenomeni reali sono più veri di quelli che descrivono cose irreali: la capra la vedo, la coscienza no. Il tutto del tutto possiamo ridurlo a un pensiero dell’uomo, quindi a un solo simbolo universale escogitato e creato dall’uomo: l’universo è umano, altrimenti non esiste.
Simbolicamente noi siamo gli dei del tutto. Non ci sono altri dei né indiani, né egiziani, né greci, né europei, né sudamericani. Credere e parlare di dei e di divinità oggi, è sputare stupidaggini su noi stessi.
Tutto il nostro raccontare non è altro che il nostro raccontare: noi che narriamo e dipingiamo noi stessi. La storia della specie-homo è raccolta in un solo simbolo: quello umano.
Questa scoperta, la scoperta che noi siamo solo un simbolo, un simbolo e nulla più, è allarmante, ma anche qualcosa di artistico, seducente, positivo.
Quando diciamo che tutto è simbolo, intendiamo proprio tutto. L’uomo è il padre e il creatore del simbolo, quindi del mondo, dell’universo, dell’intero mondo che lo circonda a 360 gradi. È il Simbolo (la S maiuscola qui ci sta) dei simboli. La specie, la storia, la filosofia, la scienza, la cosmologia, la relatività, la tecnologia, le particelle, tutto, tutto dalla a alla z, è Simbolo, un’invenzione dell’uomo per darsi, consciamente o inconsciamente, un senso e un nome nel grande tutto che lo limita e lo racchiude nell’infinito.
Se vogliamo capire il mondo in cui viviamo, dobbiamo capire il significato del “Simbolo”, perché questo è l’anima, il cuore e il cervello dell’intero universo e della vita.
Il simbolo è un concetto irriducibile, chiaro e totale in tutte le immaginabili e inimmaginabili visioni e interpretazioni che uno si fa o si potrebbe fare di esso. Racchiude tutto della nostra vita, della nostra storia e di come noi vediamo noi stessi e gli altri fenomeni.
Tutto quello che noi siamo, ha a che fare con noi e solo con noi. Siamo dei simboli, unicamente dei simboli e ci identifichiamo e riconosciamo come tali.
La scoperta che l’uomo è solo e solo un simbolo temporaneo, è anche la scoperta più importante che l’umanità abbia fatto in tutta la sua storia. Non ci sono più miti, dei, favole, fiction, perché, col simbolo, tutto è diventato simbolo. Il mondo è un teatro, direbbe Shakespeare, e l’uomo, diremmo noi, è il suo Simbolo e il suo Attore.