Sogno del primo dell’anno
E perché no, poi? Sognare, per esempio, alla Dumas, “uno per tutti e tutti per uno”. Carino questo sogno, vero? Ah, se almeno si realizzasse, diventasse un motto nella realtà, un motto di vita e del vivere insieme! Lo diventarà? Nei sogni sì, la realtà è tutt’altra.
La realtà è che in questo medesimo istante milgliaia di bambini, adulti e vecchi muoiono di fame: nostri fratelli, nostri simili, nostri compagni di sorte;
la realtà è che in questo medesimo istante la desertificazione avanza in ogni angolo della terra: sempre meno boschi, sempre meno vita, sempre più cemento, sempre più devastazioni;
la realtà è che in questo medesimo istante il mare diviene più inquinato, più brutto, più squallido: sempre meno pesci, sempre più spoglio di vita, sempre più sinistro, sempre più cimiteriale;
la realtà è che in questo medesimo istante sull’intero pianeta i poveri diventano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi: l’ingiustizia aumenta, l’odio aumenta, la bestialità aumenta, l’ignominia è in un crescendo continuo;
la realtà è che in questo medesimo istante, nel Medio Oriente, mentre i capi di Stato di tutto il mondo si congratulano l’un l’altro e festeggiano l’Anno Nuovo, innocenti civili vengono uccisi dai loro stessi barbari soldati.
Quanta assurdità può sopportare ancora l’essere umano? Quante bestialità può avvallare ancora prima che scoppi? Ma insomma, cosa ci sta succedendo, gente? Dove andremo a finire proseguendo di questo passo? E perché poi? Solo per sentirci la pancia più piena di quella dei nostri fratelli? Solo per questo? Si riduce unicamente a quest’ambizione l’essere umano? Mi rifiuto di pensarlo. Voglio credere che l’uomo sia al di sopra del suo egoismo, al di sopra del potere e degli averi. Dopo tutto, la condizione umana ci inchioda tutti allo stesso destino: moriamo! Questo dovrebbe bastare per farci sentire tutti più solidali e più vicini l’un l’altro: condividiamo la stessa fine!
Allora, è proprio necessario continuare questo inferno sociale, questo vivere da bestie e non da esseri umani? È necessario distruggere tutto, la nostra terra, la nostra casa nel cosmo, noi stessi? Perché è così che andranno a finire le cose se continuiamo su questa strada. Questione di tempo, ma ci arriveremo. Forse non saremo noi a toccare il fondo, ma lo toccheranno i nostri figli. Il sipario si chiuderà su di loro. Ed è questo, proprio questo quello che vogliamo?
E allora? E allora perché continuare nel nostro egoismo, nella nostra inumanità, irrazionalità, nonsenso, perché non dare una sterzata, cambiare rotta, perché non addolcire un po’ noi stessi, perché non stabilire una fratellanza fra di noi, una politica vera, una politica di pace, di rispetto, di solidarietà, perché non iniziare da oggi, il primo giorno del 2013, non a urlare, a che serve?, a che scopo?, ma a sussurrare a tutti e ad ognuno nel mondo: gente, amiamoci!