Tarcisio Pietro Evasio Bertone

 

il cardinalissimo, il cristianissimo, l’arcivescosissimo, il cattolicissimo, il porporatissimo santo uomo di chiesa italiano, ha rubato, scrive l’Espresso, 400mila euro, cioè 800 milioni di vecchie lire, dalla fondazione dell’ospedale del Bambin Gesù a Roma.

Niente male!, fece Rossi.

Infatti, fece Guglielmini.

E per fare cosa poi?

Per ristrutturare il suo mega lussuoso alloggio nella capitale.

E questo si chiamerebbe un cristiano?

Ma per favore!

È mostruoso, sbottò Orazio. È ignobile e criminale ciò che ha fatto costui: impadronirsi dei soldi che i donatori hanno dato ai bambini ammalati per essere curati.

Chi sono i donatori?

Sicuramente non i ricchi. Sono i poveri. I ricchi, amico mio, non danno, i ricchi sanno solo prendere.

Chissà quanti di quei bambini malati sono già morti a causa di questo furto.

Si chiamano questi, nel caso non lo sapessi, non crimini diretti, ma crimini indiretti, ancora peggiori di quelli diretti, perché i veri assassini spesso non si conoscono.

Che mostruosità!

Proprio così, una mostruosità. Se quello che scrive l’Espresso è vero, questo signor cardinale Bertone, per conto mio, sentenziò Guglielmini, deve trascorrere il resto della sua vita pulendo cessi e ricevendo sputi in faccia da tutti quelli che l’incontrano per strada!

Sono d’accordo.

Basta, basta, basta, per favore! fece Guglielmini ispirato. Gli insulti e gli schiaffi che vengono dall’alto non finiscono più in questo paese, non hanno limite.

Italiani! fece Rossi ridendo.

Svegliatevi, continuò Guglielmini, non lasciatevi tosare, bastonare, non porgete sempre l’altra guancia, fate qualcosa, please!, altrimenti andate pure all’inferno, perché non meritate altro!

Amen!

 

UN INVITO: passate parola, condividete, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comprendere, di comunicare, confrontarci, dire la nostra brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora e poi mai più! Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri umani! È questo ciò che raccomanda agli amici del Web, Orazio Guglielmini.

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