Un incubo che si trasforma in un sogno
Sogni. Sogni che stai cadendo. Prendi coscienza. Stai cadendo di brutto. È già confusione. Ti senti invaso dall’ansia, scattano le mani. Si dimenano. Cercano di afferrare qualcosa. Non trovano nulla. Cadi. Sei già nel vuoto. Tutto il tuo corpo entra in azione alla ricerca d’una presa. Niente, non trova niente. Ti dimeni, ti contorci, precipiti. Senti, senti che stai schizzando nel vuoto ad una velocità pazzesca; senti che presto ti sfracellerai al suolo. E dove? Non lo sai. Non vedi niente. Sprofondi, divori l’aria a testa in giù. Stupendo! Cadi cadi cadi! Dove andrai a sbattere?
Non riesci ad urlare; vorresti ma non riesci. Ancora ti dimeni. Ti dimeni nel vuoto, nell’aria, nel nulla. Sei nudo, sei vestito, sei come? Che importa? Importa. A volte ti sembra di essere nudo, altre volte di avere qualcosa addosso, ma questo non cambierà comunque il tuo destino finale. È ormai segnato. Ne sei conscio. Addio! Fuck you all! Doveva pur finire prima o poi, ma così non l’avevi mai pensato. Cadi cadi cadi!
Sudi. Sei già nelle braccia della morte. La stronza ti tiene. Non ti molla. Respiri male, a fatica e, nonostante tu sia in piena aria aperta, ti manca l’aria! Avvilito, esausto, impotente, ti lasci andare. Non reagisci più. È inutile. Ti rassegni. Ti rilassi anche. Almeno si vedesse qualcosa. Niente, nemmeno il fondo d’un burrone. Buio pesto. E buio pesto sarà anche poi. Si sapeva. Sei nato dal nulla e perisci nel nulla. Che delizia! Continui a cadere, a sprofondare nello spazio a testa in giù, come un proiettile. Sfrecci nell’etere, nel vuoto, come i pianeti, come le stelle, le galassie. Che brivido!
Aspetta! Un’allucinazione? No, non è un’allucinazione. Vedi qualcosa, inizi a vedere qualcosa, ma cosa? Boh! Però vedi qualcosa. Sì, vedo qualcosa. Assomiglia ad uno stivale. Ma certo, è lo stivale! Lo riconosci. Sì, lo riconosci. Sei ancora molto in alto, ma lo riconosci. È chiarissimo. La sua geografia è inconfondibile. Allora stai cadendo dal cielo. Che onore! Bogududù aiutami tu! ( vedere L’Indifferenza divina ) Sì, sì, la riconosco, è la mia terra, la mia dolce terra, la terra dove sono nato. Evviva! Mi sfracellerò su di essa. Almeno questo!
Non muoverti! Non puoi. Sei nel vuoto. Precipiti. Lo so. Merda, nessuno appiglio! Non mi piace quello che vedo. Non mi piace per nulla. Cosa vedi? Orribili creature. Cioè? Vedo dei brutti musi. Che facce! Molto brutte. Spaventose! Fanno rizzare i capelli. Chi sono? Non lo so. Mai visto tipi del genere prima. Non sono molto grandi, ma sono agilissimi e pare che siano fatti d’acciaio. Sembrano incazzati, incazzati neri. Hai paura. Tanta. Continui a cadere, a precipitare dal cielo.
Ora vedi chiarissimo. Chiarissimissimo. E non è bello quel che vedi. Affatto. Vedi uccisioni, carneficina, violenza, sangue, tanto sangue, fiumi di sangue. Chi è quel tipo che stanno sgozzando? Lo conosci? Mi pare di sì. Avvicinati. Lo sto facendo mio malgrado. Sì, lo conosci. È lui, è l’onorevole, l’onorevoloe D’Alema. Proprio lui, in carne e ossa. Lo stanno sgozzando. Terribile. Poveretto! Non si può più neppure godere la barchetta che si era concesso facendo il demagogo. Finito. Il suo corpo giace per terra in una pozza di sangue. E quell’altro lì chi è? Sì sì, quello lo si riconosce da lontano. Il suo viso è inconfondibile. È lui. È Ratzinger, il papa nazista, il papa re. L’hanno chiuso in una gabbia. Cosa? Cosa gli stanno facendo? No! Non è vero. Gli stanno buttando addosso della benzina. What? Non ci posso credere. Quella brutta bestia ha preso una torcia accesa e gliel’ha scagliata contro. Brucia. Brucia che è una meraviglia! Non riesce neanche a gridare, l’infelice. Forse perché non ha più forza o forse perché è arrabbiato col suo dio che non viene ad aiutarlo neppure in questo momento così critico della sua vita! Ma come brucia bene! È uno spettacolo. Brucia, brucia, il papa Ratzinger, brucia come un candelotto!
E a quell’altro, quello col sigaro in bocca, che fa l’americano, cosa gli stanno facendo? Lo stanno spogliando. Che brutto, nudo. Cosa? Hanno cominciato a scuoiarlo vivo! Guarda come strilla, come un maiale quando lo scannano. Non vorrei trovarmi al suo posto. Che roba, che terrore! Quante cose tremende stai vedendo. No, quei brutti musi non scherzano, non scherzano affatto. Che terribile fine! Mamma mia! Vedo cose orribili, cose che non avevo mai visto prima. Bogududù aiutami tu!
E quello vicino a lui chi è? Ah sì. È lui, è proprio lui, è il nostro Silvio, il nostro caro carissimo Silvio in persona. E chi ormai non lo conosce! Il mondo intero conosce il nostro Silvio. Dovunque è andato ha dato spettacolo e che spettacolo! Ah no! Silvio non si fa acchiappare, Silvio si salverà, ci salverà. Vai Silvio! Bene. Te l’ho detto, lui non lo beccano. Figurati! E come potrebbero? È Silvio! Non lo becca nessuno, neppure la morte, figuriamoci quei brutti musi. Sta fuggendo alla grande. Che stile! E come fila! Vai Silvietto! Non giocare proprio adesso al bunga bunga. Corri! Gli italiani hanno bisogno di te! Hanno bisogno di bunga bunga. Sono sessualmente repressi, gli infelici. Ma cosa sto vedendo? L’hanno accerchiato, non ha più chance, anche lui acchiappato! Poveri noi! Che tristezza! E le sue guardie del corpo dove sono? Dormono, dormono tutti in eterno, così anche tutti quelli del suo partito. Silvio, Silvio, ma cosa ti stanno facendo? E chi sono costoro? Dei brutti musi. Sì, dei brutti musi, ma da dove vengono e cosa vogliono da noi? Boh! Sicuramente non hanno nessuna intenzione di renderci la vita facile. Silvio, Silvio forever, Silvio per sempre! Mi pare che fra qualche istante, amico mio, diventerai anche tu Silvio never again, Silvio mai più! Anche tu entrerai nella storia dei never again, dei mai più. Che fine atroce! L’hanno già ridotto in polpettine.
Cosa vedi adesso? E perché sei rimasto sospeso nel vuoto? Perché non cadi più, non scendi più? Meglio così. Io non voglio finire nelle mani di quei brutti musi. Bogududù aiutami tu! Ma quello lì non è il presidente della repubblica, Napolitano? Cosa gli stanno facendo? Inconcepibile, grottesco. Lo stanno ammaccando, appiattendo, allungando, trasformando in una carta nera, carta senza simboli e senza scrittura. Solo nera. Non si può leggere nulla; non si può scrivere nulla. Non vale niente. Sporca solo il terreno. Guarda come l’hanno ridotto, come hanno ridotto il presidente del Bel Paese: in chilometri e chilometri di carta da giornale nera, laida, squallida. Un insulto alla vista. Ah, l’infelice, doveva finire proprio così!
E ora cosa stai vedendo? No, non ci credo, non ci posso credere. Lo Stato del Vaticano, tutto lo Stato del Vaticano sta bruciando, è un falò unico. E non solo. Tutto Palazzo Chigi, sede del governo e residenza del Presidente del Consiglio, è diventato un rogo, un inferno. E non solo. Tutta l’Italia brucia, è già ridotta in cenere! E la mia gattina, Corinne, anche lei brucia? Micina mia, che brutta fine è toccata anche a te!
Ma cosa sta succedendo? E quelli lì cosa stanno cercando di fare? ‘Spetta, non cadere! Rimani così, sospeso nel vuoto. Sì, ma cosa stanno facendo quelli lì? Non ci crederesti! Stanno segando dalle fondamenta, come se fosse un oggetto qualunque, il Bel Paese! Sono già a centinaia di metri di profondità. Vorresti chiedere aiuto, chiedere a qualcuno di venirci ad aiutare, ma non riesci a parlare, gridare, urlare. E poi chi verrebbe? No, non può essere vero tutto questo. Vogliono ribaltare tutto il Paese, incluse le isole, sottosopra? È quello che stanno cercando di fare. Pare che ci riescano. Sono diabolici quelli lì, hanno poteri soprannaturali. Oh mio Bogududù! Ce l’hanno fatta. Hanno capovolto tutto Il Paese delle meraviglie! Tutto quello che esisteva sopra di esso, ora giace nelle profondità oscure della terra. Nessuna traccia dei suoi bei monumenti, delle sue belle madonne, della sua gloriosa storia. Il Paese delle meraviglie è sparito per sempre. Che destino!
Stai male, non ti senti bene. Ma perché non ti muovi? Perché sei rimasto bloccato nel vuoto? Riprendi a cadere? Pare di sì. Però questa volta stai scendendo, scivolando pian piano, dolcemente. Che bello! E quei brutti musi? Non li vedi più. Sono scomparsi. Spariti tutti. Ti senti meglio, respiri meglio. E quel terreno che prima era tutto fango terra e rocce, adesso si è trasformato. Che cambiamento! Vedo del verde, degli alberi, dei pascoli, degli animali, degli uccelli, dei ruscelli, delle belle casette, dei giardini, dei fiori, dei contadini, degli innamorati, delle coppie, dei bambini correre per i prati, dei vecchi giocare a bocce. Ma che bello!
E tu? E tu ora non hai più paura. Lo spavento è finito. Ti senti leggero leggero, un incanto. Stai per atterrare, per posarti su una nuova terra. Ma guarda com’è bella, quant’è stupenda! Chi l’avrebbe mai detto. Stai camminando su di essa, senti già il terreno fermo sotto i piedi. Senti anche delle voci. Ma che lingua è? Non la conosci. Dovrai impararla. Fantastico!